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Alfredo Pini. Altrove

giovedì 22 Giugno 2023 - lunedì 4 Settembre 2023

Alfredo Pini. Altrove

sede: All’Angelo Art Hotel (Venezia).

“La vita è un po’ come il Jazz… è meglio quando s’improvvisa”.
(George Gershwin)

Contemporanee, grigie, movimentate, melanconiche, in trasformazione… sono tanti gli aggettivi per descrivere le vedute urbane di Alfredo Pini.
Uno in più, Oniriche: nella serie scelta di opere per l’esposizione all’Angelo Art Hotel, come del resto in gran parte delle sue composizioni, ci troviamo immersi in un’atmosfera magica e rarefatta che cattura immediatamente i sensi.
Non assistiamo direttamente al verificarsi di un evento ma siamo piuttosto sospesi tra l’istante che lo precede e il successivo; non vi è interesse per la natura dell’accadimento piuttosto siamo rapiti da questa sensazione di astrazione dal reale, senza un tempo preciso, alla ricerca di elementi che ci rivelino una possibile direzione.

Potremmo sorprenderci un po’ smarriti ma è una percezione momentanea; possiamo stare tranquilli, siamo sulla strada giusta: è stato lo stesso artista a suggerirci, implicitamente, questo percorso, questo privilegiato accesso alle sue opere, non fornendoci intenzionalmente alcuna indicazione o punto di riferimento.
A differenza nostra però per Pini tutto ha un tempo e un ritmo ben precisi soprattutto nel momento della sua prima ispirazione: si potrebbe parlare quasi di un pretesto, un motore che accende l’Atto Creativo e che ben presto prenderà forma e colore sulla tela.
La genesi del dipinto ha il sapore di un autentico evento catartico: la dialettica con l’opera ha un inizio per poi procedere in modo imprevedibile anche per lo stesso artista.
Più l’opera prende vita, più la sua autonomia e il suo potere decisionale prendono forza.

Pini si pone come l’abile conduttore d’orchestra, come il sassofonista che durante la Jam Session segue il ritmo e lo indirizza al tempo stesso, per poi lasciarlo fluire allentando o ritraendo le redini all’occorrenza.
Bisogna saper accompagnare il cambiamento, affinché la mano e il pennello non si blocchino in didascaliche e ripetitive sinfonie.
Alfredo sa bene come fare, occhi e orecchie ben aperti, pronti a captare segni, stimoli e variazioni direzionali.
È solo così che si rende possibile la realizzazione dell’opera, con gesti di estemporanea intuizione, svincolandosi da elementi predeterminati, in altre parole uscendo dal solco mainstream.
È da questo serrato dialogo compositivo che si arriva alla realizzazione di opere fortemente evocative specchio della loro stessa genesi, presupposto per un viaggio altrettanto suggestivo.

Ad essere suggerita è la Vita, nella quasi totale assenza della presenza umana, eppure le stesse scie luminose dei dipinti, come comete sulla città, ne segnano il passaggio.
Assente è anche il dato reale, mancando i monumenti riconoscibili che possano ricondurci ad uno specifico luogo fisico; le vedute sono città ideali, dove i punti di riferimento sono solo accennati.
Questa atmosfera allusiva, sottintesa, simbolica, non descrittiva, è un dono che Alfredo ci fa e di cui dobbiamo essere grati: il dettaglio ridurrebbe la capacità dell’occhio d’innalzarsi.
Il rischio sarebbe di imprigionare sguardo e mente; il campo è ampio e tale deve rimanere, non ponendo limiti alle possibili interpretazioni.
A ciascun osservatore capace di divenire viaggiatore all’interno dell’opera è lasciato il proprio spazio, l’importante è mettersi in gioco, citando Dave Brubeck “vai là fuori e corri dei rischi”* ben sapendo che l’unico ritmo al quale fare riferimento è il proprio.

La strada che Pini ci indica, è un invito a viaggiare a briglie sciolte, lasciarsi portare verso un Altrove, per vivere attraverso i suoi lavori – esattamente come è accaduto a lui al momento della composizione – un’esperienza di autentica Improvvisazione.
Interrogarsi di fronte all’Arte diventa componente imprescindibile, ma le risposte andranno cercate in noi stessi e non di certo sulla tela.
Quello che è certo invece è che non sarà il dettaglio a raccontarci qualcosa in più ma la nostra sensibilità, disposizione e curiosità nei confronti del mondo.
L’assenza di un’esatta indicazione geografica, la mancanza di un dato reale o di una minuzia descrittiva dell’evento, ci spingono a scendere in campo, esortandoci a trovare la nostra personale collocazione all’interno del quadro, dirigendo lo sguardo verso l’opera riflessa in noi:

“Non suonare il sassofono, lascia che ti suoni” ha detto Charlie Parker. Il riferimento musicale di Parker vale allo stesso modo per l’opera di Pini : come una cassa di risonanza, i dipinti amplificano le nostre percezioni, acuiscono i nostri sensi rendendoci abili e capaci di orientarci anche in assenza di precisi punti di riferimento.
Lasciarsi “suonare” da un’opera d’arte è l’auspicio migliore a cui si possa tendere con l’augurio di poter vivere almeno una volta nella vita questa magia. Il regalo più bello ce lo fa Alfredo Pini, regalandoci opere in cui, senza alcun dubbio, la riuscita di questo piccolo miracolo è garantita. Isabella Mura

Inaugurazione
giovedi’ 29 giugno alle ore 18,30

Immagine in evidenza
Sembrava un giorno normale – olio su tela cm. 115×100 anno 2022 (part.)

Dettagli

Inizio:
giovedì 22 Giugno 2023
Fine:
lunedì 4 Settembre 2023
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

ALL’ANGELO ART HOTEL
Calle dell’Angelo 403
Venezia, 30124 Italia
+ Google Maps
Phone
041 520 9299
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