Strappi. Il restauro degli affreschi di Carlo Innocenzo Carloni

sede: Teatrino di Palazzo Grassi (Venezia).

Mercoledì 23 novembre 2022 alle 18.30, il Teatrino di Palazzo Grassi presenta il racconto del cantiere di restauro aperto al pubblico “Strappi”, dedicato a due dipinti murali di grandi dimensioni di Carlo Innocenzo Carloni (Scaria d’Intelvi, 1687 – Scaria d’Intelvi, 17 maggio 1775) che sino agli anni Ottanta adornavano le pareti di Palazzo Grassi e che oggi sono tornati alla loro collocazione originale e nuovamente visibili ai visitatori del museo.

Lo storico dell’arte Stefano Colombo introduce la ricerca – condotta su commissione di Palazzo Grassi – Punta della Dogana – che ricostruisce le vicende di questo gruppo di affreschi realizzati tra il 1740 e il 1745 per la Villa Colleoni Capigliata di Calusco d’Adda, inclusi nel patrimonio mobile di Palazzo Grassi – Punta della Dogana – Pinault Collection e parte di un insieme composto da tre dipinti che rappresentano scene riferibili alla vita e alle glorie del condottiero e capitano di ventura Bartolomeo Colleoni (Solza, 1395 – Bergamo, 1475).

A seguire, i protagonisti di questi interventi, i restauratori Martina Serafin, Paolo Roma e Laura Ruggieri di Seres Srl e Mauve Srl, raccontano la loro esperienza diretta sul campo nel recupero dei due grossi teleri. Le difficoltà, le scoperte, la bellezza di riportare al loro originale splendore due importanti capolavori del XVIII secolo.

Al termine del racconto sarà proiettato il film (18′) che documenta l’evoluzione del cantiere di restauro e le sue varie fasi, realizzato dal team di Maco Film, Venezia.

Gli affreschi “L’imperatore Federico II riceve dal Colleoni un salvacondotto per recarsi a Roma” e “Papa Paolo II riceve Colleoni e gli affida l’incarico di combattere i Turchi” sono stati visibili, da ottobre 2021 a maggio 2022, nelle diverse fasi evolutive del proprio restauro nell’ambito di un allestimento ad hoc, firmato dallo studio di grafica e design Zaven, su invito di Palazzo Grassi.
Il cantiere aperto ha permesso ai visitatori di seguire da vicino il minuzioso lavoro di restauro, a cura di Seres Srl e Mauve Srl, che ha interessato i due dipinti murali e scoprire i meccanismi legati alla conservazione dei beni artistici.

Un’occasione unica di conoscere dei processi poco noti e difficilmente visibili dal vivo, dapprima accedendo al laboratorio allestito al secondo piano attraverso un programma di visite guidate condotte da mediatori culturali e, successivamente, con la riapertura di Palazzo Grassi in occasione della mostra “Marlene Dumas. open-end”, osservando dal vicino, in orario di apertura al pubblico del museo, l’evoluzione delle fasi di ripulitura condotte nell’atrio.

Strappati negli anni Cinquanta dal loro contesto originale e riportati su supporti rigidi per ragioni conservative legate allo stato di abbandono della dimora, questi affreschi adornavano in origine le pareti della sala principale della Villa Colleoni. Successivamente, sono stati acquistati sul mercato antiquario dalla Snia Viscosa, precedente proprietario di Palazzo Grassi, e sono entrati a Palazzo Grassi come elementi di arredo.
La relazione di Stefano Colombo ricostruisce tutta la storia di queste opere, dalla loro commissione come celebrazione delle gesta del glorioso avo vissuto in epoca medievale, sino al passaggio di proprietà che le ha condotte a Palazzo Grassi.

Recuperati per volontà di Palazzo Grassi dal deposito dove erano stati tenuti per molti anni, in accordo con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, si è deciso di restaurarli per riportarli al loro stato originale con un cantiere aperto diviso in più fasi.
Il progetto di allestimento concepito da Zaven sviluppava una narrazione in divenire attraverso l’utilizzo della forma quadrata, suggerita dai dipinti e del colore, che investe gli elementi architettonici e d’arredo dello spazio di lavoro, ma anche gli abiti dei restauratori e dei mediatori culturali che accompagnavano il pubblico nella scoperta di queste opere e il loro ricomporsi nel tempo, specificatamente disegnati per l’occasione.

Attraverso il riallestimento degli affreschi, Palazzo Grassi torna a raccontare un capitolo inedito della sua storia, ricordando che da ormai settant’anni è centro di ricerca e di dialogo tra antico e contemporaneo. Il desiderio di mettere in scena le operazioni di restauro di un corpo di lavori settecenteschi muove proprio dalla volontà di ripercorrere la propria storia insieme al pubblico, aprendo le sale del cantiere di restauro, mostrando la ritualità della costruzione di un patrimonio collettivo materiale e immateriale.

Questa iniziativa trova una sua controparte nella parallela operazione di restauro dei dipinti dell’Ottocento che adornano la Bourse de Commerce, testimoniando l’impegno della collezione nel recupero del patrimonio materiale comune nella visione di un rapporto fecondo con l’arte contemporanea.

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Foto Marco Cappelletti, courtesy Pinault Collection (part.)