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Live Arts Week – Settimana della Performance. IX edizione

giovedì 26 Marzo 2020 - sabato 4 Aprile 2020

Live Arts Week - Settimana della Performance. IX edizione

sede: Varie Sedi (Bologna, Modena).

Live Arts Week, la Settimana della Performance ideata da Xing giunge alla nona edizione dilatandosi in due settimane: due cicli separati che si intensificano nei weekend ma connessi da azioni continuative. Questa serie di gesti e interventi costruisce una geografia puntiforme di luoghi e traiettorie dove concentrarsi e disperdersi, ritrovarsi di nuovo e poi ripartire. Il programma si dispiega nella città di Bologna tracciando una costellazione di spazi dedicati alla differenziazione dell’esperienza.

Il primo ciclo di Live Arts Week IX si attiva giovedì 26 marzo tra le gallerie della Manifattura delle Arti in via Azzo Gardino con azioni che si ripetono e si sviluppano nei giorni successivi.
Gli spazi di P420 ospitano la prima italiana di Rehab Training, durational performance dell’artista sud coreana Geumhyung Jeong, protagonista di un focus che coinvolge anche la FMAV Fondazione Modena Arti Visive* dove è in corso la personale Upgrade in Progress ed è in programma per il 29 marzo l’azione Live demostration tour. L’artista, che ha un background tra coreografia e animazione, e il cui lavoro interroga la relazione tra il proprio corpo e le tecnologie con delicata ossessione e ambigua sensualità, esegue a Bologna un ‘programma di riabilitazionÈ con dispostivi e attrezzature applicato a un manichino immobile a grandezza naturale, usato nel settore sanitario per formare gli infermieri. Col passare del tempo l’oggetto inorganico inizia a prendere una sua vita. In un ipnotico e perturbante ciclo di lavoro si sviluppa una relazione in cui sfuma il confine tra soggetto e oggetto, esecutore ed eseguito, performer e performato, rendendo visibile l’ineludibile legame tra il nostro corpo e il desiderio macchinico.

Localedue è dedicato a Yeah You, il duo padre/figlia composto da Gustav Thomas ed Elvin Brandhi (elettronica e voce) e alle loro escursioni musicali e geografiche improvvisate, che hanno battezzato Kh-art (Car-art): un’arte portabile su quattro ruote, quelle di un’auto familiare che nasce dal desiderio di creare in qualsiasi condizione e tempo. Nella galleria è installato l’in-car video K(h)ar-t- from Khot to Krutch to Vhod. I’m not, I’m knot, un concerto registrato durante il tragitto compiuto in auto da Utrecht ad Amsterdam. Negli spazi esterni e dal vivo, si può assistere e partecipare a This Instead, le sound performance urbane di Yeah You in zone diverse della città: la Piazzetta Azzo Gardino e l’area del Ponte Stalingrado dello Spazio Hera. Seguendo gli spostamenti di Live Arts Week, l’auto costituisce uno stage mobile, con lui al volante e lei come passeggera. Dall’abitacolo esce un noise-pop lo-fi con basi distorte che fungono da piattaforma instabile per i flussi di coscienza, furiosi, profondi o non-sense, cantati da Elvin. Una famiglia nucleare esplosa che sconvolge l’uniformazione psichica imposta dai ruoli normativi.

Sabato 28 marzo l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ospita la lecture performance Morestalgia28032020 di Riccardo Benassi: prosegue il progetto dell’artista – vincitore di Italian Council – che ruota attorno al neologismo da lui creato per aggiornare il sentimento della nostalgia nel tempo di internet e dei social network. Dopo l’installazione della tenda multimediale led che a gennaio, dopo un tour internazionale, ha accolto i viaggiatori della Stazione Alta Velocità di Bologna Centrale, i contenuti testuali del progetto si aggiornano e geolocalizzano sotto forma di una lezione aperta, accompagnata anche dal book launch di un tascabile edito da Nero Publishing.

