Nei luoghi del silenzio – Mostra collettiva

sede: Chiostro di Palazzo Sant’Agostino (Montegiorgio, Fermo).
cura: Mauro Mazziero.

Nazareno Fratini predilige la pittura e con essa realizza spazi labirintici di cui ci lascia intravedere un piccolo spiraglio.
È come entrare nel ventre di una macchina con vene e arterie di ferro ma dalla funzione sconosciuta, una sorta di grotta meccanica che fa presagire un immenso marchingegno.
La minuzia dei particolari intriga la fantasia e il viaggio dell’osservatore va ben oltre la piccola finestra del quadro.

Giuseppe Luciani coniuga la pittura nella dimensione della materia cromatica che non arriva mai a una forma riconoscibile, ma che ci coinvolge nella sua natura di superficie viva, pelle o corteccia di mondi fantastici.
I colori sono brillanti e spesso emergono da neri profondi come improvvise fioriture e impellenti primavere che bucano asfalti pesanti.

Daniele Renzi coglie nei materiali il suggerimento che ne traspare e li fa diventare armature, abiti, aureole, corpi e volti in procinto di parlare.
Il risultato è quello di un mondo arcaico che prende forma ed entra con forza nel presente con tutto il suo carico evocativo di suggestioni e di storia.

Giovanni Scagnoli fa emergere dallo spazio crisalidi di stelle che emanano energia, forme in attesa di nascere ed espandersi verso l’infinito.
Opere di grande suggestione e perizia tecnica che riportano la memoria, per chi ha una certa età, a quell’occhio magico delle prime radio che si illuminava e si espandeva accendendo lo stupore nella fantasia dei bambini di allora.

Con Sauro Serrangeli la pittura si fa tessuto, struttura e diventa elemento concreto che sfocia nella scultura.
Il quadro diventa tabernacolo, totem, tenda sacra, luogo della manifestazione dello spirito.
Le sue opere si presentano come elementi rituali che invitano lo spettatore a un’esperienza di ritorno alle origini dell’umanità, alla dimensione del sacro.

Sergio Tamanti usa la pittura per evocare l’emozione dell’incontro con l’altro, sia esso umano o ideale, attraverso forme essenziali che si presentano come silhouette su uno sfondo.
Una mano stilizzata si apre davanti a noi quasi come quella di un bambino che cerca un contatto d’amore, ma non riesce a identificare intorno a lui nessuna persona che gli sia familiare.

Informazioni
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Germinazione di Giovanni Scagnoli