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Arte di passione, come un tizzone ardente che infiamma e che consuma… Sculture di Franca Frittelli

sabato 2 Aprile 2022 - mercoledì 20 Aprile 2022

Arte di passione, come un tizzone ardente che infiamma e che consuma... Sculture di Franca Frittelli

sede: Galleria Arianna Sartori (Mantova).

Ogni ricerca di studio e comprensione di un percorso espressivo, di solito, cerca di individuare il punto di partenza, l’elemento ispiratore cardine. Nel nostro caso, per Franca Frittelli, l’origine di tutto mi sembra risiedere nel suo essere donna e, in quanto tale, nella sua capacità di esprimere un immaginario artistico fondato sul femminile, sulle tracce del mistero della vita e delle differenze di genere. Il suo specifico percorso è talmente vasto e ricco di riconoscimenti internazionali da essere vorticoso ed impossibile da riassumere. E dunque non ci perderemo nei suoi meandri se non per sottolineare l’importanza e la forza estetica dell’artista.

Franca crede da sempre nella capacità dell’arte di auto-rappresentarci, di raccontare il nostro vissuto, con le nostre vittorie, i nostri lutti e le nostre battaglie. E, in questo ambito, ancora più forte è la valenza dell’arte nell’indagare e nell’esprimere la specificità identitaria dell’universo femminile. Ne consegue il liberarsi dagli stereotipi maschili, il guardare con occhi nuovi alla trasmissione e al rispetto della vita, l’operare una critica costruttiva (e attuale) rispetto all’istituzione familiare, il prendere posizione contro ogni discriminazione, contro i meccanismi compulsivi della competitività e contro il mito dell’efficienza nella società contemporanea.

La cornice di tutto questo difficile traguardo si profila nella complessità di essere artista – donna, con tutto quello che ha comportato intraprendere, storicamente, una disciplina spesso negata al genere femminile (nonostante esempi sublimi di geniali protagoniste). Non a caso un antico gruppo femminista americano, le Guerrilla Girls, nel loro manifesto, sottolineavano come il razzismo e il sessismo non sarebbero stati eterni.

Anche Franca, nel segno della rivolta femminile, da mezzo secolo si dedica alla scultura e vive in un universo con scarse risposte ma con la certezza di un necessario cambiamento. In tutti questi anni di ricerca, la scoperta e la messa a punto di un linguaggio estetico l’hanno aiutata a toccare sempre più sorprendenti novità, momenti di riflessione autentica sul tema del femminile e su argomenti funzionali alla sua sensibilità: l’ambientalismo, il pacifismo, la giustizia sociale… Ha anche sviluppato, nella sua opera, una propria componente di evocazione letteraria e il desiderio costante di raccontare, nella scultura, le proprie esperienze d’artista e di vita.

Franca indugia spesso sulle sinuosità del corpo femminile e sui suoi giochi di curve e di masse, delicate e aperte a varianti plastiche infinite… Basti osservare Saluto al sole per scoprire ritmi fatti di sporgenze e scavi, pur nello studio di soluzioni antigraziose, al di fuori di criteri estetici tradizionali. È una scultora che cerca, nelle sue opere, il suono del respiro. Nascono così lavori come Il fiore, oppure Grandi cappelli, oppure ancora Il fiore giallo, in cui la derealizzazione del mondo si avventura in metamorfosi plastiche, con andamenti ondosi, che si pietrificano in una materia fecondata dal turbinio della vita. L’antico impianto classico si è ormai dissolto nei corpi delle sue matrone: per arrivare a una semplificazione espressiva.

Anche per questo l’arte di Franca assume vibrazioni speciali e trasferisce passione e calore, come se nelle sue sculture si celasse una forza desiderosa di esprimersi e di consumarsi come tizzone ardente.

È arte che cerca sempre di cogliere la verità, anche la verità della sua sciatta Venere del 2000, che pare sbucare, con un azzurro impermeabile, da un nubifragio: è la libera immaginazione che plasma il corpo vivo della materia e lo rende portatore di messaggi originali, come quello che mira a sciogliere la scultura dal giogo della retorica e dalla memoria consumata delle Veneri di Milo. È lo stesso messaggio della testina verde con una Demetra, l’antica protettrice della fertilità dei campi: la deformazione della figura umana, sulla scia di una contaminazione col “primitivo”, percorre, qui, spontaneamente gli orizzonti della contemporaneità. Il suo punto d’arrivo è ormai chiaro: la sua ricerca si manifesta attraverso un linguaggio più che mai intenso, teso a dare forma estetica ai volumi, per fissare, anzitutto, l’intuizione plastica come cadenza ritmica di materia. L’albero del femminicidio, una scultura in legno di quercia e cipresso, si manifesta come una esemplare opera di impegno sociale, in cui l’artista rivela i bisogni profondi dell’anima, e, addirittura, l’irraccontabile. È questa un’opera chiave per capire come l’artista si muova sull’impervio crinale in cui si incontrano impegno estetico e tensione lirica. Una commistione di ragione, fantasia, intuizione e cuore ci chiede solidarietà con le donne, eterno soggetto messo all’angolo da questo mondo. Per tutti questi motivi, per l’impegno, il talento, la passione, la denuncia sociale, le opere di Franca Frittelli chiedono, innanzitutto, di essere guardate con semplicità e leggerezza e, soprattutto, con grande sensibilità culturale. In questo modo, a conclusione di un percorso estetico assai riepilogativo, la mostra di Franca potrà pienamente restituire i risultati di una ricerca accurata, i punti d’arrivo di una scultora che, in sua ogni opera, ci mostra il valore aggiunto di una emozionale delicatezza, trasferendo a chi guarda tutto il suo dinamico ed immediato rapporto tra sentimento e materia.
Gianfranco Ferlisi

Inaugurazione
Sabato 2 aprile alle ore 17.00

Dettagli

Inizio:
sabato 2 Aprile 2022
Fine:
mercoledì 20 Aprile 2022
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

GALLERIA ARIANNA SARTORI – VIA NIEVO
Via Ippolito Nievo, 10
Mantova, 46100 Italia
+ Google Maps
Phone
0376 324260