sede: Galleria 360 Arte Contemporanea (Firenze).
“La grande arte – o la buona arte – è quella che, quando la guardi e ne fai esperienza, ti rimane nella mente. Non penso che l’arte concettuale e l’arte tradizionale siano così diverse. C’è arte concettuale noiosa e arte tradizionale noiosa. La grande arte è quella che non ti fa smettere di pensare, dopodiché diventa memoria”.
(Damien Hirst)
“Ma questo è un quadro?”, “Questa è arte?”. Visitando una mostra o entrando in un museo d’arte contemporanea capita spesso di pensare, dire o sentire domande di questo genere. Anche per gli addetti ai lavori come critici, galleristi, curatori, è sempre più difficile stabilire confini precisi tra cosa possa essere considerato “arte” e cosa in realtà non lo sia. Il dibattito sull’arte è oggi sempre più acceso e trova stimolanti spunti di riflessione nella nuova mostra “Internation-Art”.
L’arte contemporanea è caratterizzata da un paradosso: da una parte attrae grandi numeri di visitatori, soprattutto in occasione di eventi su scala mondiale come fiere o biennali; dall’altra crea molte perplessità e viene considerata “difficile”. Questo perché all’originaria funzione estetica dell’opera, ovvero al principio millenario della kalokagathìa, l’ideale greco del “bello e buono”, si è sostituito quello del “sensazionale”. Ci vengono così in mente cuori in acciaio, squali in formaldeide e pupazzoni di Jeff Koons, Damien Hirst e Maurizio Cattelan o il gigantismo imperscrutabile di Matthew Barney.
E se dunque le opere di Cattelan, Hirst, Koons o Barney fanno clamore, provocano e si trasformano in veri e propri “proiettili contro l’osservatore” (Walter Benjamin), al tempo stesso riportano la questione al nocciolo del problema: quello di un’arte che, attraverso il “sensazionale”, attraverso la provocazione, denuncia i paradossi di un sistema che troppe volte è costretto a piegarsi alle logiche di mercato, alle esigenze dei curatori e alle aspettative del pubblico. In una società che ha visto mutare il proprio concetto di identità, i propri confini fisici e culturali, in nome di una “internazionalità” che ha ridefinito nuove geografie artistiche, gli artisti di “Internation-ART” attraverso le loro opere, propongono quindi nuovi spunti di riflessione sull’attuale condizione dell’arte e dell’artista, facendo dialogare il passato con il presente, i linguaggi tradizionali con le nuove tecnologie, attraverso ingegnose manipolazioni ed eclettiche ibridazioni.
Virginia Bazzechi Ganucci Cancellieri
Inaugurazione: Giovedì 5 Aprile 2018 ore 19:00