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Filippo Manzini. Doppio registro

mercoledì 11 Dicembre 2019 - sabato 25 Gennaio 2020

Filippo Manzini. Doppio registro

sede: Spazio Gamma (Milano).
cura: Giorgio Verzotti.

Il progetto espositivo si compone di elementi scultorei, installativi e performativi che si inseriscono nello spazio espositivo grazie a un preciso equilibrio e a un reciproco dialogo che ne ridisegnano l’estetica.

Per Filippo Manzini la scultura è qualcosa che muta a seconda dello spazio in cui si trova.
A volte è lo spazio con le sue caratteristiche che la determina, nel senso che la scultura diventa intervento sulla fenomenologia dell’ambiente dato, che così influisce sulla visibilità e fruibilità dell’opera.
D’altra parte la scultura in questi casi rivela qualcosa dell’ambiente che di solito non viene notato, che passa inosservato.
C’è insomma un rapporto di reciproco arricchimento fra lo spazio e l’opera che vi si inserisce.

Altre volte invece la scultura nasce da un’esperienza performativa, da una sorta di misurazione degli spazi esterni, potremmo dire dei non-spazi urbani che l’artista cerca di saggiare attraverso un sensore che è un prolungamento del corpo il quale a sua volta diventa l’opera, diventa una scultura.
Vediamo queste operazioni in fotografie che valgono come eventi plastici rimemorati attraverso l’immagine, dove fra quest’ultima e l’oggetto che ritrae e che poi vediamo in mostra c’è equivalenza di ricerca formale.
Infatti, rivediamo l’azione esplicarsi anche negli spazi interni, indagati o “sentiti” attraverso quei minimali elementi fisici che poi vengono posizionati a formare un insieme assolutamente precario e paradossalmente giocato sulla precarietà del loro stare in equilibrio.
Due sbarre metalliche poste a contatto sulle estremità a formare una figura a L resa più dinamica dalla piccola base di pietra posta a terra.
Certo una scultura siffatta rischia in ogni momento di cadere per forza di gravità, e di doversi ogni volta rimettere in sesto, la sua “identità” è troppo fragile, il suo è uno statuto di debolezza che però diventa una forza nella sua asseverativa, geometrica autoevidenza.

Tutte le opere di Manzini possiedono questa forza di struttura determinata ma cangiante e duttile, adattabile agli spazi per via di trasformazione dei suoi interni nessi costruttivi.

Filippo Manzini (Firenze, 1975). Vive e lavora a Milano. Nato nel 1975 a Firenze, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti della città toscana. Il suo lavoro nasce dall’esigenza di superare lo spazio chiuso dello studio per confrontarsi con il mondo, così fonde scultura, installazione e azione performativa e sceglie per i suoi interventi spazi urbani pubblici dove inserisce le sue opere creando effimere spontanee installazioni poi documentate fotograficamente. Non diversamente, negli spazi chiusi l’opera è sempre pensata in relazione alle specificità dell’ambiente. Le installazioni di Filippo Manzini si inseriscono nello spazio come elementi complementari di strutture preesistenti: volumi e superfici si compenetrano, mentre i materiali dialogano tra loro generando stati di tensione, rapporti di forza in cui il risultato è il perfetto equilibrio delle parti. Manzini ha lavorato un anno a Los Angeles dove ha esposto, fra le altre sedi, presso l’Hammer Museum nel 2012. Ha inoltre tenuto mostre a Villa Romana a Firenze nel 2010, alla Galleria Artra nel 2013, al Museo di Lissone e ad Assab One di Milano nel 2014, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino nel 2015, nello spazio Mars di Milano nel 2018.

Dettagli

Inizio:
mercoledì 11 Dicembre 2019
Fine:
sabato 25 Gennaio 2020
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

SPAZIO GAMMA
Via Pastrengo, 7
Milano, 20159 Italia
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