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Kartick Chandra Pyne. Il surrealista riluttante
mercoledì 7 Febbraio 2018 - mercoledì 28 Febbraio 2018
sede: Galleria Francesco Zanuso (Milano).
cura: Caterina Corni.
Quale conoscenza abbiamo dell’arte contemporanea indiana? Quali sono gli artisti che hanno popolato la scena dagli anni Settanta fino a oggi?
Il bengalese Kartick Chandra Pyne è senza dubbio da annoverare tra i più prestigiosi.
Nato nel 1931 nei sobborghi della fervida Calcutta, frequenta l’allora rinomato College of Arts and Crafts. Scuola dove, all’inizio del Novecento, diventa direttore Abanindranath Tagore, nipote di quel Tagore che fu premio Nobel per la letteratura nel 1913.
Calcutta, la Firenze d’Oriente. Città in cui nacque il rinascimento intellettuale bengali e che diede i natali ai più importanti esponenti dell’intelligentia indiana.
Centro nevralgico di quella rivoluzione dell’arte che segnò il passaggio dalla tradizione alla modernità.
Per Pyne la pittura è azione vitale, dipinge incessantemente giorno e notte nel piccolo studio ricavato all’interno della sua abitazione.
Predilige l’acquerello su carta di riso, diventa un eccellente maestro in questa tecnica, perché l’unica a suo avviso in grado di rendere quella dimensione onirica che inseguirà per tutta la vita.
Pyne rompe con la pittura tradizionale indiana creando un linguaggio che si pone fuori da qualsiasi schema.
Non vuole essere annoverato in alcun movimento artistico, concepisce il gesto del dipingere come dimensione intimistica pura.
Sebbene corteggiato da critici, galleristi e collezionisti che giungono a Calcutta da diverse parti dell’India per acquistare le sue opere, Pyne seleziona meticolosamente gli acquirenti.
Non gli interessa il mercato e non vuole farne parte.
Continua a dipingere in modo quasi bulimico.
Eccentrici animali, paesaggi ideali, torniti corpi femminili, alberi dai cui rami pendono bocche color rosso carminio come succosi frutti pronti per essere colti.
Nel 1994 viene colpito da un attacco cerebrale che gli causa la paralisi di metà volto e conseguenti disturbi neurologici agli arti.
Non smette di dipingere, allarga il suo studio occupando altre stanze dell’appartamento, situato in quella zona periferica ricca di stimoli e traboccante di vita.
Nel 2005 una delle sue opere su carta “Bird in a cage” è battuta da Sotheby’s New York realizzando un prezzo di aggiudicazione ben oltre la stima.
Pyne è nuovamente al centro dell’attenzione.
Il telefono non smette di suonare, i mercanti d’arte si presentano direttamente sotto casa sua desiderosi di comprare almeno qualche disegno.
Lui li fa entrare, offre dell’ottimo chai, si intrattiene con loro.
Capisce che cosa realmente li spinge verso i suoi lavori, nulla a che vedere con la passione, quella vera, per l’arte.
Si congeda e torna a dipingere.
Loro se ne vanno a mani vuote.
Kartick Pyne è sempre stato così, un po’ sognatore e anche un po’ ribelle.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo qualche mese prima che se ne andasse.
I suoi movimenti erano ridotti al minimo e non potendo più dipingere aveva fatto appendere una serie di lavori sulla parete di fronte al letto, in modo da viverli quotidianamente.
Era da tempo che volevo fare una sua personale a Milano, che sarebbe poi stata la prima a livello nazionale e internazionale.
Gli chiesi se era d’accordo, mi rispose così: “Certo, ma solo se mi porti!”.
Purtroppo Kartick Chandra Pyne non potrà essere presente, ma le sue opere saranno la sua voce e il suo sguardo.
Kartick Chandra Pyne nasce a Calcutta nel 1931, frequenta il College of Arts and Crafts dove consegue il diploma. Durante la sua carriera vince numerosi premi, per citarne alcuni: nel 1966, 1969, 1973 e 1976 il Fine Arts Award indetto dall’Accademia di Belle Arti di Calcutta e per due anni consecutivi, ossia nel 1973 e 1974, il Mahakoshal Kala Parishad Prize. E’ tra i 100 artisti selezionati per la celeberrima esposizione “Hundred years of Asian Art (1861-1961)” organizzata presso il Fukuoka Art Museum in Giappone. Partecipa a diverse mostre personali e collettive in India. Le sue opere sono esposte in musei quali la National Gallery of Modern Art (NGMA) di Nuova Delhi, il Govt. of West Bengal Gallery e Birla Academy of Fine Art and Culture. E’ presente in numerose collezioni private indiane ed europee, tra cui si annovera quella dell’Unesco. Kartick Chandra Pyne muore a Calcutta il 17 settembre 2017.