Frammenti d’arte nella Collezione Bilotti

Frammenti d’arte nella Collezione Bilotti

Promenade nell’arte del ‘900, accompagnati da Picasso, Chagall, Dalì, Tàpies, Mirò, Warhol.
Surrealismo, metafisica, astrattismo, arte concettuale, pop art, nuova figurazione, tutto l’universo artistico sotto i nostri occhi. “Da Picasso a Warhol“, 40 capolavori della Collezione Bilotti, in mostra nel Complesso Monumentale di S. Agostino a Cosenza fino al 30 giugno 2005.

“I Musicisti” di Chagall ci accolgono, accompagnandoci quasi per mano, in visoni oniriche impalpabili dove la spiritualità, la forza e l’amore, dialogano con il nostro inconscio diffondendo emozioni che fuoriescono dalla tela e incontrano il surrealismo di Dalì.
L’irrazionale, l’ambiguo, la metamorfosi, la donna. Elementi costruiti, sezionati, reinterpretati, dal grande maestro catalano, con innovazioni formali al limite della torbida poesia, come “Metamorfosi di un fiore”.

La mostra è un susseguirsi di stili, di concezioni culturali, di intrecci e di rimandi, dove De Chirico s’innesta perfettamente in un gioco incentrato sul classicismo, sul mito greco e sulla suggestione archeologica, sintesi espressa molto bene da “Orfeo solitario “, la cui figura è caratterizzata dalla dissonanza di proporzioni, elemento che conferma il pensiero metafisico nella sua profondità, racchiusa, secondo De Chirico, dentro l’essere dell’artista.

Quando la pittura trasporta sulla tela, l’interiorità di un flusso creativo che governa il rapporto razionale – spirituale, e al di là della tela, il magma sonoro di forme che cadono nell’astrazione, nella filosofia, nell’autoanalisi, ci troviamo davanti all’opera “Alto e Basso” di Max Ernst.
Una costruzione pittorica aperta che non costringe l’occhio, tanto meno la mente dello spettatore, lasciandolo spaziare in un libertà risolta sia dall’alto che dal basso.
Dietro ogni dipinto un’artista, un uomo, la sua personalità e la sua idea di arte posta come flusso vitale consacrato alla creazione, alla conoscenza sopra ogni limite per superare, poi, quello della prospettiva, dello spazio, della scomposizione.
E’ il “Concetto Spaziale” di Fontana, squarci, tagli netti sulla tela e la profondità che emerge come terza dimensione.
Le mille sfaccettature della mostra combaciano perfettamente nella scomposizione cubista di Picasso.
Le nature morte indagate dai veri punti di vista emergono dalla struttura geometrica esattamente come il “Ritratto Femminile “del 1953, dove il lato sinistro di profilo e il lato destro frontale sono unificate con estrema naturalezza da scalfirne il contrasto, reso ancor meno stridente dall’uso del quieto colore blu.
La nostra mente continua a danzare tra l’emozioni di Mirò, i richiami di Severini, il tempo sospeso di Clemente e l’arte informale di Tàpies.
La sua pittura materica e intensa porta il segno della sperimentazione dei materiali, usa legni bruciati, sabbie pietre con un linguaggio innovatore. Sono lavori carichi di tensione mitigata, di angoscia e inquietudine criptica come traspare da “Immagine Ocra “.

Il percorso si conclude con le opere di Warhol, è il trionfo della pop arte tra le pieghe del passato.
Il suo interesse per gli artisti che hanno fatto grande la storia dell’arte è testimoniato dall’opera “Le due sorelle dopo De Chirico”. Carlo Bilotti commissiona una serie di lavori ispirati alla metafisica di De Chirico.
In questo, l’antitesi diviene armonia nella sequenza costruttiva d’immagini ripetute più volte. L’approccio con l’opera cambia e il suo valore, istoriato dall’arte, si tramuta in semplice comunicazione visiva.
Tutti i colori dell’emozioni sulla tavolozza degli artisti, tutta la passione e il rispetto per l’arte nella Collezione di Bilotti.

Opere che sono, che vivono di vita propria, che non appartengono al mercante o al collezionista ma esprimono l’uomo Bilotti, la sua personalità e la sua umiltà nell’apprezzare e donare cultura, perché l’arte è patrimonio universale.

Antonella Iozzo

Frammenti d’arte nella Collezione Bilotti