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Picasso metamorfico. La mostra

L’opera grafica di Picasso riveste un’enorme importanza all’interno di tutta la sua produzione artistica.
Dalla serie delle Suite Vollard alle incisioni realizzate alla fine della sua vita, un vero e proprio ciclo frenetico in cui rivisita tutto il suo immaginario, dal tema centrale del “pittore e della modella” alla riconsiderazione della storia dell’arte (in una riproposizione, dalla personale prospettiva, delle influenze di Raffaello, Rembrandt, Velázquez, Degas o Manet), introducendo elementi umoristici che scivolano talvolta nel grottesco.
La mostra “Picasso metamorfico. Opere dal Museo Casa Natal Picasso di Málaga“, proprio in virtù del considerevole numero di opere esposte realizzate in diversi periodi della sua attività, che vanno dal 1905 al 1972, offre una rassegna completa dell’immaginario picassiano, e consente di riscoprire opere di eccezionale interesse.

“Il nome di Picasso incarna da solo l’espressione di un nuovo pensiero nel campo dell’estetica”: Duchamp (1943), proprio l’ironico artista che ebbe l’audacia di mettere un orinatoio su un piedistallo (firmato da uno pseudonimo), riteneva che il principale contributo di Picasso fosse quello di essere partito da zero e di aver saputo mantenere, in ogni momento della sua lunga carriera artistica, una freschezza invidiabile. “Picasso” – aggiunge Duchamp – “in ognuno dei suoi stili, ha sottolineato l’intenzione di liberarsi dalle conquiste precedenti. Una delle differenze più importanti tra Picasso e la maggior parte dei suoi contemporanei è che, fino ad oggi, non ha mai mostrato alcun segno di debolezza o di ripetizione nel suo flusso ininterrotto di capolavori”. Picasso, vero e proprio mito moderno, punto di riferimento per le avanguardie, finì per essere “contemporaneo” ai cambiamenti dell’arte avvenuti dopo la Seconda guerra mondiale. Mentre continuava a sviluppare il suo rapporto appassionato con la pittura, senza mai rinunciare alla sua presenza figurativa, emersero proposte estetiche come l’espressionismo astratto e l’informalismo, l’arte pop e ottico-cinetica, il minimalismo e il concettualismo, la land art e l’happeging.

Picasso continua a sedimentare le sue passioni nelle sue opere, evitando il destino fatale di Frenhofer, (personaggio di un racconto di Balzac da lui illustrato). Ogni tratto dei suoi dipinti, ogni linea delle sue incisioni, è eseguito con determinazione e urgenza, in una lotta appassionata con il destino fatale, aggrappandosi a una carne che, per Picasso, non è mai stata “triste”. Picasso è un artista metamorfico che ha saputo modulare le sue “ossessioni”, cercando, per usare il titolo della sua opera, di prendere il desiderio per la coda. (Fernando Castro Flórez)

Tra le incisioni più datate di questa parabola troviamo in mostra opere come Salomè o La danza barbara, eseguite a punta secca nel 1905 a Parigi, in una fase del suo percorso – tra il 1904 e il 1905 – in cui riprende in mano con decisione la tecnica calcografica dopo i primi lavori giovanili, ancora diciottenne. Un gruppo di 29 acqueforti appartiene alle illustrazioni delle Metamorfosi di Ovidio (1930-31), mentre è ben rappresentato anche il lavoro di illustrazione per Il capolavoro sconosciuto di Balzac, con 8 acqueforti (1927-31) dove emerge il tema dell’artista in relazione con il proprio lavoro.
Di notevole interesse le due incisioni dal titolo Sueño y mentira de Franco (lastra I e II) che rielaborano il dramma della guerra civile spagnola. Picasso affida assai spesso all’incisione le raffigurazioni di donne, che ripropone con innumerevoli variazioni, come ad esempio il ritratto di Francoise Gilot, le Dos mujeres desnudas (1945) e la figura di Jaqueline Roque (1958).
Le litografie accolgono il colore nella serie di illustrazioni per la raccolta poetica composta da Paul Reverdy (1948), anticipando la pratica che verrà ripresa in seguito a Vallauris e a Cannes.
Il disegno si fa essenziale in opere come quelle del ciclo delle 34 incisioni a bulino legate alla novella Carmen di Prosper Mérimée, all’origine dell’omonima opera lirica (1948); una trentina di incisioni appartengono al libro di poesie illustrato Corps perdu, nato da una collaborazione con il poeta Cesar Aimé (1949). Ancora, le illustrazioni per i volumi Vingt Poëmes de Gongora (1948); Max Jacob et Pablo Picasso. Chronique des temps Héroïques (1956); Jean Cocteau: Picasso de 1916 à 1961 – per citare solo alcune opere illustrate tra le tante esposte -. Si inseriscono nel percorso anche i ritratti di personalità come Gongora, Max Jacob, Balzac o Tolstoj.

