
sede: Castello Visconteo di Pavia (Pavia).
cura: Virginia Baradel, Valerio Dehò, Andrea Del Guercio.
L’allestimento ha come motivo ispiratore l’acqua e così i 30 otri di terracotta su strutture di ferro in sospensione nel cortile del Castello, sono dei veri e propri vasi, grembi che costituiscono la forma plastica scelta da Antonio Ievolella quale motivo ricorrente delle installazioni.
L’otre diventa un dispositivo simbolico che allude all’uomo e alla sua unicità e, in particolare, al monaco nel suo silenzioso e volontario isolamento, pur all’interno di una dimensione collettiva.
Dopo la tappa della mostra Fons vitae alla Certosa di San Giacomo a Capri dall’ottobre 2020 all’aprile 2021, il Castello Visconteo di Pavia, con le sue preziose stratificazioni culturali, materiali e immateriali, si offre come interlocutore speciale per un dialogo con l’opera di Antonio Ievolella che non mancherà di sorprendere: “il progetto si arricchisce a Pavia di ulteriori valenze simboliche e di una installazione particolarmente affascinante: dieci scudi di dimensioni importanti che raccontano e contengono personaggi e vicende della storia pavese. Il passato di capitale longobarda, gli Sforza e i Visconti, Leonardo e naturalmente l’arca di Sant’Agostino, padre della Chiesa e uno dei più grandi filosofi cristiani, sono momenti di un percorso che trova nell’opera dell’artista una narrazione che ribalta il piano della storia nella contemporaneità.” (Valerio Dehò).
Esposizione nel quadro del programma dedicato al dialogo tra città e arte contemporanea organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pavia.
L’esposizione si inserisce nel più ampio obiettivo che l’Amministrazione persegue in ambito culturale e insieme urbanistico-ambientale – specie con il progetto denominato Waterfront, dedicato alla valorizzazione di Pavia quale città d’acqua.