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Ezio Cicciarella. La volta pietra
sabato 27 Ottobre 2018 - domenica 2 Dicembre 2018

sede: Cocco Arte Contemporanea (Messina).
cura: Laura Faranda, Mosè Previti.
Ezio Cicciarella segue la grande tradizione materica dell’arte italiana, plasma la pietra con straordinari effetti tattici e luministici.
I blocchi di pietra vengono così “fasciati” ed elegantemente modellati creando campi di forza e tensioni di grande impatto estetico e psicologico.
Nel suo lavoro confluiscono sia la lezione della grande scultura italiana, sia le suggestioni della scultura contemporanea, sia lo spirito concettuale dell’avanguardia, da cui questo giovane artista si stacca con un precisa e preziosa cifra stilistica.
“Scolpivo e la sensazione fu quella di non capire cosa mi stesse succedendo, non riuscivo a venirne a capo, a chiudere la mia opera. La pietra, in verità, mi aveva messo in difficoltà e questo era, per me, incomprensibile, percepivo un senso di oppressione, che mi ha fatto sentire “stretto” e legato a qualcosa di sconosciuto. Fu così che nacque la mia prima opera con fascia. La mia arte è frutto di una mia continua inquietudine e passione. La scultura ha illuminato la mia vita, ma esigendo dedizione assoluta, coraggio e sacrifici infiniti”.
(Ezio Cicciarella)
“Cicciarella appare, infatti, di carattere deciso, concreto, con un grande senso del lavoro, della fatica, del sacrificio. Nel contempo, è un artista dai modi cordiali, a cui piace condividere creatività e bellezza con amici e professionisti del mestiere e non, predisposto all’accoglienza di un confronto, di un’idea, di un sorriso, di ogni stimolo che gli si presenta nella realtà. Stimolo che lui trasforma sempre in qualcosa di positivo, energia creativa da cui farsi condurre in riflessioni più ampie su di sé, sul suo lavoro, sulla esistenza. […] Fra Informale e Concettuale, lasciandosi trasportare dalla pietra, rispettandone la natura, l’autenticità, “fascia” le sue sculture (ricavate ciascuna da un unico blocco di pietra che poi va a lavorare in modi diversi), intridendole (scoprendosi lui stesso) di sensualità. Le fa carnose, conferendo ad esse una forte carica erotica, tanto immediata da tradursi a primo impatto. Si creano, così, lavori metafora originale di quel atavico, amoroso conflitto uomo/donna, positivo/negativo, inquietudine/appagamento, da cui è impossibile non rimanere profondamente affascinati. ”
(Dal testo critico di Laura Faranda)
” Lo scultore siciliano lavora in questo contrasto tra esaltazione del macigno nella sua naturale essenza e il velo suadente che il virtuosismo dell’artista panneggia. Se queste velature hanno qualcosa di nettamente figurativo, berniniano, classicheggiante, l’esaltazione della materia scultorea presuppone una consapevolezza concettuale, nel solco della lezione novecentesca. Si gioca tra questi poli opposti la partita di Cicciarella. L’artista vince nell’uno e nell’altro campo, orchestra la lotta tra spirito e materia, l’eterna battaglia che conosceva bene anche Michelangelo, una battaglia dal moto perpetuo, che non può finire né fermarsi. Attaccando con lo sguardo queste opere, lo spettatore subisce una prima ritirata. Si interroga e non capisce come sono fatte. Segue la meraviglia perché egli scopre che la sostanza è una ma la forma ha fatto un salto triplo, è svelata una possibilità della pietra che l’occhio umano non può cogliere: siamo dentro le vene della terra. ”
(Dal testo in catalogo di Mosè Previti)
Ezio Cicciarella nasce a Vittoria (RG), nel 1976. Sin da ragazzo è attratto dagli gli spazi aperti e dal cantiere con gli attrezzi e i materiali adoperati dal padre artigiano. Precocemente, si interessa di tecniche edilizie, di restauro, tecniche di commesso e di intarsio. Maturando, cresce con lui anche il desiderio di conoscenza, di incontri e di esperienze, così da indurlo a continui viaggi e soggiorni, sia in Italia che all’Estero. Per natura insoddisfatto ed inquieto, è sempre in cerca di un “quid” che lo gratifichi e lo realizzi compiutamente. Intorno al 2001 inizia ad eseguire le sue prime sculture. Nel 2008 la svolta decisiva: fra molte difficoltà, decide di avviare un suo laboratorio nel centro storico di Vittoria per dedicarsi interamente all’arte. Inizia da allora a produrre un’ampia serie di opere, elaborando un suo linguaggio autonomo ed affinando costantemente la tecnica. Nel contempo, legge, discute di arte ed estende il circuito delle sue relazioni, entrando in contatto con personaggi del calibro di Franco Sarnari eVittorio Sgarbi; un lungo e impegnativo percorso coronato dalla partecipazione alla Biennale di Venezia 2011. Nello stesso anno, allestisce anche uno spazio espositivo a Vittoria, in via Cavour, a pochi passi dal laboratorio dove tutt’oggi realizza le sue opere.