Les années Fauves – Mostra collettiva

sede: Fondation Pierre Gianadda (Martigny, Svizzera).
cura: Fabrice Hergott con Jacqueline Munck e Arianne Sarkari

La Fondation Pierre Gianadda propone la mostra “Les aneés Fauves”, che con un centinaio di opere provenienti dal Muséed’Art modern di Parigi, vari musei francesi e collezioni private riempirà le pareti della fondazione di colori sgargianti.

Al Salon d’Automne del 1905 un gruppo di pittori espose opere in cui si esaltava il colore puro: questo eccesso cromatico scioccò il pubblico e Lous Vauxcelles, scoprendo un busto di fanciullo all’italiana dello scultore Albert Marque, esclamò: “Donatello parmi les fauves” (Donatello tra le belve!) Da questa frase derivò la denominazione del Fauvismo, il primo movimento d’avanguardia del XX secolo: un’avanguardia senza regole e divieti. Matisse, Manguin, Derain, Vlaminck, Rouault, Marquet, Dufy, Braque etc. fecero parte di questo movimento di liberazione delle tonalità.

Le opere esposte illustrano la tecnica pittorica utilizzata dai Fauve, grazie alla quale si realizza la costruzione dello spazio mediante il colore puro, con forme dai colori uniformi e definite, con sfumature non “descrittive” ma “espressive” in cui i contrasti cromatici sostituiscono la prospettiva. Nei volti il modellato viene rimosso e sostituito con sfumature pienamente libere e lontane dalla realtà. Insomma: la sensazione fa a gara con l’emozione.

La Senna e i villaggi di Chatou, di Collioure, d’Argenteuil e la Normandia sono tra i paesaggi dipinti dai Fauves. Le statuette africane esposte in mostra dimostrano inoltre l’influenza di questa arte esotica sugli ateliers dei Fauve. Alcuni artisti si aprono anche alle innovazioni come la ceramica, di cui si possono osservare in mostra alcuni esemplari. Gli inventori del Fauvismo creano con “un’energia vitale”, un fuoco d’artificio nel concerto dell’arte del XX secolo.

La mostra è prodotta in collaborazione con il Musée d’Art moderne de Paris, Paris Musées.

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Raoul Dufy – Les régates – Paris Musées – Musée d’Art moderne de Paris © 2023, ProLitteris, Zurich (part.)