Esporre un’ampia selezione di incisioni di Pablo Picasso che fanno parte della collezione della Casa Natale di Malaga ci porta anche a riconsiderare i “modelli del desiderio” di Picasso, la sua imponente determinazione a non piegarsi ai venti dell'”attualità”.come ha sottolineato Brigitte Baer, voce autrevole dell’opera grafica picassiana, la serie di incisioni realizzate tra il 16 marzo e il 5 ottobre del 1968 deve essere affrontata “con uno spirito aperto alla gioia, allo scherzo, alla presa in giro, all’umorismo, al buonumore e al piacere: piacere di vedere, di ridere, di divertirsi. Uno striscione con lo slogan “Basta scherzi!” dovrebbe essere appeso all’ingresso della mostra”. Indubbiamente, questo invito al divertimento (nonostante tutto) è necessario per comprendere il “modello di desiderio” che pulsava nel proteiforme immaginario di Picasso sin dagli anni della rebeldía juvenil.

“Dos mujeres desnudas” © Succession Picasso by SIAE 2023, courtesy Museo Casa Natal Picasso, Malaga – París, 21 de noviembre de 1945. Aguada, pluma y raspador sobre piedra (3.º estado (Mourlot); 4.º estado (Baer). Papel: 32,4 x 44,4 cm. Huella: 25,2 x 34,4 cm

Pablo Picasso. La mostra del 1953 alla Galleria Nazionale
“La Galleria Nazionale riporta a Roma l’opera di un artista che vi tenne una mostra cruciale nel 1953. Il contesto storico in cui si svolse quella mostra è molto diverso da quello odierno, anche se forse lo sguardo ossessivo e allo stesso tempo metamorfico di Picasso ci permette di modulare i nostri desideri e di capire di cosa abbiamo bisogno”. (Fernando Castro Flórez) Realizzare una mostra su Picasso oggi, nel 2023, rende imprescindibile un focus sulla mostra che la Galleria Nazionale dedicò all’artista nel 1953, attraverso un percorso con preziosi materiali d’archivio.
La grande retrospettiva fu realizzata in un periodo in cui l’influenza di Picasso in Europa e nel mondo era alla sua massima espansione, riflettendosi sulla cultura non solamente artistica, sancendo l’apice del suo riconoscimento in Italia. A differenza che negli altri paesi, in cui si rilevava la grandezza dell’artista per il suo percorso dagli esordi al Surrealismo degli anni Trenta, il Picasso al quale si guardava come punto di riferimento assoluto nel nostro paese era in particolare quello degli ultimi anni della seconda guerra mondiale e degli anni successivi, in virtù dei valori morali riconosciuti alla sua opera, tra denuncia coraggiosa delle lacerazioni della guerra e recupero degli ideali di pace.

La mostra, curata da Lionello Venturi con la soprintendenza di Palma Bucarelli e il sostegno delle moltissime personalità di spicco di ogni ambito della cultura che ne andarono a formare il Comitato nazionale (insieme al Comitato d’onore che riuniva le figure della politica), rimane un momento di importanza cruciale per la presenza dell’artista, che ha scelto personalmente le opere da esporre, presentando una parte cospicua di opere inedite mai esposte prima. Le opere del periodo cubista aprivano un percorso espositivo che, attraverso 136 dipinti (rappresentanti dei periodi ascrivibili al Neoclassicismo e al Neoromanticismo picassiani, nature morte e soggetti femminili, paesaggi e ritratti di familiari, grandi tele come La Guerra e La Pace), 32 sculture, 40 ceramiche e 40 opere di grafica – diverse di queste le ritroviamo oggi in Picasso metamorfico –, offrivano un’occasione straordinaria di conoscenza dell’opera di Picasso, per qualità e ricchezza, visto ancora oggi come l’evento di carattere culturale più importante del dopoguerra.
Nel 1998, Picasso torna ad essere esposto alla Galleria Nazionale con la mostra dal titolo Picasso 1937-1953. Gli anni dell’apogeo in Italia, una ripresa e un approfondimento su quella stagione, a cura di Bruno Mantura, Anna Mattirolo e Anna Villari, con la direzione di Alessandra Pinto.

