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Denis Riva. Limbo incerto
sabato 26 Novembre 2022 - sabato 24 Dicembre 2022
sede: Atipografia (Arzignano, Vicenza).
Denis Riva mette in scena ad Atipografia frammenti dell’animo umano, formule di pathos che l’uomo ha sempre sperimentato nel corso della storia e con le quali si è sempre dovuto rapportare – paura, solitudine, abitudine – che vengono impersonati dalla figura umana stessa.
Il titolo della mostra rappresenta quasi una ripetizione, nel pensiero dell’artista: “è proprio questa doppia incertezza che descrive in parte il mio stato interiore. Un Limbo al quadrato. Penso che in questo momento non si possa più neanche approdare nel Limbo, ci siamo già, almeno queste sono le mie emozioni e sensazioni, il mio vissuto. Ora si attraversa l’incertezza delle cose che sembravano già vivere nella melma più profonda del nostro essere. Quindi questo titolo cerca di mettere in dubbio le cose che sembrano certe ma che in realtà non conosciamo bene e che forse non comprendiamo.”
Denis Riva tratta lo spazio della galleria come fosse una grande tela e propone nella sala principale un’imponente installazione inedita formata da un gruppo di sagome dipinte su legno che si relazionano l’una all’altra. Sono figure fluide, indefinite, che sembrano essersi staccate da un disegno su carta per acquisire tridimensionalità. È questa l’opera che dà il titolo alla mostra: un fregio di circa venti metri che accompagna il visitatore in un racconto dal ritmo serrato.
Nella pratica dell’artista, l’uomo è sempre indefinito, senza volto, perso in una dimensione esistenziale che vive fuori dal tempo. Si toglie la sua maschera pirandelliana e diventa irriconoscibile, perdendo l’identità del singolo. Il risultato è spesso un ibrido uomo-animale, un mostro frutto di contaminazioni che sfidano le classificazioni del mondo naturale. Il concetto ellenistico di hyrbis, ibrido, di “ciò che trasgredisce la separazione dei regni, che mescola (…) l’animale e l’umano” (Roland Barthes) risale alla supposta superiorità dell’uomo in confronto agli altri esseri mortali e immortali. L’ibridazione nelle opere dell’artista non è però una punizione, piuttosto una condivisione di quel peso dell’esistenza che è frutto della colpa dell’uomo, che paga a caro prezzo la superbia e la mancanza di rispetto nei confronti del nostro pianeta.
Questi temi sono ripresi anche nelle altre opere presentate in mostra: le Chele autoportanti sono un’installazione che sorge al centro della sala principale, frutto del recupero dei ritagli del legno utilizzato nella produzione di Limbo Incerto. Si trovano poi le opere Epilogo esistenziale, Gira gira libro – Andare verso il fuoco, Non è da annaffiare e, al piano superiore, Tempi sfuocati.
Denis Riva (1979), nato a Cento, vive e lavora a Follina (TV). La sua ricerca indaga sulla dimensione temporale innescata dalla natura, sul tempo dell’uomo, sull’attesa e sullo stato di osservazione del mondo che viviamo. Molte delle sue opere nascono dal riuso dei materiali. pannelli di guardaroba, carta e vecchie lettere, anche colori e macchie si trasformano in una scena, dove i protagonisti sono sempre l’uomo e la natura. Il disegno, la pittura, il collage e l’assemblaggio costituiscono lo zoccolo base della sua struttura costruttiva. Adotta continuamente nuove tecniche rimpastando quelle precedenti, un modo che ricorda antiche tradizioni e che lo avvicina alle origini primordiali dell’uomo.
Immagine in evidenza
Epilogo Esistenziale – 2020/22, acrilico, smalto, fuoco e lievito madre su carta, cm 215 x 150 (part.)