In chiusura della prima settimana, nelle architetture industriali dello Spazio Hera ha luogo la performance Hypernating dei dance makers Cristina Kristal Rizzo e Charlie Laban Trier, una pièce immersa nell’oscurità che si sviluppa come un racconto del corpo, un monologo interiore che diventa un potenziale discorso collettivo. Un corpo porta voci e storie che mirano a mettere in discussione una società ancora ossessionata dalla realtà biologica: una voce cieca come l’oracolo Tiresia, ma anche una terza voce che è la trama di una collisione artificiale. In una unicità prismatica la situazione costruisce architetture e visioni che continuano ad apparire e scomparire nell’oscurità, come tracce di un tempo super-illuminato. È una finzione dove i corpi riflettono sulle loro connessioni con un mondo sotterraneo: forse è una canzone d’amore?

Giovedì 2 aprile si apre il secondo lungo weekend di Live Arts Week IX che vede le stanze di Palazzo Vizzani ospitare le azioni quotidiane e notturne di personalità artistiche poliedriche che ne diventano i temporanei abitanti.
EM-[i/o]:Son-Aut-[i/o]; prototype self è il campus sonocyb messo in atto da [symb-[i/o]-te]+[“the being formerly known as onyx ashanti”]=…onyx:em-[i/o]:sonaut-[i/o]…, nome della transazione identitaria e del percorso di auto-apprendimento, ovvero di riprogrammazione perpetua, attuato dall’artista, musicista, performer, programmatore, ex busker digitale e inventore della fono-cibernetica, Onyx Ashanti. La sua presenza, per la prima volta in Italia, prevede ogni giorno momenti di visita e incontro, trasmissioni di dati e azioni sonore performative indoors e outdoors.
Verosimilmente connesso è invece la micro casa/studio che espone il mondo produttivo di Canedicoda, artista, designer, musicista, garment-furniture-food maker, grafico, stampatore serigrafico, organizzatore che ritorna come presenza immancabile a Live Arts Week. Si tratta di una struttura su ruota con delle estensioni temporanee, un mobile (che letteralmente si muove, si apre e si chiude) dentro il quale lui stesso campeggia quotidianamente, brulicante di oggettistica e di elementi che possono staccarsi e andarsene via, acquisiti dai visitatori.
Le serate di Palazzo Vizzani sono scandite dalla sessione tripartita del sound artist ed editore multidisciplinare inglese Graham Lambkin tra field recordings, improvvisazione elettroacustica e spoken-word. I suoni e gli umori di Tradewinds, detriti sonori del mondo esteriore distillati in un corpus musicale dal fascino sottile e ipnotico, sono proiettati nel silenzio di una casa vuota ricreando l’intimità di una musica da camera.

Nel ciclo finale di Live Arts Week IX, ciascuna serata è dedicata a una figura chiave della scena coreografica internazionale.
La coreografa, performer e sound-maker greca Katerina Andreou presenta nello Spazio Hera la prima italiana di Bstrd, solo in cui riafferma il suo stile contraddistinto da un’energia esplosiva, frutto di un processo lento, radicale e solitario. La danza di Andreou si ingenera sui limiti determinati dallo sforzo e dalla fatica. Con un giradischi come partner, agisce in una geometria immaginaria che rappresenta il perimetro per l’esercizio fisico di una ‘pura impurità’. Un ambiente sonoro – ispirato alla house music come pratica di métissage – dove si manifestano stati di presenza in cui i meccanismi corporei e gli schemi mentali potrebbero irrompere in un ascetismo contemporaneo.

