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Afterlife. A new beginning – Mostra collettiva

mercoledì 7 Settembre 2022 - sabato 19 Novembre 2022

Afterlife. A new beginning - Mostra collettiva

sede: Boccanera Gallery (Trento).

È passato un po’ di tempo da quando il fenomeno artistico internazionale “La Scuola di Cluj” ha attirato l’attenzione del mondo dell’arte. Ci si chiede cosa sia successo da allora e, soprattutto, come gli artisti di oggi si rapportino al passato e come si approccino alla loro arte con un tale precedente standard d’oro.

Sembra che per un certo periodo, all’inizio di questo fenomeno, la maggior parte degli artisti fosse legata da una pratica concettuale e da temi simili, come la riconciliazione del passato con il presente, soprattutto se pensiamo alla storia della Romania con il comunismo.

Con i “nuovi” artisti nati nella democrazia post-comunista rumena si crea una situazione interessante, che li colloca in un luogo da cui è temporalmente impossibile aver vissuto il comunismo, ma abbastanza vicino perché il suo segno si senta ancora. Se all’inizio, quando gli artisti di spicco sono emersi sulla scena artistica internazionale, la loro indagine principale riguardava il passato, un passato molto vivo che per artisti delle nuove generazioni è percepito solo indirettamente, allora la domanda che rimane da fare è: “dove andiamo da qui?”.
Anche se uno non è interessato alla politica o alla storia in modo attivo nel suo processo di creazione, possiamo essere d’accordo sul fatto che nessuno esiste in un ambiente vuoto, il contesto appare in un modo o nell’altro, anche le storie personali sono il risultato di una storia collettiva.
Con lo spostamento dell’enfasi da una storia collettiva a una più personale, possiamo assistere alla nascita di una gamma più ampia di interessi diversi e di metodi individuali di creazione, che pompano sempre nuova linfa nella scena artistica di Cluj, riflettendo alcuni aspetti interessanti del nostro tempo e forse un’ansiosa speranza per il futuro.

In questa mostra collettiva ospitata a Trento da Boccanera Gallery intitolata “Afterlife. A New Beginning”, Cristian Avram invita gli artisti Oana Cervinschi, Marius Ghita, Amanda Maier, Catalina Milea e Andriana Oborocean a riunirsi in un’esposizione di immaginari e pratiche diverse per lasciare il proprio segno in questa nuova vita per gli artisti che vivono e lavorano a Cluj.
Non si tratta né di una sfida né di una continuazione del fenomeno passato ma, con un’ambientazione sotto l’attenzione del mondo dell’arte, può certamente essere un nuovo inizio.

A prima vista, le opere di Cristian Avram (Alba-Iulia, 1994) seguono un approccio piuttosto classico alla pittura con rappresentazioni realistiche di oggetti e scene quotidiane, estrapolate dall’esperienza personale. Tuttavia, la sua ricerca non si concentra sulla rappresentazione in sé (che agisce come un innesco e un pretesto per creare varie forme e relazioni, filtrate in modo tale da eliminare tutto ciò che non è essenziale), essendo la rappresentazione solo un mezzo per creare metafore visive che racchiudono la ricerca della verità del mondo interiore, trasformando il personale in universale, l’impossibile in possibile. Nei suoi soggetti Avram gioca spesso con i riflessi, l’incertezza e la dualità tra interno ed esterno; i dipinti stessi fungono da portali: un modo per guardare attraverso qualcosa di diverso, o forse, anche uno specchio che riflette un diverso tipo di realtà e quindi un modo diverso di vedere per l’osservatore.

Oana Cervinschi (Zalau, 1998) è una pittrice che trova ispirazione nella storia dell’arte e nella letteratura che riflettono il motivo della solitudine, della natura intrinseca dell’uomo e del rapporto con l’ambiente circostante. Nelle sue opere cerca di rappresentare il tema dello spazio personale, scegliendo interni significativi per lei, con i quali ha sviluppato un legame intimo, soprattutto scene di vita quotidiana in cui l’artista coglie il modo in cui lo straordinario può infiltrarsi anche nei luoghi e nelle situazioni più ordinarie. La figura umana è di solito latitante o assente dai suoi dipinti, denotando un senso di isolamento. Le sue opere possono essere viste come una rappresentazione onesta della vita quotidiana, di oggetti e attività banali, che sono universali e a cui le persone possono relazionarsi indipendentemente dal loro background socio-culturale.

