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Io sono verticale – Mostra collettiva
sabato 22 Febbraio 2020
sede: Monitor – Palazzo Maccafani (Pereto, L’Aquila).
Non c’è nulla di più contrario alla natura della verticalità umana.
Gli alberi sono verticali, come pure i fili d’erba, i fiori e le piante e -naturalmente- anche l’uomo lo è.
I primi sono incatenati alla terra, da cui traggono linfa diretta e sostentamento.
L’uomo, invece, semplicemente, vi si appoggia.
L’orizzontalità sarebbe stata la condizione perfetta, sosteneva Silvia Plath, quella che più di tutte avrebbe finalmente favorito l’anelato connubio uomo-natura.
Al di là delle nubi che -basse e cariche di pioggia- abbracciavano le parole e i pensieri della complessa ed insuperata scrittrice, la sua intuizione vibra di bruciante perfezione.
Da qualsiasi punto del borgo di Pereto, finestra, terrazzo o sporgenza si guardi, la montagna e la pianura sottostante sottolineano la loro imponente presenza tanto vicina all’occhio umano quanto lontana dai sensi necessari ad esperirla.
Da qui nasce questa idea di mostra che si appoggia ad un’impressione di paesaggio, assaporandone la parte zuccherina della superficie, tentando di scavarne i meandri per raggiungerne il cuore.
Io sono verticale vuole essere un omaggio all’elemento naturale e alla continua tensione umana verso una impossibile compenetrazione.
Gli artisti invitati a partecipare a questa mostra hanno avuto stimoli diversi e diverse reazioni: con alcuni la conversazione si è incentrata quasi esclusivamente sul lirismo delle parole della poetessa americana, con altri è stata fatta una visita quasi notturna al borgo di Pereto, con uno o due esclusivamente si è dipanato il racconto dello stesso e la condivisione della riflessione che alla fine tutto lega.
Elisa Montessori affida al nero della scrittura la volontà di tracciare delle linee fatte di luci ed ombre a comporre forse un minuscolo dettaglio o forse una macro geografia; Nino Migliori negli anni Novanta trovava a Copenaghen un paesaggio immoto, fissato con gesti minimi e -forse casuali- in comuni recipienti di vetro; Oscar Giaconia affida il suo gesto pittorico ad una componente immaginifica e organica -l’olio, tra i beni più preziosi della natura; Armanda Duarte associa il momento del riposo alla contemplazione; Lucia Cantò tesse le parole, che tanto evocano momenti e luoghi passati; Eliano Serafini va ad investigare le pieghe intime dell’Io.
Io sono verticale. Ma vorrei essere orizzontale.
Espongono: Lucia Cantò, Armanda Duarte, Matteo Fato, Oscar Giaconia, Nino Migliori, Elisa Montessori, Eliano Serafini
Contributi critici di: Arianna Paragallo per Elisa Montessori, Stefano Verri per Nino Migliori, Claudia Santeroni per Oscar Giaconia, Matteo Fato per Eliano Serafini e Lucia Cantò, Joao Silverio per Armanda Duarte