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Riccardo Luchini. Come un paesaggio
sabato 6 Aprile 2024 - giovedì 18 Aprile 2024
sede: Galleria Arianna Sartori (Mantova).
cura: Arianna Sartori.
«Viareggio. Vengono in mente alcuni versi di Testori: “Canta nell’orrore degli spasimi/quando ogni evento/sembra farsi negazione e ombra.” Echeggiano, remoti, all’interno dei paesaggi urbani di Riccardo Luchini, soprattutto dinanzi all’asciutta rappresentazione di luoghi che esprimono una poesia asprigna ed essenziale nonché una tensione esistenziale vibrante e fortemente evocativa.
La pittura, febbrile, dissotterra umori variegati; immediatamente, li trasferisce in una dimensione del visibile nella quale l’apparenza è soltanto una proiezione di ciò che vi abita in modo germinale: pensieri, ricordi, distinti stati d’animo. È in questa realtà soggettiva – beffarda poiché apparentemente facile da decifrare – che Luchini ambienta contesti urbani risorti in chiave sentimentale: luoghi di partenze, ritorni e transiti nei quali il fantasma dell’uomo moderno aleggia con spessore emblematico. Prospettive vertiginose scandiscono successivi ambiti di strade, ponti, case e binari “morti” di ferrovie in cui ti è dato soltanto di immaginare treni dismessi: cancellati, questi, come ogni impronta umana negli isolati scenari circostanti.
Ma l’assenza è solo fisica, tanto da costruire un sublime paradosso di fronte alla moltitudine di anime che insistono invisibili in ogni specifico angolo del curato contesto iconografico. Si direbbe un ulteriore versante del realismo esistenziale quello che Luchini raggiunge con considerevoli temperature emotive: attesa da contradditorie ribalte metropolitane – dove, di tutto, alla fine è vero soprattutto il contrario -, la ricerca del talentuoso pittore giunge infatti a distillare entità immateriali che pullulano nell’aria, come inquietanti presagi.
L’impianto cromatico, scevro da artificiosità e succedanei, collima fertile: vi si mescolano toni e trasparenze che esaltano una diffusa dominante di grigio cenere sospesa nell’aria e nelle tipiche atmosfere con periodicità eloquente. Il resto – brividi, palpitazioni, speranze spente nel disincanto – non può che riverberarsi, ermetico ben oltre».
Giovanni Faccenda
Inaugurazione
Sabato 6 aprile alle ore 17.00,