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Venia Dimitrakopoulou. Futuro primordiale – Materia

giovedì 15 Novembre 2018 - domenica 3 Febbraio 2019

Venia Dimitrakopoulou. Futuro primordiale - Materia

sede: Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas (Palermo).
cura: Afrodite Oikonomidou, Matteo Pacini.

Al Museo Salinas il composito universo creativo della scultrice greca Venia Dimitrakopoulou è rappresentato da una considerevole selezione di opere – sculture, carte e installazioni, alcune esposte per la prima volta in Italia – tra cui spiccano inedite realizzazioni site-specific, per una mostra- installazione, curata da Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini, che dialoga con i reperti archeologici esposti in permanenza nelle sale museali.
Il Salinas, infatti, è il più antico museo dell’isola e la più importante istituzione museale pubblica dedicata all’arte greca e punica in Sicilia, che su indirizzo del Direttore Francesca Spatafora si è aperta negli ultimi anni ai linguaggi dell’arte contemporanea.

In tutti i lavori esposti al Museo Salinas protagonista è la materia – dalla pietra lavica alla carta a mano cinese, dal bronzo al marmo, dal gesso alla terracotta – che sottolinea quanto l’archeologia riviva nella contemporaneità e l’immersione nel passato serva a comprendere il presente.
Spiega infatti la scultrice: “A Palermo espongo le pietre vulcaniche, le teste dei guerrieri caduti e degli eroi, così come le opere su carta cinese, le Vesti di Nesso, l’Armatura Segreta e le Linee di pensiero.
È un dialogo tra fragilità e solidità, l’effimero e l’eterno.
Una riflessione sul modo in cui l’archeologia svela la materia nel presente.
La materia, quindi, è il tema principale”.
Venia Dimitrakopoulou decide di “sentire” attentamente ciascun luogo del suo lungo tour espositivo, creando appositamente nuove opere per rimanere “sintonizzata” con l’atto creativo, così come lei lo concepisce: “un processo continuo, un flusso in cui tutto è aperto all’inaspettato”.
E così, per citare alcuni lavori esposti al Museo archeologico di Palermo, gessi, bronzi e pietre vulcaniche di Egina (isola dove ha sede lo studio dell’artista) diventano teste e volti, spesso dalla bocca semi aperta, di antichi guerrieri, eroi e semidei come nelle opere Agamennone (2005-2009) e Pelope (2009), accanto a Lance (2018) in marmo e ottone dorato che raccontano il passato dell’Egeo attraverso venature nascoste e si innalzano come baluardi, strumenti di difesa.
In queste opere la materia prima determina il modellato estetico delle sculture che, a dialogo con l’ambiente in cui vengono presentate, mettono in risalto riferimenti storici e caratteristiche del luogo di provenienza, e raccontano così una sorta di storia personale che guida il visitatore nella loro contemplazione e interpretazione.
Le creazioni contemporanee di Venia Dimitrakopoulou si muovono infatti in costante equilibrio tra le ricerche moderne e l’estetica, i materiali e le tecniche tradizionali, passando dalla piccola scala alla monumentalità.
Significativa in proposito l’imponente scultura Promahones, esposta presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene e rievocata a Palermo dalla serie fotografica Promahones – Ombre (2014).
Composta da giganteschi dischi in acciaio inclinati, aperti alle estremità, come sottolinea Franco Fanelli “arricchisce enormemente il gioco d’ombre che queste opere possono proiettare, sdoppiandole, moltiplicandole”.
Attraverso pietra, marmo, terracotta, metallo o carta, che si declinano al servizio di un nomadismo stilistico che va dalla scultura tradizionale all’installazione, dal video all’azione, dalla scrittura al segno grafico, l’artista investiga caratteristiche e comportamenti della materia, dando un respiro di vita alle figure e agli oggetti che ne nascono.
Esemplificativo il video Zoodochos Pighi (Fonte di Vita, 2011), opera drammatica nel senso etimologico della parola, in cui le mani dell’artista si ergono a simbolo della forza generatrice della dimensione scultorea, in un incessante processo metamorfico di creazione e distruzione della forma.
Tutte le opere della Dimitrakopoulou hanno un profondo carattere antropocentrico e riflettono sul ruolo dell’esistenza umana nello spazio e nel tempo che l’artista sceglie di cogliere nella sua creazione, chiamando l’osservatore a partecipare dell’espressione artistica, a viverla come una relazione con se stesso, attraverso un’esperienza interiore, mentale e sentimentale.
Emblematiche le serie su carta delle Vesti di Nesso e delle Linee di pensiero (entrambe del 2011) dove, attraverso la scrittura automatica sulla forma di un’antica tunica o di uno stendardo, traspare in diverse lingue la dimensione intima dell’artista, che libera i suoi sentimenti e pensieri per poi nasconderli parzialmente dietro ad una linea, quasi a cancellarli ma mai del tutto.

