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Sandro Cavicchioli – Mostra personale
sabato 13 Giugno 2020 - venerdì 31 Luglio 2020

sede: Caffè Enoteca Betti (Montecatini Val di Cecina, Pisa).
Transitano nei vortici degli elementi, restituite dalla memoria eterna del cosmo. Regine solitarie, sfacciatamente espressioniste, drammaticamente sole, si manifestano, per pochi attimi, dietro un punto focale di bianco pastoso e graffiato, luminoso ma non caldo: la figura si forma dall’informale galassia che si apre nel vuoto multicolore.
Ritorna nel luogo della sua giovinezza, Sandro Cavicchioli e presenta i nuovi esiti di una ricerca principalmente pittorica, ma che già sconfina fino alla para-scultura ed al collage, invitando al rapporto ravvicinato fra lo spettatore e i ritagli, tangibili, d’infinito.
È la seconda personale dell’artista formatosi a Volterra con maestri d’avanguardia e fra i più riservati del territorio, organizzata a cura di Tito Bianchi, in collaborazione con i titolari del Caffè, Enrico Betti e Matteo Betti e con Elena Capone.
Si spinge sul limite di senso e non senso. Mette in vertiginosa continuità la figura e l’informale, firma nuove sovrapposizioni cromatiche per la forza emotiva irresistibile della pittura figurativa espressionista, ma nel contesto dominante dell’espressionismo astratto. Sandro Cavicchioli, sperimentatore instancabile, porta nell’allestimento della nuova mostra, anche gli originali esiti surrealisti di quei lavori che instaurano un senso stranamente consueto nel senso altro del caos.
Cerchi e linee, o esili figure surreali, abitano e contrastano ambienti lunari dalle temperature spesso siderali, episodicamente segnati da tracce di rosso sangue, finché la visione si astrae completamente e lascia aperto il mistero molecolare e nucleare.
La sua formazione artistica si forgia alla Scuola d’Arte di Volterra nella sezione metalli preziosi, diretta dal professor Casini; tra i docenti si ricordano con nostalgia Mino Trafeli, un grande del ‘900 italiano e Dolfo Scarselli, suo allievo, scultore ironico e moderno.
Siamo sul finire degli anni ‘60, bellissimi e spensierati, che Cavicchioli attraversa condividendo due grandi passioni: l’arte e il pallone. Quello per il calcio è un amore che lo porterà ad indossare, per diversi campionati, la maglia numero 7 del suo amatissimo Ponteginori. Al piccolo centro della Val di Cecina, dove praticamente ha trascorso tutta la sua gioventù, Cavicchioli si sente particolarmente legato, grazie anche a mamma Elda e alla nipotina Dora. Terminati gli studi entra nell’azienda di famiglia, specializzata in complementi d’arredo per l’alabastro dove lavora fino al 1974, anno in cui approda in Solvay. Dal 2009 si dedica con maggior impegno alla pittura. Determinante, nell’influenzare la sua arte la conoscenza dell’opera completa di Toni Furlan, noto scultore e ceramista veneto, scomparso nel 1980 e padre dell’attuale compagna Marisa.