David Jang. Replication

sede: Ronald H. Silverman Fine Arts Gallery (Los Angeles, Stati Uniti).
cura: Cynthia Penna.

David Jang è un artista versatile che utilizza un lessico estremamente variegato.
I principi della sua produzione artistica si basano sulla trasformazione della realtà, sull’accumulazione di materiale e ripetizione del movimento dell’oggetto nello spazio nonché sull’interferenza della luce sull’oggetto, che lo conduce verso un nuovo genere di cinetismo.

Jang interpreta il fatto artistico come una scienza applicata e prestata all’arte: indaga il fatto scientifico e lo eleva a manufatto artistico attraverso luce, colore e materia che si intersecano tra loro in una sorta di stupefatta epifania della percezione visiva. Emozione e scoperta sono le pietre miliari della sua produzione insieme alla percezione visiva della luce che interagisce con l’oggetto e ne modifica la struttura simbolica.

La ripetitività del movimento dei suoi “meccanismi cromatico/luminosi” crea nello spettatore una visione ipnotica dell’oggetto in uno con la scoperta di nuovi modi di percepire lo stesso in attesa di ciò che accadrà in seguito.

Jang lavora per trasformazione della materia quando elabora le sue opere con materiali di scarto che egli ricicla attraverso la trasformazione fisico/chimica degli stessi, fornendo allo stesso materiale una nuova vita.

Quindi il tema del Tempo come possibilità di trasformazione e come trasformazione in sé sia dell’essere umano che degli oggetti, è l’altro tema dell’indagine dell’artista.

Replicazione, trasformazione, sincronismo e movimento sono i cardini di una grammatica che punta al superamento della dicotomia vita/morte instaurando con lo spettatore un rapporto ludico di gioco percettivo; Jang invita lo spettatore a giocare con le sue opere per sperimentare con lui nuove possibilità di percezione e altri modi di vedere il mondo delle cose.

Un’esperienza immersiva totale di percezione variabile o percezione dilatata che ci permette di vedere lo stesso oggetto che usiamo nella nostra vita quotidiana da un’altra prospettiva e con un’altra funzione.
Cynthia Penna