sede: Showroom Fratus Pavimentazioni (Mornico al Serio, Bergamo).
cura: Barbara Pavan.
“Tutto il senso di Tessere pietra, la mostra di Patrizia Fratus, è condensato già in Amare, l’opera che accoglie il visitatore: un brulicare di mani che sembrano interrompere il loro operoso lavoro di intreccio di una rete gigantesca per aprirsi in un gesto di offerta e di attesa verso l’interlocutore.
Ecco, in questo fare sta tutta la poetica dell’artista che restituisce alle mani il loro potere – umano e ‘divino’ al contempo – di plasmare il mondo che ci circonda e non solo nella sua dimensione reale ma anche in quella filosofica, spirituale: le mani hanno forgiato il carattere, la visione della vita, la misura relazionale dell’artista e di tutta la sua famiglia, definendo una grammatica esistenziale in cui ogni singolo componente si identifica.
Una forma mentis che ha radici in quella mano con un pugno di riso in più che una madre – la loro – aggiunge nella pentola per un ospite ignoto e ipotetico – che pertanto potrebbe non arrivare mai – e che insegna a lasciare sempre un posto disponibile alla propria tavola e, per estensione, uno spazio per l’altro nella propria vita.
Amare-A Mare nella polisemia derivante da una ortografia alternativa coniuga due principi cardine sui quali si fonda la pratica artistica di Fratus: il superamento del perimetro dell’io/mio e la necessità che lo slancio verso l’altro si trasformi in azione.
Un passaggio che si compie attraverso le mani che trasformano l’Amare in gesto artistico e infine in elemento concreto e salvifico nel farsi rete – reale o metaforica – lanciata A Mare ad altrettante mani tese in cerca di aiuto”.
(dal testo in catalogo di Barbara Pavan)
Patrizia Benedetta Fratus, artista multimaterica, usa medium di scarto per avviare opere partecipate coinvolgendo, per la loro realizzazione, coloro che partecipando ne diventano parte. Cerca nelle mappe dei linguaggi le radici di un immaginario possibile oltre gli stereotipi e riconosce alle parole il potere per generare infiniti mondi.
Con la partecipazione di Lessico Familiare, un progetto di abbigliamento domestico, e l’artista visivo Alberto Goglio.