sede: Bar.lina (Roma).
cura: Andrea Acocella.
Bar.lina presenta la mostra personale del fotografo Marco L. Bonaventura “To the bounds” a cura di Andrea Acocella. Una mostra che, attraverso dodici fotografie e una performance, offre uno sguardo approfondito sull’estetica e la complessità dell’antica pratica giapponese dello shibari, chiarificano temi che riguardano l’umiliazione, l’oggettificazione e il voyeurismo.
Shibari, l’antica arte giapponese di legare con corde, affonda le sue radici nel lontano XV secolo. Allora era un’arte marziale e si chiamava Hojojutsu, era usata per legare i prigionieri con lo scopo di tortura, di costrizione, per evitare fughe, e derisione in pubblica piazza. Il padre del moderno shibari è l’illustratore e fotografo Ito Seiu che ha dato il via all’estetica moderna della disciplina giapponese, e fu anche anche il primo che legò delle modelle per fotografarle. Arrivando poi alla metà del novecento troviamo nei magazine come Kitan Club e Uramado l’evoluzione finale dell’estetica dello shibari. Qui all’inizio vi erano solo racconti vagamente erotici ma con il passare del tempo, grazie al successo ottenuto, si aggiunsero anche foto e illustrazioni. In artisti come Nobuyoshi Araki e Sugiura Norio troviamo il punto massimo della fotografia di shibari, in cui tradizione, tortura ed oggettificazione si incontrano per arrivare ad una narrazione forte e profonda.
In questa mostra, Marco Leonardo Bonaventura non solo esplora l’estetica e la complessità dello shibari, ma anche temi più ampi riguardanti il ruolo e il trattamento della donna nella società.
Attraverso le sue immagini e la performance, Bonaventura mette in discussione l’oggettificazione della donna, un problema che ha radici profonde nella storia e nella cultura, ma che persiste ancora oggi. Infatti, le potenti e dettagliate immagini di Bonaventura sono intenzionalmente concepite per suscitare una riflessione critica sul voyeurismo del pubblico e sull’oggettificazione che esso comporta.
La superficie quasi impeccabile delle fotografie può ingannare, poiché, nonostante la loro bellezza estetica, celano una verità sconcertante: dietro il piacere visivo, si cela la brutalità dell’oggettificazione e della tortura inflitta alla donna.
Si tratta di una visione distorta e irrealistica della femminilità, in cui la crudezza dell’oggettificazione mette in luce la realtà crudele e dolorosa dell’utilizzo delle donne come oggetti di desiderio e dominio.
Inaugurazione
venerdì 15 marzo 2024 dalle ore 18:00
Performance
venerdì 15 marzo 2024 ore 20:00
Immagine in evidenza
M.L.Bonaventura – Oggettificazione 2023 (part.)