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Il corpo è un livido – Mostra collettiva
sabato 16 Novembre 2019 - domenica 1 Dicembre 2019

sede: Palazzo Ducale di Massa (Massa).
cura: Davide di Maggio, Nerina Toci.
In mostra 21 fotografie realizzate da cinque artiste: Diane Arbus, Nan Goldin, Gina Pane, Shirin Neshat e Francesca Woodman, ognuna delle quali racconta secondo la propria sensibilità, la condizione femminile e la violenza (fisica e psicologica) sulle donne.
Cinque letture diverse della realtà che hanno come filo conduttore questo tema così forte e attuale.
“Ed eccolo il corpo delle donne – spiegano i curatori della mostra – come campo di battaglia: non è la sofferenza a muovere l’emotività collettiva. Non è l’identità della vittima che conta, la sua storia, la sua dignità, la sua ferita. E non è uno slancio empatico a guidare il dibattito sui media. Le donne restano sullo sfondo, accessorie, funzionali o altro”.
Per Diane Arbus (New York 1923 – 1971) la fotografia è strenua affermazione del proprio essere deforme: del proprio esistere, in quanto individuo/entità autonoma, al di là di ogni forma prestabilita e imposta.
E proprio la categoria del deforme, infatti – nella sua accezione etimologicamente neutra, e quindi sgombra da qualsiasi intento di giudizio -, il campo prescelto da questa fotografa americana per cercarsi, e riconoscersi, nel mondo che la circondava.
La pittrice Nan Goldin, (Washigton, 1953) osserva la parte trasgressiva e nascosta della vita della città con un approccio intimo e personale.
Ritrae amici e conoscenti, ma anche sé stessa, come nel celebre autoritratto un mese dopo essere stata picchiata.
Una delle maggiori esponenti della Body Art è Gina Pane, nata a Biarritz in Francia il 24 maggio 1939 e scomparsa precocemente il 5 marzo 1990 a Parigi.
è diventata un simbolo del dolore fisico ed emotivo come liberazione.
Le sue performance sono emotivamente sconvolgenti ma hanno un potere rituale, esorcizzante.
È una ricerca in se stessa e nell’altro che fa del limite della sofferenza una forma di rivoluzione.
La sua performance più nota è Azione sentimentale del 1973.
Nata a Quazvin, in Iran, nel 1957, Shirin Neshat, artista di arte visiva, pone in relazione la religione islamica come oggi si manifesta e il femminismo, il rapporto fra i sessi, le censure di ordine sociale che regolano l’espressione del desiderio, la diversità”.
Lo fa, però, in una prospettiva che “non intende dare giudizi, ma anzi ridiscutere le nostre certezze ideologiche e lasciare aperte le interpretazioni”: i suoi lavori, come ha scritto qualcuno, sono “un ponte fra le contraddizioni che attraversa il fiume dei pregiudizi”.
Breve la vita di Francesca Woodman: la fotografa americana, nata nel 1957, pose fine ai suoi giorni il 19 gennaio del 1981, aveva 23 anni.
Francesca Woodman è una delle figure più emblematiche dell’arte degli ultimi trent’anni.
Figlia di artisti – padre pittore, madre ceramista –, interessata alla fotografia sin da quando aveva tredici anni.
Fotografava spesso sé stessa: si autorappresentava – “per una questione di praticità.
Io sono sempre disponibile” – dichiarò poi.
Ma anche per conoscersi, indagando la sua fisicità e il rapporto con il contesto, lasciandosi travolgere da un flusso di coscienza dove soggetto e oggetto stabiliscono una relazione fluida e indefinita.
Organizzata dall’Associazione Quattro Coronati, dalla Fondazione Mudima di Milano e dalla Provincia di Massa Carrara.
Ufficio stampa: Fabrizio Lucarini
Inaugurazione: sabato 16 novembre alle ore 18
- Francesca Woodman