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Enrica Borghi. Riverbero

sabato 1 Maggio 2021 - domenica 13 Giugno 2021

Enrica Borghi. Riverbero

sede: Villa Borromeo d’Adda (Arcore, Monza).
cura: Simona Bartolena, Pierre Padovani.

Villa Borromeo d’Adda di Arcore conferma il proprio ruolo di spazio culturale e luogo destinato all’arte accogliendo due nuove importanti mostre nelle proprie stanze. La prima, “Io guardo ancora il cielo”, un’antologica di Federico Faruffini, grande protagonista dell’Ottocento italiano, prosegue idealmente le due precedenti esposizioni dedicate rispettivamente alle figure femminili nell’arte del XIX secolo e a Carla Maria Maggi, la pittrice ritrovata. Ad essa è stata affiancata, in un dialogo stimolante e ricco di spunti di riflessione, la mostra “Riverbero”, personale di Enrica Borghi 1, che portera` una ventata di contemporaneita` negli spazi storici della Villa. La mostra si trasferira` poi negli spazi del Castello Reale di Govone, residenza sabauda in provincia di Cuneo, per inaugurare alla fine di giugno.

L’idea di ambientare in luoghi storici, fortemente connotati, opere d’arte contemporanea non è certo nuova. Il dialogo tra il linguaggio attuale dei lavori esposti e la classicita` degli spazi circostanti produce un effetto sempre affascinante e capace di suggerire percorsi esperienziali interessanti. In questo caso, pero`, il concetto dell’esposizione supera il livello della relazione estetica tra due mondi, cercando motivi di riflessione molto piu` profondi. Le opere esposte si mettono in dialogo con la storia del luogo, ne colgono e ne amplificano il ricordo, la reinterpretano in una continuita` che non vuole creare cesure o sottolineare contrasti con il passato ma diventarne parte, proiezione, riverbero, appunto. L’eleganza di un abito, la grazia di un gioiello, il lusso di un arredo rivivono in chiave contemporanea negli oggetti realizzati dall’artista. Opere che paiono voler trasmutare la memoria del luogo, cogliendo una comunicazione che permane come un dialogo aperto. Con il gusto del mescolare gli affioramenti di un “baluginare lontano” dentro lo spettro caleidoscopico della contemporaneita`.

Dove ci aspetteremmo materiali preziosi troviamo, invece, oggetti di scarto, packaging, elementi di riciclo strappati dai cestini della raccolta differenziata della plastica. Con una sorprendente eleganza, frammenti dei detersivi che ossessionano la quotidiana “guerra batteriologica” e che getteremmo via fanno rivivere la storia di un luogo. La riportano nel qui e ora della stringente riflessione contemporanea sul tema del “rifiuto”.
La mostra intreccia quindi tre motivi fondamentali, da sempre molto presenti nella ricerca di Enrica Borghi: la relazione con l’ambiente circostante e la sua storia passata e presente, il tema ambientalista e la “questione femminile”. Nasce quindi il cortocircuito del “valore”, dell’emozione delle raccolte di oggetti degli esploratori dell’Ottocento che con uno sguardo incantato restavamo affascinati dallo stupore dell’esotico.
Per l’occasione, oltre alle consuete installazioni composte da materiali poveri e di recupero, Enrica Borghi ha realizzato alcuni nuovi lavori in cui fa dialogare elementi di “natura”, come una serie di fotografie dedicate alla Villa e al suo splendido parco. Fotografie che elaborano la visione attraverso dei filtri ottenuti dal colore di contenitori in plastica e che ricordano i filtri o le gelatine degli anni Settanta. In tema di “riverbero” con gli statuari lampadari di Murano presenti nella Villa verra` esposta l’opera realizzata nell’estate 2020 a Murano, presso lo Studio Berengo, dedicato al tema dell’inquinamento della laguna di Venezia intitolata “Grey Laguna”.
Compaiono inoltre due “corazze” che fanno dialogare materiali dissonanti come lane grezze con plastiche dei contenitori dei detergenti di uso quotidiano. Le due armature simulano la protezione di donne guerriere, facendo emergere citazioni da Hans Ruedi Giger ma anche il panno della mantella di cappuccetto rosso, gli abiti di Pierre Cardin degli anni Sessanta e i film di Mad Max.
Le corazze sono un progetto realizzato in collaborazione con l’ITS TAM di Biella e le lane “etiche” di Gomitolorosa. Inoltre, in omaggio a Federico Faruffini, protagonista della mostra ospitata nello stesso periodo nei sotterranei della Villa, l’artista ha realizzato un’installazione ispirata a “Toletta antica”, capolavoro del pittore ottocentesco del quale la Borghi ha colto, come elemento specifico e condiviso, l’attenzione particolare per il mondo femminile.

Con un’ironia sferzante ma mai aggressiva, Veneri artificiali composte di unghie finte ricompongono un giardino d’inverno, gioielli di plastica dialogano con pietre preziose realizzati dall’orafo di Valenza Margherita Burgener e arazzi di materiale di recupero intrecciati a telaio ricordano il “pattern” della coperta della nonna. Tutto questo abita – tra sogno e realta`, tra verita` e illusione, tra naturale e artificiale – le stanze della villa giocando con la storia, con l’identita` femminile, con l’evoluzione del gusto e con il sempre urgente problema ecologista.

Correda inoltre la mostra un catalogo pensato dall’artista come uno spazio “ideale” e concettuale tra Villa Borromeo d’Adda e il Castello Reale di Govone. Un balzo dentro l’Ottocento senza confine di tempo. Catalogo, edizione d’artista, in mostra con testi di: Simona Bartolena e Pierre Padovan.i

Note

  1. Enrica Borghi oggi vive e lavora sulle colline del Lago d’Orta. Si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, nel 1989. Insegna Materie Plastiche presso il Liceo Artistico “F. Casorati” di Romagnano. è Fondatrice e Presidente dell’Associazione Culturale Asilo Bianco. Tra le numerose personali ha esposto al Castello di Rivoli, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, al MAMAC di Nizza, al Muse´e des Beaux-Arts di Bordeaux e all’Estorick Collection di Londra, ricordiamo inoltre l’installazione “Luci d’Artista” a Torino, presente dal 1998 con “Palle di Neve”. Artista poliedrica, eclettica e molto originale, dalla cifra stilistica inconfondibile, Enrica Borghi lavora soprattutto con i materiali di scarto, ridando vita e bellezza a oggetti destinati a essere gettati nei rifiuti. Nella sua indagine ha un ruolo di rilievo l’universo femminile, da lei esplorato come immaginario estetico ma anche nelle pratiche e nelle ritualita`. Le sue opere sono frutto di processi “alchemici” capaci di trasformare i rifiuti in oggetti nuovamente seducenti.

Dettagli

Inizio:
sabato 1 Maggio 2021
Fine:
domenica 13 Giugno 2021
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

VILLA BORROMEO D’ADDA
Largo Vincenzo Vela, 1
Arcore, Monza 20862 Italia
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