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Don’t make snap judgments: a new women’s position – Mostra collettiva

mercoledì 14 Ottobre 2020 - sabato 20 Marzo 2021

Don't make snap judgments: a new women's position - Mostra collettiva

sede: Snaphotograph (Firenze).
cura: Luca Simonetti.

L’esposizione si propone di dare uno sguardo attraverso opere fotografiche, video installazioni e opere digitali e sculture, alla figura donna ritratta nelle varie estrazioni sociali-politiche e culturali.
Le opere esposte vanno dalla metà del secolo scorso fino ai giorni attuali, sotto forma di dialogo e analizzano in vari approcci il ruolo della donna nella società nei vari decenni che riflettono gli aspetti principali della percezione femminile della vita e della creatività.

Il termine “donna” viene quindi utilizzato non in senso stretto, biologico o sessuale. Ciò che la mostra indaga è la donna nella sua proiezione sociale, culturale e politica, e il suo essere rappresentazione simbolica e filosofica di valori fondanti nelle diverse culture e regioni del mondo. Dopo le grandi trasformazioni del ruolo della donna nella società avvenute nel XX secolo, una grande incertezza permane nei paesi industrializzati, come in quelli in via di sviluppo, su cosa comporti essere donna oggi e su cosa significhi esprimersi in libertà. Come avviene oggi la realizzazione della propria potenzialità per una donna in un paese occidentale, sotto le pressioni familiari, professionali, mediatiche, sociali e sessuali? E questa realizzazione ha un qualche significato nei paesi in via di sviluppo, per quelle donne che, ancora schiave ed oppresse, devono liberarsi prima di tutto dai valori tradizionali e dalla povertà? Come può una comunità eliminare dalla vita delle donne la paura (di se stesse, dell’uomo, delle altre donne, della solitudine, della povertà, della maternità, ecc.)? Come si adoperano le donne per la loro realizzazione personale? Essere di sesso femminile è un handicap quando le donne vogliono essere libere di crescere? l’arte, si sa, è in grado di esprimere la realtà in maniera universale, superando ogni barriera culturale. La dirompenza del linguaggio dell’arte contemporanea ha qui il compito di riaffermare che eguaglianza non è sinonimo di uniformità, ma è il risultato di un atteggiamento armonioso nella visione e comprensione del mondo.

In mostra: Marina Abramovic, Nobuyoshi Araki, Diane Arbus, Richard Avedon, David Bailey, Bob Carlos Clarke, Tamara Dean, Michael Dweck, Lalla Essaydi, Dina Goldstein, Guerrilla Girls, Frank Horvat, Michael Lavine, Yulia Lebedeva, Annie Leibovitz, Sally Mann, Vik Muniz, James Nachtwey, Irving Penn, Mel Ramos, Herbs Ritts, Michael Sullivan, Larry Sultan, Mario Testino, Edward Weston