Venia Dimitrakopoulou è una scultrice greca, nata e formatasi ad Atene, dove studia scultura presso l’Accademia di Belle Arti, si diploma alla Scuola Superiore di Arte Drammatica del Conservatorio di Atene, perfezionandosi poi presso l’Atelier Vivant de l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Numerose le mostre personali e collettive in Grecia e all’estero, dove le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private. Nell’inverno 2014-15 la sua scultura monumentale Promahones è presentata ed esposta nell’atrio del Museo Benaki di Atene, in occasione del quale è realizzata la pubblicazione “Venia Dimitrakopoulou – Promahones”, edita da Hatje Cantz; quindi nell’ottobre 2016 l’opera trova la sua collocazione nel cortile principale del Museo Archeologico Nazionale di Atene. Nel novembre 2015 presenta la sua attività artistica nel quadro dei programmi educativi della Biennale Sessions di Venezia, in collaborazione con la sezione giovani del Fondo Ambiente Italiano (FAI) e la Fondazione Ellenica di Cultura-sezione Italia. I due incontri: “Immagini dalla Grecia contemporanea a Venezia” e “Intervista di Giorgia Florio a Venia Dimitrakopoulou” sono a cura di Caterina Carpinato e realizzati in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia unitamente alla galleria Artespressione di Milano di Paula Nora Seegy, dove nell’aprile 2016 inaugura la sua prima personale italiana dal titolo Selected works, a cura di Charis Kanellopoulou e Matteo Pacini. Nel 2017 il Presidente della Repubblica Italiana le conferisce l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia in riconoscimento del suo contributo, attraverso il suo operato artistico, al rafforzamento dei rapporti tra Grecia e Italia. Partecipa come membro attivo nel gruppo di lavoro di “Tempo Forte”, iniziativa culturale dell’Ambasciata italiana in Grecia, promossa a livello intergovernativo per consolidare e celebrare gli aspetti comuni delle identità dei due Paesi. Attualmente vive e lavora tra la capitale greca e l’isola di Egina.

La mostra palermitana è la prima tappa della “Trilogia Italia” organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura – Italia in collaborazione con l’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini” e con Artespressione di Milano, galleria di riferimento dell’artista in Italia per questa rassegna che tocca anche Torino e Trieste. Il percorso, che presenta delle peculiarità per ogni città, coinvolge infatti prestigiose sedi espositive: oltre al Museo Salinas di Palermo, la Gallery della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino dal 22 febbraio al 31 marzo 2019, quindi il Civico Museo Sartorio e il Castello di San Giusto a Trieste dal 12 aprile al 14 giugno 2019.
Catalogo edito da Umberto Allemandi con testo introduttivo di Franco Fanelli
Ufficio stampa: IBC Irma Bianchi Communication
Inaugurazione: Giovedì 15 Novembre ore 18

Dettagli

Inizio:
giovedì 15 Novembre 2018
Fine:
domenica 3 Febbraio 2019
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE ANTONINO SALINAS
Piazza Olivella, 24
Palermo, 90100 Italia
+ Google Maps
Phone
091 6116807
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