William Turner, il pittore della luce

di Giorgia Mocci.

William Turner, il pittore della luce

«Non dipingo in modo che le persone mi capiscano, dipingo per mostrare come appare una scena particolare.»
In questo modo William Turner ha definito il suo modo di dipingere: non per comunicare un messaggio, ma per fermare su tela la luce, lo spazio e il tempo di uno scorcio.

Joseph Mallord William Turner è considerato uno dei pittori inglesi più amati in assoluto del XIX secolo. Appartenente al movimento romantico, viene considerato un precursore dell’impressionismo e dell’astrattismo. È stato capace di catturare l’essenza della natura e la perfezione della luce, riproducendole in opere di delicata bellezza. D’altronde, Turner è considerato il pittore della luce per eccellenza: nato a Londra il 23 aprile 1775, ha perso sua madre in giovane età ed è stato di conseguenza cresciuto dal padre William Gayone Turner, fabbricante di parrucche e barbiere. Fu proprio quest’ultimo a capire che il figlio era dotato di grande talento artistico, a tal punto che decise di esporre i suoi primi acquerelli nella sua bottega: per lui era chiaro che il giovane William da grande avrebbe dovuto fare il pittore.

Nel corso di un soggiorno a Brentford presso uno zio materno, nel 1786, Turner realizza i suoi primi disegni firmati, dimostrando la sua grande bravura, e qualche anno dopo, a Sunningwell, vede la luce il suo primo album di schizzi. L’11 dicembre 1789 è per lui un giorno di svolta: il giovane viene ammesso all’Accademia Reale di Belle Arti di Londra, iniziando quindi la sua formazione artistica. Presto inizia a definire il suo stile, apprendendo in maniera veloce e sorprendente le principali tecniche pittoriche. Grande genio creativo, nel 1790 all’età di soli 15 anni realizza il suo primo lavoro conosciuto, “Vista del palazzo dell’Arcivescovo a Lambeth”, che viene in seguito esposto presso l’Accademia Reale di Belle Arti di Londra. È in questo periodo che inizia i suoi viaggi formativi attraverso il Regno Unito e l’Europa: Somerset, Galles, Midlands, Cumbria, Svizzera, Francia, ecc…

Joseph Mallord William Turner – Apollo uccide il Pitone, esposto nel 1811, olio su tela. Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856. Photo: ©Tate

Viaggiare è per lui fondamentale: in questo modo è in grado di studiare a fondo la natura che è uno dei suoi soggetti pittorici preferiti. Inoltre, nel corso dei suoi soggiorni, ha l’opportunità di imparare a dipingere ancora meglio studiando gli artisti europei e il loro stile. Ottiene numerosi riconoscimenti presso l’Accademia Reale inglese, dove viene elogiato per i suoi dipinti paesaggistici e per la grande capacità di rappresentare la luce in maniera intensa e vibrante mediante l’utilizzo di colori impetuosi, in grado di suscitare emozioni e che sembrano quasi danzare sulla tela. Nel 1796 realizza il suo primo dipinto ad olio per l’Accademia Reale: “Pescatori in mare”, attualmente in mostra presso la Tate Britain di Londra. Uno dei suoi mentori, il pittore inglese Thomas Monro, è stato determinante per la formazione artistica di Turner e per la definizione del suo stile.

Tra i suoi quadri, quelli più famosi sono quelli dedicati ai paesaggi marini, in cui le onde dell’oceano si sollevano in maniera potente e maestosa collocandosi al centro della scena. Tra questi si ricordano ad esempio “Tempesta di neve. Battello a vapore al largo di Harbour’s Mouth”, olio su tela del 1842; “Il naufragio”, olio su tela del 1805; “Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi”, olio su tela del 1812.

Joseph Mallord William Turner – Storia di Apollo e Dafne esposto nel 1837, olio su tavola. Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856. Photo: ©Tate

«La luce è colore.»
Con grande maestria continua a realizzare delle tele in cui dimostra come sempre di avere una grande abilità nel catturare e rendere gli effetti della luce in modo eccelso, imprimendo alle sue composizioni dinamismo e movimento. Con il dipinto “Barche olandesi durante una burrasca: pescatori che cercano di tirare a bordo il pesce” del 1801, l’artista si discosta completamente dalla pittura di paesaggio tradizionale inglese, definendo sempre più la sua adesione al movimento del Romanticismo. L’anno seguente diviene anche membro effettivo dell’Accademia Reale.