I dipinti di Marius Ghita (Satu Mare, 1999) portano con sé un notevole senso di nostalgia, dovuto al suo forte legame con l’infanzia e i luoghi del passato, come la casa dei genitori. Mentre lavora, Ghita è in un processo di perenne interrogazione e scoperta, spostando la sua prospettiva dall’esperienza all’immaginazione, lasciando che sia quest’ultima a riempire i vuoti della memoria attraverso una ricerca allegorica del noto e dell’ignoto, dell’umano e del dubbio. L’artista utilizza le tecniche della pittura tradizionale per costruire ambienti che contengono la solitudine umana e alludono all’oscurità della percezione. Nelle sue ambientazioni, il paesaggio è vivo tanto quanto i suoi personaggi e coesistono apparentemente attraverso una simbiosi relazionale e cromatica.

Amanda Maier (Oradea, 1996) è una fotografa le cui esplorazioni consistono principalmente nel mezzo della pellicola istantanea polaroid. Lavora in serie come diari fotografici come in Fragments of time, un puzzle di sentimenti ambientato in un contesto rinascimentale nella città di Venezia; questo diario nasce dall’idea di un ricordo: uno stato effimero in un certo momento, che si cerca disperatamente di conservare, ma che inevitabilmente svanisce. La maggior parte delle fotografie istantanee di questa serie ritraggono una misteriosa silhouette femminile catturata in varie situazioni intime. Un’altra serie, intitolata In Blue, presenta un diario di fotografie istantanee scattate in un ambiente acquatico. L’acqua esalta le distorsioni uniche di ogni fotografia, dando l’illusione di gesti incantevoli. Mentre le fotografie accendono l’idea di libertà e di pace, le loro cornici suggeriscono l’indubbia prigionia dell’essere umano nella morsa del tempo.

Catalina Milea (Bistri?a, 2000) preferisce lavorare con un medium classico come i colori ad olio o il pastello secco su superfici di medie dimensioni per stabilire un rapporto più intimo con lo spettatore. Può essere descritta come una cacciatrice di significati, spinta dalla sua sensibilità verso l’inspiegabile, dipingendo l’assurdità delle apparenze quotidiane ed esplorando le incognite dell’essere. Nel processo di costruzione del suo immaginario, Milea trova ispirazione in varie fonti, dalla mitologia ai bestiari del Medioevo. Con il suo campo di ricerca dominante nel Realismo Magico, la contraddizione diventa una delle chiavi principali per comprendere la sua visione. Tutti i suoi personaggi sono rappresentati in uno scenario di tragica ironia, spesso in modo fantasmatico. In molte delle sue opere si possono osservare diversi tipi di modelli organici che combinano il pittorico con il decorativo come mezzo di transizione tra il mondo della realtà e quello della fantasia.

La fotografia e il video sono gli strumenti principali di Andriana Oborocean (Transnistria, 1995) accompagnati da altri, come il cucito e la scultura. Costruisce opere pensate per generare risposte psicologiche ed emotive, esplorando temi legati all’identità, alla vulnerabilità e al contatto affettivo tra le persone. È frequente che faccia uso di elementi organici provenienti dalla natura e dalla tecnologia, spesso esposti insieme a elementi mistici ed eterei. Ogni sua opera incarna un’estetica personale, quasi surreale.

Inaugurazione
07/10/2022 ore 18:00 – 21:00

Immagine in evidenza
Cristian Avram, Concrete Jungle, 2022, olio su tela/oil on canvas, 100 x 100 cm. Courtesy Boccanera Gallery Trento/Milano

Dettagli

Inizio:
mercoledì 7 Settembre 2022
Fine:
sabato 19 Novembre 2022
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

BOCCANERA GALLERY – TRENTO
via Alto Adige, 176
Trento, 38121 Italia
+ Google Maps
Phone
0461 984206
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