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Luca Pignatelli. La casa delle Muse
venerdì 5 Luglio 2019 - domenica 25 Agosto 2019

sede: Villa La Versiliana (Marina di Pietrasanta, Lucca).
cura: Sergio Risaliti.
Le opere, tutte inedite, saranno allestite al piano inferiore della Villa in una istallazione d’impianto museale che asseconderà gli storici ambienti dell’edificio: grandi tappeti dipinti per l’occasione, con al centro i volti della statuaria classica, si sostituiranno alle tende che originariamente erano collocate a ridosso di finestre e porte-finestre affacciate sul celebre parco della Versiliana.
Con questa nuova installazione, Pignatelli fa compiere ancora una svolta concettuale ai suoi dipinti, veri e propri dispositivi di memoria, che si liberano della cornice e perfino della parete in un ambiente di carattere immersivo fungendo nell’ambiente come veri e propri drappi.
L’artista presenterà altre due opere assolutamente inedite nel suo percorso, con le quali intende dichiarare un ulteriore superamento della pittura da cavalletto per opere installate tra scultura e pittura, che evidenziano il suo legame con le neo-avanguardie degli anni Sessanta e Settanta, in particolare Neo-Dada e Arte povera. Si tratta di due custodie per strumenti musicali, in questo caso per arpa, che hanno aspetto di sarcofaghi, in cui si trovano incubate immagini di teste classiche dipinte di blue. Se la custodia rinvia al custodire della memoria, lo strumento evoca oltre alla musica l’arte poetica, per un sotteso riferimento a Orfeo, nonché a Davide re d’Israele e a Marsilio Ficino, massimo esponente del neo-platonismo rinascimentale a Firenze, che consigliava l’ascolto dell’arpa per mitigare i furori malefici ela pazzia.
Il titolo, La casa delle Muse, fa riferimento alla natura variata delle arti che convivono assieme alla loro madre Mnemosyne nello stesso luogo. Secondo questa mitica genealogia scultura e pittura non possono essere scisse dalla memoria, quindi dalla storia dell’arte che precede sempre ogni atto o invenzione artistica. L’immagine artistica gioca quindi con il passato più memorabile e, infatti, la memoria ha una centralità assoluta nel lavoro di Pignatelli. L’immagine per l’artista, noto per i suoi dipinti caratterizzati da rimandi al mondo della statuaria classica, è una sorta dicustodia atemporale. Misurandosi con il passato, Pignatelli ne prende cura e lo innalza in una dimensione che non è quella lineare e cronologica di un prima e dopo, perché va considerata in termini trascendentali e archetipici a un tempo, cioè in senso trasversale rispetto all’asse evolutivo tradizionale.
Proprio a tale proposito risulta particolarmente allusiva la presentazione per la prima volta in assoluto proprio di due custodie di arpe storiche con all’interno non più teste classiche ma un rivestimento astratto, che di queste icone ha fatto sempre da sfondo, e che risulta un lavoro autonomo associabile al color rosa mauve, del tutto inatteso.
Questa tipologia di lavori assecondano iconograficamente ed istallativamente le sperimentazioni già presenti nella recentissima mostra di Pignatelli ospitata al Museo Stefano Bardini di Firenze dove, dopo le grandi retrospettive monografiche di John Currin e Glenn Brown, l’artista ha esposto una serie di dipinti e collage dislocati nelle diverse stanze del museo tra le opere della collezione appartenuta al noto antiquario e collezionista fiorentino.