L’innovativa arte animalier nei ritratti di Saverio Polloni

di Teresa Lanna.

Per alcuni di noi la pulsione creativa, ovvero la spinta a creare oggetti o manifestazioni espressive che non abbiano una funzione di utilità primaria, è innata ed è una necessità fisica come il mangiare o il dormire”. È quanto afferma l’artista Saverio Polloni.

Nato a Milano nel 1957, nel 1980 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Due anni più tardi, apre uno studio di illustrazione pubblicitaria, avendo come committenti diverse aziende italiane ed estere. Molti sono i suoi soggiorni di studio a Londra e a Parigi. Artista eclettico, matura esperienze nel campo della moda e dell’Industrial design. Nel 1998, dopo un anno trascorso a sperimentare nuove tecniche (i suoi dipinti sono una sovrapposizione di colori acrilici e olio), si dedica a tempo pieno al progetto Ritratti di Animali. Dal 2002 soggiorna e lavora regolarmente in Spagna; in questo periodo, espone alla National Gallery di Victoria (Seichelles) e all’Italian Artist in Dubai.

Tra le nuove serie di Polloni c’è Occhio Animale: si tratta di una selezione di circa 15 opere che illustrano il più recente percorso di ricerca dell’artista milanese, legato proprio al progetto Ritratti di Animali, nel quale, il mondo animale, coniugato al concetto del ritratto, evoca una tradizione altissima, che affonda le sue radici nell’arte fiamminga (Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling ecc.) sino ad approdare al Novecento. Da lì, il ritratto non ha più significato come genere a sé stante, ma come parte della ricerca personale dell’autore.

In questa direzione si pone l’arte di Polloni, che si configura come un continuo approfondimento di un iter individuale, da sempre esclusivo e totalizzante, portato avanti con grande passione.

È l’artista stesso ad illustrare i fondamenti delle sue creazioni: “L’elemento primo che caratterizza i miei ritratti è la riproduzione sempre a grandezza naturale dei soggetti. Le variabilità cromatiche, di forme e dimensioni, gli elementi simbolici e allusivi di cui sono portatori gli animali, mi permettono infinite combinazioni espressive e compositive”.

I Ritratti di Polloni rivelano, sin dal titolo, la filosofia sottesa dell’artista, nella sua riconoscibilità del soggetto: non quell’animale, ma un animale. Si spiegano in tal modo i titoli delle opere; codici neutri, in un invito oltre l’evidente. Così l’immagine, l’animale, fornisce a chi lo osserva molteplici chiavi di lettura. 

L’intervista

[Teresa Lanna]: Lei si è diplomato all’Accademia di belle Arti di Brera nel 1980; ha avuto sempre particolare predilezione per il ramo artistico?

Saverio Polloni

[Saverio Polloni]: L’atto creativo è l’azione che sostanzialmente differenza il genere umano dagli animali. Per alcuni di noi, la pulsione creativa, ovvero la spinta a creare oggetti o manifestazioni espressive che non abbiano una funzione di utilità primaria, è innata ed è una necessità fisica come il mangiare o il dormire. Io sono uno di questi.

Lei ha una lunga esperienza come illustratore pubblicitario; quali sono stati i lavori che hanno riscosso particolare successo di pubblico e/o il cui riscontro è stato estremamente sorprendente, oltre ogni aspettativa?

Negli anni ’80 e ’90, anni che precedono lo sviluppo di editor grafici e della fotografia digitale creativa, l’illustrazione pubblicitaria è stata il rifugio e, in alcuni casi, una sorta di “Eden” per molti talenti artistici che non trovavano spazio nell’ambito dell’Arte ufficiale che, in quel momento, snobbava ed ignorava la pittura figurativa. Io sono stato uno di questi fortunati.

Da anni lei si dedica a tempo pieno al progetto Ritratti di Animali; come è nata questa scelta e quale, tra le varie creature rappresentate nel corso degli anni, rispecchia in modo peculiare la sua personalità?

Il progetto nasce dall’idea di una rielaborazione del genere pittorico del Ritratto, mantenendone gli stilemi ma utilizzando animali invece di umani come soggetti. Si tratta di un’idea elaborata a metà degli anni ’90, prima del bombardamento di immagini di mascotte a quattro zampe che riempiono oggi i social media. Non avendo, poi, l’Italia una tradizione di arte animalier, trovavo fosse una scelta estremamente innovativa, abbinata al fatto che ancora non si era rinnovata una sensibilità critica verso il figurativo; un’operazione, dunque, decisamente controcorrente. Infine, non ho una particolare predilezione per un animale.

I titoli delle sue opere, che connotano il nome di ogni animale in latino, ha una motivazione precisa?

Il nome in latino dell’animale è, semplicemente, la denominazione scientifica con cui è internazionalmente riconosciuto.

Quali sono gli artisti cui si è ispirato e quali hanno rappresentato un modello significativo per lei?

Ho sempre avuto una particolare ammirazione per i ritrattisti fiamminghi come Van Eyck e soprattutto Antonio Moro. Tra gli artisti moderni, prediligo l’italiano Gnoli per l’ossessione del dettaglio.

Lei ritrae gli animali nella loro grandezza naturale; c’è una motivazione alla base di questa scelta?

La grandezza naturale, così come i meticolosi dettagli, è necessaria per dare all’osservatore la sensazione di trovarsi di fronte ad un vero animale, o per lo meno ad una “entità” vivente.

Dal 2022, lei vive e lavora a Toledo; quali sono le cose che la entusiasmano di più di questa città e quali, invece, gli aspetti meno positivi?

Ho vissuto la maggior parte degli ultimi vent’anni a Madrid, città culturalmente stimolante e bella, soprattutto per posizione geografica e climatica, con una luce che ha uno spettro cromatico ideale per dipingere; in particolare per me, che dipingo solo a luce naturale. Di recente, mi sono trasferito a Toledo, che dista appena trenta minuti da Madrid. La luce è la stessa, e la città più tranquilla: condizione ideale per lavorare.

C’è un momento della giornata, un luogo, un sottofondo musicale, che favoriscono, in maniera significativa, per lei, la creazione artistica?

La creazione artistica è per me un processo lungo, complesso e articolato, slegato dall’atto materialmente pittorico. Mentre dipingo, comunque, non posso fare a meno di avere un sottofondo musicale, ed ho una predilezione per la musica Funky anni ’70.

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Saverio Polloni official website

Immagine in evidenza: Saverio Polloni – 08874 – cm.60×140 (part.)
Tutte le immagini: © Saverio Polloni