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Paolo Borghi. Le radici della scultura
sabato 17 Giugno 2023 - domenica 30 Luglio 2023
sede: Palazzo del Governatore di Parma (Parma).
“Quella di Paolo Borghi è una biografia artistica emblematica. Scultore di due secoli, quello appena trascorso in cui, anche per suo merito, si è imposta una decostruzione della modernità che ha fatto vedere oltre ogni apparenza, oltre ogni possibile fantasia un litorale inedito, e quello presente in cui la figura e l’opera dello scultore si presenta ammantata di un’aura eroica, una epicità remota che fa irrompere sulla scena contemporanea il passato, attualizzandolo, Paolo Borghi è un protagonista di prima grandezza di questa disciplina plastica, dell’arte della scultura”.
Lo ha sottolineato lo storico dell’arte Rolando Bellini, nel presentare la mostra “Paolo Borghi. Le radici della scultura”, ospitata al Palazzo del Governatore di Parma.
“Radici della scultura di Paolo Borghi, radici nella scultura motivate dalla sua stessa forma, dalla formatività che ne discende e la cui rivelazione domanda l’attraversamento di una soglia: non quella di Wind anelante all’estetica instabile né quella panofskiana dell’iconologia fine a sé stessa e invece quella recitata dal kantiano Fiedler”, scrive nella sua nota critica in catalogo, Rolando Bellini.
Istanza ripresa in parte anche da Giorgio Cortenova che ne scriveva nel 2002, un bel catalogo Mazzotta. Secondo quest’ultimo l’artista varesino che è stato fra i protagonisti di prima grandezza della svolta post-moderna, fianco a fianco, per non fare che un solo nome, a Paolo Portoghesi, “conosce bene i sortilegi della scultura”. E ancora, sostiene Cortenova: “Conosce, (… Paolo Borghi) il miracoloso apparire della forma, quel suo farsi spessore della memoria”; quel suo essere esplicitazione di “quella sua fuga utopica nel sogno che non ritorna”, dove governa “l’infinita perseveranza dell’idea”.
Scrive sempre nel catalogo di quest’esposizione Bellini: “Quella di Paolo Borghi è una biografia artistica emblematica. Scultore di due secoli, quello appena trascorso in cui, anche per suo merito, si è imposta una decostruzione della modernità che ha fatto vedere oltre ogni apparenza, oltre ogni possibile fantasia un litorale inedito, e quello presente in cui la figura e l’opera dello scultore si presenta ammantata di un’aura eroica, una epicità remota che fa irrompere sulla scena contemporanea il passato, attualizzandolo, Paolo Borghi è un protagonista di prima grandezza di questa disciplina plastica, dell’arte della scultura. Si comprende così il suo portato alla svolta post-moderna, la sua attualità”.
Le opere in mostra, dall'”Isola sospesa aperta” (1985) alla scultura in onice bianco “Vortice” (2023) testimoniano quanto asserito dai due critici d’arte e che è variamente riproposto da non pochi autori – come si può rilevare nella “fortuna critica” dell’artista – e naturalmente vengono a confermare la statura unica dell’artista.
La mostra è organizzata dalla Galleria Planetario – Trieste e da Radin gallery contemporary art – Budapest.