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L’altra vista. L’astrattismo onirico di Federica Finotti
sabato 26 Maggio 2018 - venerdì 15 Giugno 2018

sede: Circolo culturale La Scaletta (Matera).
cura: Edoardo Delle Donne.
Nella pittura di Federica Finotti esiste un’eternità, quella dell’istante, e uno spazio infinito, un non luogo dove abita il colore.
Non c’è differenza tra l’interno e l’esterno, tra le forme immaginate e la pittura, tra la proporzione ed il ritmo, la ragione e il sentimento, tra la regola e l’emozione.
La forma si dilata, il colore si anima ed i confini si confondono in giustapposizioni emotive e si aprono in un ventaglio di accordi tonali.
E’ una pittura che viene da lontano.
Per comprenderla occorre un’altra vista.
Bisogna penetrare nella densità dell’origine, toccare la materia che sfugge ai suoi solidi gravami, sorprendere quasi la quiete nascosta nel movimento, nel gesto dell’artista.
Fermarsi dove il tempo si arresta, sfiorarlo con il pensiero, scorgere come in un vago sogno il suo instabile e vasto regno di ombre e di luci, dove non a tutti è dato di entrare.
Una pittura pura come il silenzio che non ha mai un posto preciso nel nostro sentire, ma che proprio di quel sentire si fa mancanza.
Dal cuore all’anima, dall’anima alla ragione, attraverso i gialli delle ricordanze ed i lillà, gli azzurri, il nero ed il marrone e quei rossi indolenti.
Dipingere per evocare ricordi e vagabondarci dentro, senza pennelli, solo con mani, panni ed anima.
Uno smarrirsi forse, alla ricerca di un linguaggio per la vita.
Così la tela non resta in fondo, che il vecchio deposito d’ombre dove si torna a frugare.
Un luogo abbandonato, dove presto o tardi si aspira a ritornare.
Edoardo Delle Donne
Federica Finotti è nata a Verona nel 1971, e qui vive e lavora. Sin da piccola la passione per la danza, la pittura e la scultura ha nutrito la sua vita, l’ha riempita di luce e guidata alla scoperta del mondo “da dentro”, uno sguardo di stupore e meraviglia poi raccontato come per incanto nella pittura. Dopo gli studi umanistici e di storia dell’arte ha frequentato corsi di oreficeria a Vicenza e Milano, scoprendo in quei materiali elementi da plasmare e tradurre in forme scultoree. Ma è la pittura che la reclama a sé, e quell’amore per il colore si riversa sulla tela come una “riflessione istintiva”. Una condizione emozionale che negli anni di lavoro dirigerà i suoi gesti, attraverso i fili invisibili di un’intima e quasi spietata riflessione interiore. La frequentazione di Pietrasanta (LU), un luogo ricco di stimoli culturali ed artistici le permetterà infine di entrare in contatto con diversi artisti e di sviluppare sempre più la sua innata sensibilità verso il colore e la materia. Ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive in Italia e all’estero.