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Sergio Vanni. Senso nonsenso controsenso e paradosso

Sergio Vanni. Senso nonsenso controsenso e paradosso

“Da un lavoro all’apparenza semplice si evince tutto un mondo sommerso, impalpabile ma evocativo di una cultura, la nostra. Direi ‘la parola come ribellione alla banalità della comunicazione’… questa l’essenza della nuova ricerca artistica di Sergio Vanni”.
S.R.

Un verso di Vladimir Majakovskij recita: “La parola usignolo è piubella della parola capitalismo" Perche?
Forse per il suo significato, forse per l’eleganza grafica dell’una o dell’altra parola, forse per il suono, dolce e sibilante nella prima, duro e piatto nella seconda. Il verso del grande poeta russo ci fa riflettere su una semplice verita`: le parole, tutte le parole, possono essere scritte, ed allora diventano immagini, possono essere pronunciate, e diventano suoni. E se le pensiamo soltanto, che cosa diventano?

Dunque immagine, suono, pensiero.
Facciamo un salto indietro nel tempo.
Tutti conoscono l’antico quadrato magico “Sator Arepo Tenet Opera Rotas”, forse il primo esempio di poesia visiva. Le parole, scritte in colonna, possono essere lette con itinerari diversi, dando sempre lo stesso risultato. Tutta l’iscrizione è palindroma, come palindroma è la parola centrale Tenet. Il significato dell’iscrizione è oscuro, ma non è questo il problema. Il quadrato magico vive, e ancora ci affascina, per la forza compositiva, per la sua pura e semplice immagine, si potrebbe dire per il gioco linguistico che rappresenta. Siamo arrivati alla parola chiave: gioco.

Il gioco di parole ci coinvolge non soltanto per la sua forma verbale, o per il suo significato, ma anche per la disposizione grafica delle parole nello spazio, e spesso per le ambiguita`, le trappole, le sfide, gli inganni che le parole comportano.

L’intreccio tra parola e immagine, con tutte le possibilitad'uso dei diversi codici interpretativi, quello iconico, quello linguistico, quello simbolico e, perche no, quello sonoro, è il tema di queste opere.
La parola come ossessione, come malattia, come costante ricerca di soluzioni iconografiche possibili alle espressioni linguistiche, ai modi di dire, come ribellione alla banalita` della comunicazione ma anche, in tempi in cui la parola è spesso umiliata dalla superficiale e sgrammaticata approssimazione dei linguaggi contemporanei, come simbolo di salvezza.

Galleria Granelli
Via Guglielmo Marconi, 1D, 57016 Castiglioncello (Livorno)
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