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Carlo Giuliano. L’eclettismo della ragione

venerdì 23 Ottobre 2020 - domenica 10 Gennaio 2021

Carlo Giuliano. L'eclettismo della ragione

sede: Pinacoteca Albertina (Torino).
cura: Edoardo Di Mauro.

Il lavoro di Carlo Giuliano, pur gettando solide radici in una ben precisa porzione del terreno fecondo della ricerca artistica degli anni ’60, è stato capace, all’interno di un coerente percorso progettuale, di germogliare frutti estetici assaporabili anche in seno alla nostra contemporaneità.

Per meglio intenderci, Giuliano incarna da un lato molti aspetti relativi al perfetto prototipo dell’eclettismo rinascimentale, periodo simbolo della stagione moderna, in merito alla tipologia albertiana e poi leonardesca dell’artista – scienziato, in grado con la sua dottrina di spiegare le leggi della natura e di elaborare, con passione sposata al raziocinio, macchine e strumenti elaborati e complessi.
Dall’altro la sua produzione si incunea nelle linee guida dell’estetica tardo novecentesca, conscia dell’importanza di una fruizione allargata e collettiva dell’evento artistico e dell’importanza dell’interazione tra opera, ambiente e pubblico.
Dopo una fase in cui, giovanissimo enfant prodige, realizza già in età adolescenziale pitture su tela imbevute del migliore spirito del Novecento piemontese, la successiva evoluzione di Carlo Giuliano come artista può, per certi aspetti, essere inserita all’interno delle ricerche cinetiche dei primi anni ’60, pur con una visione assolutamente personale, estranea a certe rigidità “macchiniste” tipiche di quel movimento nei suoi aspetti organizzati, e rivendicante l’esigenza di tenere ben presente la primarietà dell’intervento manuale dell’artista rispetto alla “secondarietà” assoluta simboleggiata dall’evidenziazione della nudità oggettuale.

L’esperienza di Giuliano presenta delle indubbie analogie con questa impostazione formale, pur nell’assoluto privilegio riservato alla rivendicazione della centralità della sua ispirazione pittorica ed al diniego manifestato nei confronti di ipotesi di lavoro di gruppo tendenti a relegare in un angolo la personalità del singolo artista così come alla serializzazione eccessiva del prodotto, frutto delle utopie di un determinato periodo storico nei confronti di un’ alleanza, improponibile in quei termini, tra produzione industriale ed artistica.
Le opere di Giuliano sono certamente “mentali” nella loro genesi, privilegiano in prima battuta il procedimento intellettuale che porta all’elaborazione del progetto. Questo si evidenzia dalla pulizia formale che le contraddistingue, dalla linearità geometrica che caratterizza il sapiente dosaggio degli spazi, dove il ritmo alterna pieni e vuoti, luci ed ombre. Tuttavia la tensione lucida ma irrequieta dell’artista è lì, ben viva e presente, pronta ad intervenire per spezzare una linea formale altrimenti troppo razionale, ad introdurre la casualità come componente non eludibile di qualsiasi esperienza artistica ed esistenziale. In molti lavori di Carlo Giuliano la nudità espressiva dei materiali mostrati nella loro essenzialità è addolcita sia dall’inaspettato intervento manuale che dall’uso della luce, una luce essenziale, mai tendente a fini meramente spettacolari, eppure in grado di gettare un tramite poetico nei confronti del fruitore, di collegare non solo la sua mente all’interno dell’opera, ma anche la rete delle sue percezioni immaginative e sensoriali.

Questa capacità di sposare con esiti felici fantasia e rigore, antica “technè” ed estetica nella sua etimologia originaria di “sentire con i sensi”, dimensione privata e spazio pubblico, è, non a caso, assai ben simboleggiata dalle fondamentali esperienze professionali cui Giuliano ha armonicamente affiancato la sua attività di artista, come quella di scenografo, dove spicca la responsabilità degli allestimenti del Teatro Stabile di Torino dal 1976 al 1990.

In mostra sarà presente una doverosa testimonianza della feconda attività di Carlo Giuliano come scenografo teatrale, che lo portò a collaborare con personalità quali Ugo Gregoretti e Mario Missiroli, e ad intessere rapporti con i più significativi attori di una stagione irripetibile del teatro italiano.
Non a caso Giuliano si laureò con una tesi dedicata al Barocco, di cui indubbiamente si rintracciano echi nelle sue principali scenografie, dove la fantasiosa macchina di meraviglia secentesca riesce a conciliarsi con il rigore dell’espressionismo contemporaneo e la lezione delle avanguardie storiche.
In questa mostra saranno esposti lavori allestiti nella grande antologica del 2019 a Palazzo Salmatoris a Cherasco, insieme ad opere inedite, che vanno a coprire un arco di tempo esteso dagli anni Sessanta ai giorni nostri, testimoniando quella che è un’altra componente fondamentale del suo lavoro, la duttilità nei materiali prescelti e nella capacità di assemblarli con soluzioni formali mai ripetitive.
Strutture minimali in metallo improvvisamente spezzate nella loro sequenzialità dall’irrompere epifanico della luce, o dall’irregolarità della forma che, improvvisamente, da geometrica si fa curvoidale, superfici specchianti in plexiglas intarsiate di regolari estroflessioni che simboleggiano il ritmo percettivo, punte acuminate di metallo che, collocate su supporti piatti e regolari, con tramite dell’illuminazione danno conto del cinetismo luminoso, carboncini che rappresentano intensi grumi di materia primaria, sono un’efficace sintesi della coerenza di più di cinquant’anni di carriera.
Edoardo Di Mauro

Dettagli

Inizio:
venerdì 23 Ottobre 2020
Fine:
domenica 10 Gennaio 2021
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

PINACOTECA ALBERTINA
Via Accademia Albertina, 8
Torino, 10123 Italia
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