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Sostra. Richard Strauss II: archi, legni, ottoni, percussioni

domenica 17 Novembre 2019 - domenica 1 Dicembre 2019

Sostra. Richard Strauss II: archi, legni, ottoni, percussioni

sede: 11 Dreams Art Gallery (Tortona, Alessandria).

La “s” con il silenzio ora poco poco ci ‘ncucchia; n’anticchia, e si n’anticchia c’è, ce n’è già abbastanza.
Che ne pensa chi con la testa scrive, gli chiederò.
Io non sono il mare, vero? E che? C’è un altro mare? E sarebbe quello il mare vero?

Eine Alpensinfonie, dirige Rafael Frühbeck de Burgos, con lugosa, pizzuluta crepitudine selvatica che da altri mi aspettavo, in altri cercavo; ma v’è quella sporgente lingua, come di chi stia soffocando: sulle Alpi ad una spinta altezza d’apnea montana; in fondo, in fondo all’acqua marina, mediterranea, di mito e viaggi.
“Il” viaggio: grecità e vichinghi spostamenti, transilvane esplorazioni, triangoli in volo e spirali ad anello.
Vasi naufraghi: il fondo del mare è fatto di gusci e conchiglie a forma di anfore e cocci; il fondo del mare è fatto di cocci e gocce pesanti più delle altre.
Troppo preso da sbottata estasi Herbert.
Ironica saccenteria e motti di sufficienza Maazel.
Tra le vette devi poter apprezzare l’aria, come se fosse vento di storie enciclopediche, raccontate dal comodo acciottolato di salate e oscure depressioni.
Foglio quadrettato di computisteria piegato in due; fitti quadretti da studente maturo e non (picca ci manca, un mese, un anno, una vita, una morte).
Ancora il colore di quell’improvvisato contenitore per scritture, manco a dirlo senza inquadratura né intelaiatura.
La metà, fruttata e livida, sminzata s’immedesima, cresce, per il distacco avvenuto in un lento, più lento, e ponderato tempo.
Tolta, con un gesto da poco, dall’insieme: ora senza la metà, di una parte e dell’insieme.
Quasi come superare in discesa uno scalino inesistente (qualcuno si era dimenticato di metterlo) – allora avevo scalato e schiacciato, in salita (odore di aglio), lo scalino mancante –; piego il marmo-botticino in due, poi lo ruoto di novanta gradi.
Non calpesto, non discendo, non ascendo la progressiva gemmazione di venature cartesiane e di regole auree il cui terzo sta dabbasso: è sempre di terra, mai di teoillogica aria viziata e necrofora.
La Quarta e la Sesta del Sordo.
Il tedesco morto un anno prima, a Vienna, dell’altro non udente (meglio sordo, in sillabe musicali e pittoriche, non udente si appioppa volentieri a una campana che non vuol sentir ragioni) andatosene a Bordeaux.
Sedici anni dopo nacque Nietzsche, sei Degas, centoventisei Sostra, trentasei Strauss.
Ritorno brontolando al binomio che sente con la mente: Umor nero negli ultimi quartetti al primo spetta; color nero, nelle strane fiancate delle partiture a calce e sabbia e olio culminate in uno strappo doloroso; innaturale strappo, sradicamento di proprie, non udite, giammai sentite grida.
Scorticati corni, fiati, legni, timpani, tamburi.
Oggi.
Sento profumo di fiori secchi.
Ciavuru di ciuri sicchi.
Puru di pumaroru siccu ‘mpanatu e frittu.
Cosa avrebbe potuto esserci, nel di allora divenire, se impedito non fosse stato da menti criminali e criminale barbarie?
Forse, quanto meno, fertile terra per fabbri all’opera e costruzioni di concetti, avanzamento nella comprensione, si metta pure la conoscenza, nelle pagine di tutti quei libri bruciati, o non pubblicati – mai pensiero proprietà di tutti! Mai il pensiero, pena tortura, morte! Violenza e mediocrità al comando – tra le assenze e il vuoto nei mestieri rimasti desideri di chi a scrivere, anche a pensare, era capace, degli stampatori falliti per divieti a tinte piatte e non solo il geocentrismo, le concezioni ad opera di spiriti – le sacre scritture – Inconcepibile! – nelle idee mai rese patrimonio di tutti per la paura che bruciassero non solo quelle ma pure chi le aveva avute.

Come fa la gente ad andare dietro a chi per millenni questo è stato? Come fa?
Come fa a godere – e sperare – in tali catene, che sembra quasi, con spirito – santo – di autodistruzione, desiderare?
Perché muore dietro e dentro a fantasie crudeli, omicide, inverosimili, venute fuori da menti che sconoscevano la cultura di ogni tipo, tranne quella furba di abbindolare le ingenue teste tosto pronte a tutto credere?
Non calpesto fili tesi e passaggi, non segno scrivendo, cammino intessendo parole, ricamando frasi – Milano, via Torino, è tutto aperto anche oggi; gente, meno degli altri giorni, ma in via Torino non è un vuoto andare; se a Venezia ci fossero le corriere e a Milano ancora i tanti navigli, sarebbero due città…
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Dettagli

Inizio:
domenica 17 Novembre 2019
Fine:
domenica 1 Dicembre 2019
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

11 DREAMS ART GALLERY
Via Rinarolo, 11/c
Tortona, Alessandria 15057 Italia
+ Google Maps
Phone
333 6033006