Si vis pacem, para pacem. Installazione di Dale

sede: Palazzo Ducale di Massa (Massa Carrara).

Una cascata di arcobaleni della pace, dipinti su tela, splende sulla facciata di Palazzo Ducale di Massa in un messaggio di speranza verso il futuro.

Sarà il Palazzo Ducale, oggi sede della Provincia di Massa-Carrara, ad ospitare l’installazione “Si vis Pacem, para Pacem” dell’artista Dale, realizzata in collaborazione con la Provincia di Massa-Carrara.
Dopo aver realizzato il Guinness World Records con l’opera d’arte più lunga del mondo, Dale torna a stupire con una nuova creazione monumentale, Si vis Pacem, para Pacem, un’opera che mira a coinvolgere gli interlocutori attraverso la sensibilità alla cultura della pace e dell’empatia.

Il momento di profonda incertezza negli scenari geopolitici spinge l’arte e la cultura a scendere in campo attivamente e sperimentare nuove forme di espressione creativa; l’installazione nasce, dunque, come un’esperienza necessaria di connessione e dialogo con le persone, con la comunità e con la società.
Nell’opera di Dale, l’arte diviene quindi azione e mezzo di riflessione sulla pace, le rappresentazioni si uniscono con la semplicità della loro creazione in una riflessione di speranza e fiducia verso il futuro attraverso un viaggio nei colori dell’arcobaleno.
La pace rappresenta il filo conduttore del ciclo di installazioni The Rainbow of Peace, di cui Si vis Pacem, para Pacem fa parte e che ha compiuto un “giro d’Italia” nei principali luoghi di cultura dello stivale fino a giungere all’Expo di Dubai.

“Sono onorato di portare un messaggio di pace in questo luogo meraviglioso così ricco di storia per la nostra città, i giochi di colore che si creano tra l’opera e il Palazzo sono incredibili e ci immergono pienamente nella meraviglia dell’arcobaleno – racconta Dale – il tutto accompagnato da leggiadre farfalle in una dimensione di leggerezza.
Un territorio come il nostro conosce bene l’orrore della guerra, pertanto ancora più fertile e vigoroso deve essere il messaggio di pace che qui trova le sue radici e prende voce.”.

Le farfalle che volteggiano su tutta l’opera rimandano alla necessità di un’evoluzione da dinamica di guerra a una direzione di dialogo necessaria, attraverso la cultura della condivisione e del confronto.