Senza smettere di dipingere paesaggi con il suo stile inconfondibile, William Turner si dedica ad altri viaggi in giro per l’Europa, come quello a Parigi, in cui ha modo di frequentare l’atelier di David e di studiare a fondo opere di artisti come Correggio, Rubens, Watteau, Rembrandt. Sempre in questo periodo decide di aprire un suo studio privato in modo da poter dipingere le sue opere in autonomia, senza dover subire le pressioni dell’Accademia.

Grazie alla sua attività indipendente diviene l’artista preferito di grandi mecenati, tra cui il duca di Bridgewater, Richard Payne Knight, Lord Egremont e altri ancora. A partire dal 1811 inizia un nuovo tour in varie località inglesi, come il Somerset, la Cornovaglia, il Devon dove realizza i suoi primi lavori artistici a carattere mitologico, tra cui ad esempioDidone ed Enea (1814); “Didone costruisce Cartagine” (1815).

Grande importanza ha il viaggio che l’artista intraprende nel 1819 in Italia, subito dopo aver ricevuto da James Hakewill l’incarico di realizzare “The Picturesque Tour of Italy”. Per William Turner il soggiorno italiano è fondamentale perché gli permette di osservare i quadri dei grandi artisti italiani e di effettuare una ricerca accurata sull’utilizzo del colore e della luce. Visita tante città italiane, come Torino, Roma, Venezia, Napoli, Como, Verona, Milano, Napoli, Paestum, Lerici. Durante il soggiorno a Roma conosce lo stile pittorico dei Nazareni e riesce a diventare membro onorario dell’Accademia di San Luca. La sua produzione artistica viene fortemente influenzata dall’esperienza italiana, tanto che l’artista inizia a dipingere paesaggi aventi come sfondo le località italiane da lui più amate.

Joseph Mallord William Turner – La baia di Baia con Apollo e la Sibilla, esposto nel 1823. Olio su tela. Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856. Photo: ©Tate

Il suo secondo viaggio italiano risale al 1828: Turner continua ad approfondire lo studio del colore e dell’effetto della luce, e intanto si dedica a una serie di quadri a soggetto mitologico aventi come sfondo paesaggi italiani. Ancora una volta l’artista inglese riesce a stupire per la sua scelta dei colori, molto intensi e suggestivi. Tra i frutti di queste esperienze e studi spicca il quadro “Il golfo di Baia con Apollo e la Sibilla” (1823), in cui il soggetto mitologico si fonde con il paesaggio italiano. In questa opera William Turner dipinge con grande espressività le antiche rovine romane e la celebre Sibilla Cumana, affrontando temi come la bellezza, la decadenza, la fragilità umana, la fine dei grandi imperi.

Un altro capolavoro del 1828, sempre a soggetto mitologico, è “Didone dirige l’armamento della flotta e Boccaccio che racconta la novella dell’uccelliera”. I due soggiorni italiani segnano definitivamente lo stile artistico di Turner. Dopo un periodo molto prolifico, però, l’artista inizia a vivere un lento ma fatale decadimento. Tra il 1841 e il 1844 il peggioramento delle sue condizioni di salute lo porta a bere e a dipingere sempre meno. William Turner muore a Chelsea il 19 dicembre 1851.
Oggi viene annoverato come uno dei pittori più importanti del Romanticismo, il punto di riferimento di numerosi pittori soprattutto per la sua rappresentazione e uso della luce.
Giorgia Mocci

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Joseph Mallord William Turner (Londra 1775 – 1851) – Studio dell’Apollo del Belvedere, 1792 (?), gesso e gouache su carta. Tate: accolto dalla nazione come parte del Lascito Turner 1856. Photo: © Tate
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© Tate, courtesy Consorzio La Venaria Reale in occasione della mostra
“Turner. Paesaggi della Mitologia”
La Venaria Reale
Piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino)