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Mabi Sanna e Augusto Mola. Di cielo e di terra
venerdì 24 Maggio 2024 - domenica 9 Giugno 2024

sede: Sala d’Arte Donne senza volto (Cagliari).
cura: Ivana Salis.
L’esposizione si configura come un dialogo tra le opere pittoriche e di design di Mabi Sanna e le creazioni ceramiche di Augusto Mola, il cui denominatore comune è quello di indagare l’universo femminile. Un’esplorazione che vede i due artisti attingere al patrimonio figurativo popolare della Sardegna, con i suoi abiti tradizionali, per giungere ad una lirica sintesi formale che offre una visione emblematica della donna.
I dipinti ad olio di Mabi Sanna, inediti legati alla sua ultima produzione, sono popolati da una pluralità di figure femminili prive di volto che si muovono all’unisono, espressione di una comunità animata da un sentimento di appartenenza e solidarietà con cui affrontare le vicissitudini dell’esistenza. Le sue donne prendono corpo sulla tela da stesure di colore materico ed emergono da uno sfondo velato ora di bruma ora di terra, immagine di spazio indeterminato e senza tempo. Imprescindibile nella ricerca espressiva di Mabi Sanna è la componente contemplativa nutrita dalle letture delle sacre scritture, fonte d’ispirazione e di riflessione sull’umanità tutta. Accanto alle tele troviamo i suoi lavori di design: le sedie “Donne senza Volto”. Antiche sedie, testimonianza del passato, trasformate in oggetti artistici da un linguaggio che guarda alla tradizione dell’intreccio tessile per elaborare linee contemporanee che, evocando le forme femminili, raccontano le storie di altrettante donne.
Augusto Mola presenta le “Sospese”, una serie di sculture frutto di un’innovativa ricerca che l’ha visto affermarsi nel panorama della ceramica sarda contemporanea. Una ricerca quella di Mola che rappresenta l’evoluzione di una lunga tradizione familiare iniziata dal nonno negli anni Trenta e proseguita con il padre, dal quale ha appreso le varie tecniche di lavorazione. Le “Sospese” sono delicate ed eleganti figure femminili in argilla smaltata, che svettano verso il cielo grazie a un perno metallico fissato a una base in pietra. È mediante un linguaggio sintetico ed essenziale che Mola ne definisce le forme affusolate e longilinee, e i particolari decorativi, una cuffietta, un corpetto, la manica di una camicia, che permettono di riconoscere l’abito delle donne di Desulo, di Ollolai o di Atzara.
Entrambi gli artisti, sottolinea Ivana Salis, “conducono una ricerca visiva che ha come perno fondante la figura femminile, derivata dall’iconografia della donna sarda in costume identitario. Con il riferimento al Cielo e alla Terra si sintetizza la poetica dei due, volta alla rappresentazione di soggetti che lasciano le forme consolidate della tradizione storica trasformandosi in una reinterpretazione personale, poetica, metafora di ascesa spirituale verso l’alto. ”
Inaugurazione
24 maggio, alle 18.30
Immagine in evidenza
Mabi Sanna, Distratti o astratti, 2023