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Cesare Ancellotti. Ricordi del mondo contadino
sabato 3 Dicembre 2022 - giovedì 15 Dicembre 2022
sede: Galleria Arianna Sartori (Mantova).
“(…) Tra la fornace, la pieve, la stalla, il casolare, i fossi, le zolle, i pioppi, i filari, il grano, l’uva, le zucche, il fieno, la robinia, le patate, le viole, i nidi, i cavalli, le oche, i torelli, i cani randagi, la neve, il vento, il solleone, il temporale, la veglia notturna, il desco, la potatura, la semina, il raccolto. Il suo mondo è qui. Qui, dove Ancellotti ha i suoi legami di sangue e di cultura, sembra che egli senta battere i polsi dell’intera civiltà dell’uomo e, ogni giorno levarsi, con il sole il battito profondo dell’anima universale. (…) La natura, gli uomini, le creature. La pittura di Ancellotti aiuta ad intenderli, a renderci ancora degni di loro, a viverli, seppur nel ricordo, come l’approdo a un’isola lontana, forse irraggiungibile, ma nella quale avremmo voluto restare per tutta la vita. Ma per avere il bene di entrare in rapporto con la voce meravigliosamente generosa e innocente di Ancellotti, forse bisognerebbe essere come lui. Bisognerebbe cambiare tutta la propria vita. Ma è tardi, è impossibile. Gli si renda grazie di attendere ogni giorno che, un poco anche per noi si alzino i colori di una verità semplice come fosse la cosa più bella e più giusta sulla terra”.
Gian Maria Erbesato
“Lo svolgimento quasi religioso della vita che si perpetua nonostante tutto. Un’esigenza profonda dello spirito continua, con i suoi colori, a parlare al cuore degli uomini con la tenera dolcezza della terra padana, con la sicurezza dei suoi cicli stagionali. (…)”.
Domenico Pirondini
“(…) Una cosa mi pare certa: il taciturno Ancellotti affida la parola ai suoi dipinti per inviarci un messaggio sincero (e quali sempre poeticamente compiuto) sulle ragioni nuove del rapporto uomo / natura che la civiltà industriale è giunta a mettere in pericolo. E la fa senza enfasi, con semplicità e con intensità d’accenti che trovano la loro linfa nella memoria di un mondo contadino cambiato. (…)”.
Mario Cadalora
“(…) Tanta gioia, tanta freschezza, tanta luminosità, tanto sorriso e felicità di vita spira dai suoi quadri, che ci stupisce piuttosto che essi siano dipinti e non finestre aperte sui paesaggi da cui si rivelano con letizia se pur non senza un pò di nostalgia, la visione e il ricordo. Senonché guardando, ammirando e godendo una così miracolosa festa di colori e di luce, la florida letizia della terra, la giovinezza eterna del sole e questi cieli percorsi da ventose galoppate di nubi e le creature che popolano la terra, si sente che qualcosa di essenziale ha raggiunto il pittore al vero per quanto bello, alla natura per quanto meravigliosa. (…)”.
Zanerini
“(…) I suoi dipinti parlano un linguaggio generalmente semplice e comune, con cadenze dialettali, attraversato qua e là da fremiti di poesia, da sommesse frasi melodiche. Ed è sorprendente, ma in fondo naturale, che il fluire calmo e placido di questa pittura abbia di tanto in tanto delle impennate e raggiunga vertici di trasfigurazione surreale in talune trame cromatiche di celestiale finezza e luminosità o, all’inverso, in certe atmosfere inquietanti e cupamente corrusche (…)”.
Franco Pone
Inaugurazione
Sabato 3 dicembre alle ore 16.30
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(part.)