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Marco De Sanctis. Le piangenti
sabato 25 Gennaio 2025 - domenica 16 Marzo 2025

sede: Platea – Palazzo Galeano (Lodi).
Platea – Palazzo Galeano presenta “Le piangenti”, personale di Marco De Sanctis. La mostra si sviluppa come un duplice intervento che coinvolge la vetrina di Palazzo Galeano in Corso Umberto, dove è esposta una nuova produzione su carta dedicata alle nuvole e il cortile della Biblioteca Laudense in via Fanfulla 2 che ospita una scultura che, come evoca il titolo, è tratta dalla serie intitolata “Les Pleureuses”.
“Le Piangenti”, termine che declina l’intera serie al femminile anche se non identifica il genere esteriore dei soggetti, raffigurano calchi di frammenti di sculture classiche, modificati con l’innesto di elementi naturali all’altezza della fronte. Attraverso l’apposizione di ossidi e l’esposizione alla pioggia, questi inserimenti generano reazioni chimiche dando così corpo a delle colature che rievocano il pianto. Un pianto liberatorio che non rimanda alla debolezza quanto al lamento funebre, richiamando alla memoria le antiche figure delle prefiche che avevano un ruolo fondamentale nell’elaborazione collettiva del lutto, assumendo comportamenti codificati e rituali.
La scultura “La Pleureuse (The Sweeper)” presentata presso il cortile della Biblioteca Laudense è il risultato della fusione in bronzo di un busto che riprende il modello classico del Laocoonte, sulla cui fronte sono state impiantate due grandi foglie d’agave. La pioggia, convogliata verso le orbite oculari, attraverso la reazione di ossidi metallici, ha generato delle lacrime verderame enfatizzando la carica espressiva dell’immagine.
Anche le opere su carta sono soggette a una reazione chimica. Il nuovo lavoro dal titolo che occupa la vetrina è realizzato su di un supporto preparato con sali (nitrati, solfato di rame e sali minerari mescolati a polvere di bronzo e ossidi di rame) che, posti a contatto con la pioggia, creano delle forme risultate dalle colature. Come se l’artista avesse commissionato alle precipitazioni lodigiane il disegno delle nuvole.
L’approccio plastico di Marco De Sanctis affronta contemporaneamente lo statuto dell’immagine, la nozione di tempo e l’atto della creazione. Il tempo è una nozione cruciale per comprendere il lavoro dell’artista e la sua ultima produzione. Diventa un concetto da rivedere che funziona come entità quantificabile necessaria per il processo creativo e per l’esperienza intima richiesta dalle opere. I medium sono plurali e interrogano tanto l’oggetto quanto l’ambiente che lo ospita, rendendo l’immagine/oggetto costruito non più aneddotico, ma essenziale per la comprensione dell’opera. Il messaggio non è mai politico, è semplicemente la testimonianza di un pensiero profondo, l’immagine visibile di una verità invisibile, uno spunto di riflessione per lo spettatore che si riappropria dell’atto di creazione perpetuandolo.
La mostra si inserisce nell’ambito delle progettualità dedicate all’indagine sulla rinegoziazione dei concetti di natura e artificio e di natura e cultura, legandola al paesaggio lodigiano, i cui elementi naturali diventano co-autori del lavoro artistico. Una riflessione avviata nel 2022 con l’installazione di Alberonero, al secolo Luca Boffi, che ricreava una nebbia artificiale per comporre un paesaggio mutevole all’interno della vetrina, fino all’offuscamento totale dello sguardo. L’anno successivo, la scultura di Fabio Roncato utilizzava la forza della corrente dell’Adda per comporre una scultura, tramite lo sversamento di cera fusa nell’acqua, che cattura la potenza del fiume. Nel 2024, Mariateresa Sartori ha fatto ricorso al vento che soffia sulle rive dell’Adda per “scrivere” il suo lavoro. Marco De Sanctis utilizza invece le precipitazioni atmosferiche come matrice morfogenetica e alchemica per il suo lavoro.
Immagine in evidenza
Les pleureuses (the Weepers), Les Pleureurs (The Weepers), 2023-24 bronze dust, iper-saturated mineral-salt solution, mixed bronze patinas on paper, 79 x110 cm.