
“Il riposo durante la fuga in Egitto” è la prima opera complessa – una storia sacra con personaggi a figura intera – che si conosca di Caravaggio, il quale aveva eseguito in precedenza dipinti di carattere profano, generalmente a mezza figura e spesso con un solo personaggio.
Il Riposo, nel quale l’episodio religioso è liricamente ambientato in una campagna tardo autunnale (è l’unico quadro del maestro che contenga un brano significativo di paesaggio), è considerato il capolavoro della sua attività giovanile.
L’artista dipinse la splendida tela, ricca di accenti di umana tenerezza, nel 1595 o nel 1596, utilizzando la tavolozza chiara, i colori brillanti e le sfumature dorate che prediligeva in questa fase della carriera, prima che il suo gusto volgesse verso le scene tenebrose e drammatiche.
“Dipinse in un maggior quadro la Madonna che si riposa dalla fuga in Egitto: evvi un angelo, in piedi che suona il violino, San Giuseppe sedente gli tiene avanti il libro delle note, e 1’angelo è bellissimo”: così Giovan Pietro Bollori, il più autorevole testimone della cultura artistica secentesca, descriveva il quadro nel 1642.
Sullo spartito si riconoscono le note del mottetto mariano suonato dal pallido angelo dalle ali di rondine, posto di spalle.
Il mottetto fu composto nel 1519 dal celebre compositore fiammingo Noël Bauldewijn; in esso le parole “Quam pulchra es et quam decora …”, tratte dal biblico Cantico dei Cantici e riferite in origine alla “sposa” in esso celebrata, lodano la bellezza della Vergine.
La tecnica esecutiva del dipinto, raffinata anche dal punto di vista dei materiali usati, ne ha favorito l’ottima conservazione.
Recenti indagini radiografiche permettono d’ipotizzare che l’autore volesse inizialmente a rappresentare una scena in cui il paesaggio aveva un ruolo ancora maggiore rispetto a quanto appare nella stesura definitiva.
La tela, di destinazione privata – ovvero concepita sin dall’inizio per essere esposta in una dimora, non in una chiesa – fu acquistata dal principe romano Camillo Doria Pamphilj, che la collocò nella sua magnifica villa di Bel Respiro, sul Gianicolo.
In occasione della mostra “Caravaggio e l’Arte della Fuga. La pittura di paesaggio nelle Ville Doria Pamphilj” è stato possibile stabilire con certezza, su basi documentarie, la provenienza della tela dalla collezione del cardinale Alessandro Vittrici, governatore di Roma, che sul finire del 1650 lasciò i propri beni alla sorella Caterina, la quale poco dopo cedette al principe Camillo Pamphilj “diversi quadri di Pittura”.
Tra questi si trovavano tre straordinarie tele dipinte dal giovane Caravaggio: il Riposo nella Fuga in Egitto e la Maddalena penitente, probabilmente di poco anteriore (per la quale il pittore aveva utilizzato la medesima modella che posò poi per la Madonna del Riposo), ancor oggi proprietà dei Principi Doria Pamphilj, e la Buona ventura, in cui è raffigurata una zingara che legge la mano a un giovane e gli ruba un anello.
Quest’ultima tela nel 1665 fu donata dal principe Camillo a Luigi XIV, per il tramite di Bernini recatosi a Parigi, e di conseguenza si trova oggi al Louvre.
tratto dal Catalogo della mostra “Caravaggio e l’Arte della Fuga. La pittura di paesaggio nelle Ville Doria Pamphilj“
Periodo: 26/03/2010 – 26/09/2010
Villa del Principe
Palazzo di Andrea Doria – Genova
