La metodologia che uso nelle mie analisi è un processo, di’ “rilevamento – rivelamento”, costruito sulla realtà che cerco di restituire in senso critico, come “realtà verificabile” Annotazioni di lavoro per “Analisi del Feticismo” da un’immagine trovata.
Questo lavoro ha due momenti: l’interpretazione dell’immagine “trovata”, che sussiste soggettivamente, e la sua evidenziazione attraverso la soluzione formale.
Ad Amsterdam, su un muro in Waterlooplein, sopra un negozio di cose vecchie sono appesi pupazzi e altri giocattoli (quasi tutti rotti e monchi), probabilmente per attirare l’attenzione sul negozio.
L’immagine di questo muro, oltre alle sue funzioni specifiche, offre in sé molteplici possibilità di interpretazione.
Questa “immagine” mi ha attratto per due ragioni: per la sua spettacolarità e per la fisionomia che, dopo una prima lettura, comincia a rivelare: fisionomia che attrae e respinge nello stesso momento.
Attrae per il tipo di raccolta (giocattoli ecc.), simbologie dell’infanzia e respinge contemporaneamente in quanto gli elementi raccolti sono rotti e creano nell’osservatore un senso di inquietudine, quasi di fastidio, tanto più forte quanto più ci sì sente attratti.
Se queste bambole rotte fossero state buttate vi sarebbe stato subito un implicito rifiuto nel rivederle ma così raccolte presentano per me un aspetto feticistico insito sia nell’oggetto in sé, sia in chi ha operato la raccolta.
Ho cercato di evidenziare, attraverso la soluzione formale sia la fisionomia di questa immagine che la mia interpretazione.
Ho rifatto l’immagine nella sua dimensione reale e l’ho divisa in segmenti equidistanti che spesso vengono a tagliare elementi già rotti, cioè le bambole, creando una ulteriore evidenziazione delle condizioni di questi elementi.
Ho quindi scomposto questi spazi collocandoli a scacchiera su due pareti opposte; la parte dell’immagine tolta da un lato l’ho posta sull’altro lato.
L’immagine così esposta crea un coinvolgimento in quanto lo spettatore, contenuto fra le due pareti, tende istintivamente a ricomporre l’immagine.
Se l’immagine nella sua interezza può essere oggetto di contemplazione, così frantumata tende a provocare nell’osservatore un senso di inquietudine.
Aldo Tagliaferro
(20-2-1976)
Tratto dal Catalogo: “Analisi del feticismo da una immagine trovata. Aldo Tagliaferro pittore”
Edizioni Galleria del Naviglio – Milano
Direttore Renato Cardazzo
Catalogo stampato in occasione della 677a Mostra del Naviglio
aprile 1977