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Anna Never. 1979

sabato 10 Ottobre 2020 - sabato 14 Novembre 2020

Anna Never. 1979

sede: Blu Gallery (Bologna).

La serie delle regole abbandonate, delle leggi non più valide, cadute in disuso, si chiama storia, memoria.
La restituzione di quest’ultima, le implicazioni esistenti tra il rito, la regola e il gioco e il loro tragico svelamento sono gli spettri di questa mostra, rivelati attraverso la resa di un’epoca, di un decennio in particolare, gli anni ’70 del 900.

Il lavoro di Anna Never è la restituzione memoriale e doppiamente filtrata di un decennio.
I quadri portano con sé il carattere della pellicola televisivo/cinematografica del periodo, restituendo la memoria “massmediale” in cui è data la forma del ricordo, ragione per cui immaginiamo il primo novecento in bianco e nero e gli anni ’70 con un certo grado di saturazione del colore.
Le geometrie fredde delle case ritratte, immobilizzate in una dimensione di semi-abbandono e trascuratezza, orfane del baloccarsi della vita, sembrano mostrare nella loro squadratura scaduta il nulla nascosto dietro ogni regola, abitazioni lasciate a se stesse, gusci dimenticati di lumaca.
Il tempo genera e dissipa norme, necessita in modo costante di nuovi rivestimenti, illusioni, metodi per alimentare la beffa della vita.
Così le costruzioni umane si mostrano per quello che sono sempre state, vuote congetture, fatiscenti come ogni epoca.
In questa prospettiva l’Unione Sovietica rappresenta per antonomasia, nella memoria collettiva dell’epoca riconsegnata, il sistema totalizzante, rigido e cieco della macchina dello Stato, presenza invisibile che tutto governa e schiaccia sotto i suoi dettami e la sua omertà.

Elena Mukhina, ginnasta di quello stesso Stato, attiva nella seconda metà del decennio, è rappresentata in queste opere nella sua gloria luminosa e nella sua decadenza.
Eroe bambina sacrificata sull’altare della patria, ritratta nella divina inconsapevolezza del gesto atletico, nel rilasciare autografi e in primi piani che tentano di riconsegnarci la sua soggettività, di liberare la nuda creatura dall’asfissia dell’atleta.
È qui che la sfida verso ogni dovere, verso ogni chiamata o vocazione a essere si manifesta nel suo tentennamento, si scontra col pericolo, con la possibilità del fallimento o dell’infortunio.
In un quadro in cui Mukhina appare rannicchiata su una sedia, indifesa e quasi sconfitta, la tentazione di non volere o potere più essere pare prevalere sul dover essere di ogni agonismo, il rifiuto a essere o la sua impossibilità pare essere più autentico del dovere di essere.
Il rischio e la seduzione della rinuncia è l’altra faccia con cui combatte la perfezione.
Non c’è perfezione senza questa fragilità.
La perfezione si tocca un attimo prima di crollare.
La tentazione di non stare al gioco ci rivela l’artificio del gioco; ma la Mukhina, non si sa quanto volontariamente, forse per l’onore della squadra, della Nazione o chissà cosa, nonostante la rottura di una caviglia nel 1979, scelse ancora l’atletica, iniziando un durissimo programma di recupero per ritornare in forma per le Olimpiadi del 1980.
Durante un allenamento nello stesso anno Elena Mukhina si schiantò sul pavimento, si ruppe il collo e non riuscì più ad alzarsi.
La diagnosi fu frattura del rachide cervicale e paralisi totale sia degli arti superiori che inferiori.
In una dichiarazione successiva all’incidente affermò: “Mi sono resa conto che, rispetto alla capacità di pensare, la mancanza della capacità di muoversi è una tale sciocchezza.”
Pasquale Pietro Del Giudice

Dettagli

Inizio:
sabato 10 Ottobre 2020
Fine:
sabato 14 Novembre 2020
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

BLU GALLERY
via Don Giovanni Minzoni, 9
Bologna, 40121 Italia
+ Google Maps
Phone
338 7608324
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