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Suzanne Valadon: la pittrice ribelle di Montmartre

di Giorgia Mocci.

Suzanne Valadon: la pittrice ribelle di Montmartre

Donna geniale e dal grande fascino, Suzanne Valadon si è affermata in campo artistico grazie al suo spirito libero e ribelle. Nata come Marie-Clémentine Valadon a Bessines-sur-Gartempe il 23 settembre 1865 da una famiglia di umili origini, dovette subito rimboccarsi le maniche per vivere in maniera autonoma. Svolse varie professioni: la sarta, la pasticciera, la fiorista, la cavallerizza e l’acrobata per il circo Mollier. Talento incredibile, nel tempo libero si cimentò da autodidatta nel disegno di vari soggetti, come per esempio cani, gatti e cavalli.

Con la madre si trasferì poi a Parigi, dove iniziò ad avvicinarsi al mondo dell’arte lavorando come modella. Il primo pittore a notare la sua bellezza fu il francese Puvis de Chavannes, che ne esaltò la statura media, il colore perlaceo della pelle e le forme proporzionate; in seguito, la giovane avrebbe posato anche per Henri de Toulouse-Lautrec e Pierre-Auguste Renoir.

Anticonformista e ribelle, ebbe numerose relazioni non solo con gli artisti per cui posava, ma anche con il discusso compositore e pianista Erik Satie. Donna dalla tempra forte, presto si rese conto di avere una forte passione per la pittura: non voleva più essere solo il soggetto pittorico delle opere dei grandi artisti, ma diventare pittrice lei stessa.

«Ho avuto grandi maestri, da cui ho preso il meglio, ovvero i loro insegnamenti, i loro esempi. Ho trovato me stessa, ho creato me stessa e ho detto ciò che avevo da dire.»
Così Suzanne Valadon, lavorando come modella, aveva assorbito gli insegnamenti e le principali tecniche pittoriche dei grandi pittori francesi. Ad esempio molto importante fu l’amicizia che la legò ad Edgar Degas, grande pittore impressionista che spesso comprò i suoi quadri e i suoi disegni.

Sebbene fosse ragazza madre, riuscì a dedicarsi anima e corpo alla pittura, iniziando a cimentarsi nella realizzazione di dipinti aventi come soggetto nudi di donne e di uomini, le nature morte, i suoi familiari, paesaggi e animali.

I nudi e ritratti, resi con colori dalle tonalità acidule, forti, e con armoniose proporzioni, furono le opere a cui si dedicò di più. Fu la prima donna dell’epoca ad essere ammessa alla Société Nationale des Beaux-arts, dimostrando di sapersi affermare in un mondo dominato dagli uomini, in cui le donne non avevano voce in capitolo e potevano aspirare soltanto a ruoli inferiori, come quello della musa ispiratrice.

Suzanne Valadon – Les Baigneuses (1923), huile sur toile, musée d’Arts de Nantes

Tra i nudi della Valadon si ricorda Les Baigneuses, olio su tela che realizzò nel 1923: due donne nude si trovano in un interno decorato; una delle due è bionda e viene colta nell’atto di sistemare i capelli neri dell’altra che, invece, viene rappresentata con uno sguardo sognante mentre stringe le sue ginocchia.

Un altro famoso ritratto della pittrice francese è Nu à la couverture rayée, olio su tela del 1922 in cui viene rappresentata una giovane donna nuda seduta su un letto ancora disfatto. La modella scelta è sua nipote, collocata in una camera da letto con la porta chiusa, quindi un ambiente privato, intimo. I colori sono allo stesso tempo vivaci e tenui: da una parte, l’utilizzo dell’arancione e del rosso per le lenzuola e il tappeto; dall’altra, il rosa e l’azzurro chiaro per la colorazione dell’incarnato.

Suzanne Valadon – Le Lancement du filet (1914), huile sur toile, musée des Beaux-Arts de Nancy

Degno di nota è anche Le lancement du filet, olio su tela del 1914, in cui un nudo maschile viene analizzato in tre pose differenti per mostrare la giovinezza e la forza fisica del giovane. A essere esaltate sono soprattutto la bellezza e la sensualità del corpo maschile: aspetti che vengono accentuati ulteriormente dall’uso di colori caldi e sensuali. Il quadro fu presentato al Salon des Indépendants nello stesso anno della sua esecuzione, ma non ottenne grandi apprezzamenti, e anzi fu condannato per diffamazione.

Suzanne Valadon però, nel corso della sua carriera artistica, dimostrò di saper imprimere su tela anche altri soggetti pittorici, come ad esempio le nature morte. Uno dei quadri di questo ciclo pittorico fu per esempio Plat d’etain, olio su cartone del 1920, in cui viene rappresentata una natura morta composta da un piatto contenente della frutta, un vaso di fiori con delle felci all’interno, un vaso piccolo di ciclamini rosa e una brocca azzurrina. Tutti questi elementi compositivi sono collocati sopra una tovaglia bianca con decorazioni azzurre e arancioni.

Suzanne Valadon – Bouquet de roses, bleuets et fougères

Anche in Bouquet de roses, bleuets et fougères, olio su tela del 1930, viene rappresentata una natura morta: un vaso di rose bordeaux e rosa, fiordalisi viola e felci verdi, collocato su un mobile di legno, su uno sfondo dalle tonalità gialle e beige. Si tratta di una composizione molto essenziale che vuole mettere in risalto il vaso di fiori.

Suzanne Valadon riuscì a farsi strada come pittrice andando contro i dettami dell’epoca; fu sempre controcorrente e libera, non sottostando mai alle regole e alle imposizioni della società. A differenza di altri artisti, realizzò anche quadri in cui riuscì a dare voce alle classi sociali umili. I suoi lavori mostrano la sua volontà di vivere in maniera libera uscendo sempre dagli schemi, una sorta di riscatto sociale a dimostrazione che anche le donne, seppur di umili origini, quando hanno talento riescono ad emergere. Anche essere ammessa al Salon des Indépendants fu per lei un evento significativo e importante.

Il suo modo di essere e tutta la sua arte sono racchiuse in una sua frase iconica: «Non bisognerebbe mai mettere la sofferenza nei disegni, ma tuttavia non si ha nulla senza dolore. L’arte (è qui) per rendere eterna questa vita che noi odiamo.»

Amava farsi chiamare la figlia della tempesta e, con la sua libertà, il suo spirito di ribellione e il suo immenso fascino, la pittrice di Montmartre riuscì a diventare un nome noto nella sua amata Parigi. Suzanne Valadon morì in un modo altrettanto particolare: fu colta da ictus mentre stava dipingendo davanti al suo cavalletto il 7 aprile 1938.
Giorgia Mocci.

Immagine in evidenza
Henri de Toulouse-Lautrec, Gueule de bois (vers 1888), Portrait de Suzanne Valadon, Cambridge, Fogg Art Museum (part.)
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