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Sacro e profano nella mia architettura. Mario Botta dialoga con Armando Besio
sabato 25 Gennaio 2020 @ 18:00

sede: Cinema di Bellano (Bellano, Lecco).
Mario Botta torna a Bellano, “il paese del pittore” su invito di Armando Besio per “Il Bello dell’Orrido, incontri d’autore vista lago”.
“Il mondo in una stanza. La pittura vissuta come forma di vita, come esperienza totale, espressione di una tensione critica, testimonianza del proprio essere uomo al cospetto di altri uomini; poi il gesto pittorico come necessità ineluttabile come il ritmo continuo del proprio respiro; Giancarlo Vitali, un pittore che trova pace solo attraverso il farsi dell’opera dipinta.
Gli spazi che hanno visto modellarsi questa condizione esistenziale si svelano a Bellano, sul lago di Lecco, all’interno di una casa severa e compatta che si allinea sul fronte lago. Vi si legge, in questi spazi, un’osmosi ormai rara fra la condizione quotidiana dell’abitare e quella dell’attività di lavoro propria dell’artista.
Nei differenti locali che si snodano ai piani superiori, fino all’atelier situato all’estremità della casa non vi è interruzione di continuità fra i segni della vita di ogni giorno e quelli legati all’attività del dipingere; la luce è quella della penombra filtrata dalle persiane appena accostate; gli spazi, le suppellettili, i mobili e i quadri alle pareti raccontano del trascorrere del tempo lungo una vita scandita dagli affetti familiari.
La casa dove risiede Vitali si presenta al visitatore come uno spaccato di immagini del suo percorso, mediato dalla pittura come necessità per affermare il senso del proprio esistere. (… )
Sono certo che l’umanità di quello sguardo di artista interpreta anche il mio sentimento, malgrado la distanza dei nostri mondi e il mio affannato correre continuo dentro la pochezza di ogni giorno.
A cosa serve un pittore? Forse semplicemente a permetterci di riconoscerci come parti di quei tratti, di quei colori.
C’è da rabbrividire di fronte ad alcuni affondi pittorici penetrati nelle pieghe più nascoste delle figure, nei lineamenti dei volti e dei corpi, nella struttura della materia, nel dolore della carne.
Vitali dipinge emozioni nelle quali ci identifichiamo; forse per questo la sua contiguità rispetto al territorio ci appare amica, forte e presente molto più che in altri pittori.
L’universalità di Vitali risiede nel suo saper essere locale; gli anticorpi maturati dentro questa sua terra gli permettono un disincanto etico rispetto alle contraddizioni proprie dell’uomo di oggi, nello smarrimento esistenziale che stiamo vivendo agli albori di questo nuovo secolo. La pittura come redenzione possibile, come antidoto all’appiattimento, alla banalizzazione e alle lusinghe del mondo dei consumi e dell’effimero; anche questa é una riflessione che offre l’opera dell’artista.
Poi, dentro il lavoro disciplinare affascina quel suo tratto pittorico rapido e felice, maturato attraverso il paziente ostinato lavoro di un grande disegnatore che riesce a trasformare la stesura delle superfici cromatiche in luci ed ombre tali da dar vita a nuove invenzioni. (… )
La pittura di Vitali dentro il suo naturale territorio storico-geografico invita coloro che ancora possiedono, il sentimento e l’umiltà dello sguardo non solo a “guardare” ma anche a “vedere” e a lasciarsi coinvolgere da nuove emozioni: la pittura, in totale simbiosi con la propria storia, trova in quel paesaggio e in quella luce una nuova pace dentro la trama della tela, un fiore appena velato ai nostri occhi da una struggente malinconia”.
Mario Botta
(Ritratti di pollame, carne, rose e giarasoli, luglio 2007)