“Los juegos y la lectura” © Succession Picasso by SIAE 2023
courtesy Museo Casa Natal Picasso, Malaga – París, 23 y 24 de enero de 1953. Aguada, cera y pluma sobre zinc. Papel: 50,5 x 66,2 cm. Huella: 48,2 x 62,7 cm

Picasso e l’incisione
Il rapporto di Picasso con l’incisione fu molto intenso, si potrebbe definire appassionato, data la sua fedeltà ad una tecnica che egli meditò, approfondì e sperimentò come pochi maestri nella storia dell’arte.
I suoi lavori di grafica testimoniano i sentimenti e le idee maturati nel tempo. Il soggetto utilizzato segue spesso uno sviluppo autonomo, sganciato dalle altre tecniche, che lo rappresenta più volte secondo diverse sfaccettature e caratteristiche; in alcuni casi, un soggetto può fare la sua comparsa prima in un’incisione che in un dipinto o in un disegno, come ad esempio il tema del Minotauro. Seguendo le diverse fasi stilistiche del suo percorso, le incisioni possono essere classificate in base alle tecniche preferite di volta in volta.

L’acquaforte e la puntasecca sono utilizzate nel suo primo periodo come incisore, come nell’opera El Zurdo o nei Saltimbanchi del 1904, tra le prime incisioni. Sempre nel 1904, realizza il grande capolavoro La Comida frugal (Il pasto frugale), seguendo le brevi istruzioni del suo amico catalano Ricardo Canals, che gli permettono di produrre quest’opera. A questi anni risalgono anche le rarissime xilografie e i primi monotipi di Picasso. Due anni dopo la realizzazione de Les Demoiselles d’Avignon, nel 1909, Picasso realizza la sua prima incisione cubista, nel ciclo di illustrazioni dei libri Saint Matorel e Le Siège de Jèrusalem, entrambi di Max Jacob.

È negli anni Venti che Picasso sperimenta e lavora maggiormente sull’incisione. A questo periodo risalgono le illustrazioni di opere di Balzac (Il capolavoro sconosciuto) e di Ovidio (Le metamorfosi). La sua opera maggiore, la Suite Vollard, formata da un centinaio di incisioni commissionate dal mercante e mecenate Ambroise Vollard e realizzate tra il 1930 e il 1937, stampate nell’atelier calcografico di Lacourière a Parigi, ha come tema principale il lavoro dello scultore, la sua bottega e il suo modello. Qui il pittore applica un contorno morbido e magistralmente modellato. Negli anni Trenta il mito del Minotauro (un mostro con il corpo di uomo e la testa di toro) occupa un posto molto importante nell’opera di Picasso. Del 1935 è Minotauromaquia, considerata una delle opere più importanti del XX secolo. Nel 1937, sulla scia di Guernica, realizza l’acquaforte Sueño y mentira de Franco, in cui la figura del generale è raffigurata in una veste ironicamente caricaturale. Sebbene avesse già sperimentato la tecnica litografica in alcune occasioni, è dopo la seconda guerra mondiale che la approfondisce nell’atelier di Mourlot, sia su zinco che su pietra, inserendo un elemento per lui nuovo nell’incisione: il colore.

Una delle opere litografiche più note di Picasso, La Paloma de la paz (La colomba della pace), ornava il manifesto del Congresso mondiale della pace del 1949 a Parigi. Quando si trasferì da Parigi al sud della Francia, conobbe il tipografo Arnéra a Vallauris, che lo introdusse all’incisione su linoleum, in cui utilizzava il colore sovrapponendolo alla stessa matrice, con la creazione di numerose stampe. Quando Picasso lasciò Parigi, fece allestire un laboratorio di incisione in ciascuna delle sue case, prima con l’aiuto di Jacques Frelaut e, dal 1963, dei fratelli Crommelinck. Negli ultimi anni della sua vita, la produzione di incisioni aumentò enormemente: in questo periodo realizzò una serie di 347 incisioni, 66 delle quali destinate a illustrare La Celestina, opera letteraria del 1499 attribuita a Fernando de Rojas. Predominano i temi erotici, anche se Picasso presta attenzione alle varianti sul tema del pittore e della modella. Il numero e la qualità delle incisioni di Picasso rimangono una parte fondamentale della sua opera.

fino a Domenica 5 Novembre 2023
Picasso metamorfico. Opere dal Museo Casa Natal Picasso di Málaga
cura: Fernando Castro Flores.
GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Sala Via Gramsci
Viale delle Belle Arti, 131, 00196 Roma
06 322981; lagallerianazionale.com

Immagine in evidenza: “Lechuza negra” © Succession Picasso by SIAE 2023, courtesy Museo Casa Natal Picasso, Malaga – París, 18 de febrero de 1946. Aguada y raspador sobre papel litográfico transferido sobre piedra. Papel: 66 x 49,6 cm. Huella: 63,5 x 47,3 cm (part.)

Tutte le immagini: © Succession Picasso by SIAE 2023