Mostra di Primavera – Mostra Collettiva

sede: Caffè Enoteca Betti (Ponteginori).

Scavano nell’inconscio, con un simbolismo “terreno”, trasfigurato dalle ragioni del tempo e della memoria.
Selezionati da Mario Andrei, gli artisti del figurativo più attuale: Giuliano Giuggioli, Marco Favilli e la senese Anna Morandi, seducono lo sguardo con i loro spazi “altri”, dove perdersi è un ritrovare per ritrovarsi.

Due fili conduttori, quasi antitetici nell’ultima ricerca di Marco Favilli, piombinese di nascita, classe 1979, residente a Cecina, pittore figurativo, da prima autodidatta poi allievo di Fabrizio Filippi. Alcuni lavori sono di immedesimazione ottocentesca e rimandano panoramiche di città eterne, come sfondo remoto per un secondo e primo piano che quasi “escono” dal quadro. Fanno da contraltare opere sempre più semplificate, di taglio americano esistenzialista, dove la profondità di prospettiva si accentua. Attraversate da presenze appena percettibili, sfumate e solitarie. Accomuna tutti i lavori: il riverbero implicitamente simbolico del blu, retaggio biografico di un mare forse invadente e forse irrinunciabile, che riequilibra la temperatura trasfigurante della visione.

Stazioni d’arrivo nei non luoghi della fantasia “concreta”. Evanescenti fabbriche di nuvole oniriche. “Ombre bugiarde”. Labirinti in cui perdersi, per ritrovarsi in antichi percorsi esistenziali, trasformati dalla sedimentazione paziente del tempo. Potente e delicato, giocoso e rigorosamente intellettuale, sensuale e classico, sicuramente irresistibile lo spazio di Giuliano Giuggioli, equilibrista di gran classe fra i “capricci” del tempo, i giochi della memoria, le grandi verità del rimosso. Nativo del borgo di antichissime origini etrusche Vetulonia, in provincia di Grosseto, classe 1951, residente a Follonica, cittadina ubicata direttamente sulle suggestioni del mare, Giuliano Giuggioli si forma secondo “un iter consueto in altri tempi”: da autodidatta di talento, apprende i segreti di “tutte le tecniche pittoriche e di stampa frequentando assiduamente le botteghe, le stamperie e i cantieri artistici”.

Nasce a Poggibonsi, nel senese, Anna Morandi, classe 1966. Si avvicina alla pittura alla fine degli anni Ottanta. “Operaia presso una ditta di sculture artistiche scopre ben presto la sua predisposizione al disegno ed al colore alla pittura”. “Nei primi anni Novanta collabora con vari artigiani fiorentini dipingendo copie di artisti fiamminghi, fino a giungere ad una sicurezza pittorica che la sprona ad immergersi nella difficile opera della creazione”. Inizialmente “sedotta” dei seguaci di Breton, risente delle suggestioni, dei grandi maestri del surrealismo “Dalí e Magritte, – ma – personalizzando i suoi lavori con femminile sensibilità”. Dopo un decennio sfronda “dai troppi filtri il suo messaggio per interloquire più adeguatamente con la società del suo tempo”.