La coreografa e performer norvegese Mette Edvardsen insieme al compositore inglese Matteo Fargion presentano, al Teatro Auditorium Manzoni, la prima italiana dell’opera Penelope sleeps. I rapporti tra vocalità e musica, lo spazio e le dimensioni, si rifanno all’immaginario operistico, ma lo trasformano reinterpretandolo con il loro peculiare approccio minimalista. Mette Edvardsen, che da anni lavora su un’idea di coreografia come scrittura, e Matteo Fargion, musicista e compositore di un teatro concettuale che intreccia suono, gesto e linguaggio, hanno convocato per questa opera portata al ‘grado zerò la versatile soprano Angela Hicks. Il libretto è un essay narrato in un’atmosfera sospesa in cui le relazioni tra una donna, il mondo e l’altro, si fanno e si disfano. Penelope non è qui la figura del mito omerico in senso letterale, ma compare più intessuta che tessitrice, evocata da voci parlate e cantate e da una musica d’armonium e synth.

La ex Chiesa di San Mattia ospita infine la coreografa e danzatrice svizzera Yasmine Hugonnet con la performance Chro no lo gi cal. Tre corpi fuori da ogni cronologia mostrano l’inizio e la fine della loro auto-conservazione. Il parlato nascosto e le figure composte da tre donne, tra equilibrio e inerzia, come a misurare ogni spostamento della gravità, sembrano alludere a una nuova vittoria sul tempo. Vediamo e ascoltiamo forze che germogliano, crescono e cambiano costantemente, seguendo flussi, progressioni e ritenzioni in un De rerum natura reloaded. A Bologna, il trio Chro no lo gi cal diventa un concerto coreo/grafico dove linguaggi invisibili emergono nell’architettura, che fa da eco all’immaterialità di voci ventriloque, spostando continuamente lo spazio del significato.

Arrivato al suo nono anno di vita, Gianni Peng IX, nome che accompagna il festival nella sua evoluzione come fenomeno transidentitario, continua a distinguersi in Italia come rara occasione dedicata alle live arts, presentando un insieme eterogeneo di performance che ruotano intorno alla presenza e all’esperienza percettiva di corpi, movimenti, suoni e visioni. Anche in questa edizione Peng attraversa Bologna, connettendosi con Modena con un nuovo programma di opere dal vivo (performance, situazioni, ambienti e concerti, test e derive, con date uniche, produzioni e anteprime) presentate da personalità di spicco della ricerca contemporanea internazionale.

*Upgrade in Progress (FMAV Fondazione Modena Arti Visive, 6 marzo – 2 giugno 2020) è la prima personale di Geumhyung Jeong in Italia. L’esposizione, a cavallo tra scultura, performance e video, presenta una nuova installazione site-specific con dispositivi protesici, manichini, strumenti hardware e robot meccanici amatoriali a controllo remoto, progettati dall’artista. Le sculture meccaniche, collocate su una serie di piani di lavoro modulari, trasformano le sale della Palazzina dei Giardini in un unico stage, anche studio-laboratorio dove l’artista in residenza ha potuto svolgere test ed esperimenti sui ‘giocattoli’. L’ambientazione spaziale è intervallata da una serie di opere video. Domenica 29 marzo l’artista interagirà con gli oggetti che compongono l’installazione alla Palazzina dei Giardini operando come in un teatro anatomico futuribile con l’azione Live demostration tour.

Immagine in evidenza: Katerina Andreou  – BSTRD performance

SEDI

Localedue
Via Azzo Gardino 12/C
Bologna

P420
Via Azzo Gardino 9
Bologna

Accademia di Belle Arti di Bologna – Aula Magna
Via delle Belle Arti 54
Bologna

Spazio Hera
Viale Berti Pichat/angolo Ponte Stalingrado
Bologna

FMAV – Palazzina dei Giardini
Corso Cavour 2
Modena

Palazzo Vizzani
Via Santo Stefano 43
Bologna

Teatro Auditorium Manzoni
Via De’ Monari 1/2
Bologna

Ex Chiesa di San Mattia
Via Sant’Isaia 14
Bologna

Luogo

VARIE SEDI – BOLOGNA
Bologna, 40121 Italia + Google Maps