sede: Villa Greppi (Monticello Brianza, Lecco).
cura: Simona Bartolena.
«Senza volontà di giudizio, senza velleità spirituali, Federica Zianni osserva la deriva dell’ambiente che ci circonda, il suo diventare sempre più artificiale, sempre più distante da quella materia organica che è capace di generare vita».
È l’arte di Federica Zianni, l’artista che per due mesi ha soggiornato e lavorato negli spazi che dal 2018 il Consorzio Brianteo Villa Greppi destina alle Residenze d’Artista, così descritta dalla responsabile del progetto nonché storica dell’arte Simona Bartolena.
«Nel corso della sua residenza – spiega la curatrice Bartolena – Federica Zianni ha prodotto tre installazioni. Il tema su cui si è espressa è presente da tempo nella sua ricerca: l’uomo, pensato come “animale culturale” e non come essere naturale. Dalle uova che compongono la prima installazione non nasce nulla, sono uova sterili, come sterile è la condizione umana e sterile è il bosco di rametti secchi che spuntano dai gusci di gesso. L’idea di quei rametti è all’origine della prima installazione: a suggerirla a Federica Zianni è stata proprio l’attività di mantenimento del parco di Villa Greppi, osservando la potatura dei rami secchi degli alberi. Ai rami veri, a cui aveva inizialmente pensato, ha poi sostituito rami in ferro, a sottolineare l’artificialità degli elementi che compongono queste strane creature, vagamente surreali, certamente poetiche, capaci di farci ragionare sulla sostanziale incapacità dell’essere umano di andare davvero al cuore delle cose, di cogliere a pieno il mistero della Natura».
Una ricerca, quella dell’artista, che da sempre pone al centro l’idea del bozzolo chiuso: un bozzolo creato da fasce che avvolgono e costringono, che suggeriscono stati di solitudine e isolamento e che, anche nel caso dell’installazione a Villa Greppi, circondano le grandi uova protagoniste della seconda opera. «Sono uova vuote, anche loro sterili, come quei rametti di ferro – riprende Bartolena – che non sanno produrre foglie o boccioli. C’è senza dubbio uno stato di rassegnazione nello sguardo della Zianni, ma è una rassegnazione che non porta al nichilismo, bensì a un lirismo poetico e dagli accenti onirici e immaginifici, offrendoci visioni che non spaventano, ma piuttosto ci attraggono, facendoci riflettere con gentilezza».
Inaugurazione
sabato 1 giugno alle 16:30