di Francesca Piperis.

Questo articolo è parte della rassegna “Science Art Visions“
a cura di Ennio Bianco
Ciò che nei primi anni 60 si rivela essere un modo rivoluzionario di raccontare l’arte, si è sviluppato nel corso del tempo in linea parallela rispetto al modello artistico cosiddetto “tradizionale”.
L’idea di una forma d’arte, o meglio, di un intero filone artistico in cui non è più l’elemento estetico bensì la dimensione concettuale ad avere una maggiore rilevanza, affonda le sue radici nel movimento sperimentale avviatosi durante la prima metà del XX secolo.
E’ in questo contesto che la figura dell’artista comincia ad assumere diverse caratterizzazioni: artista è colui che si interroga, colui che trova nuovi modi di comunicare, che sfida limiti fisici e mentali.
L’artista è colui che porta l’elemento tangibile a servizio della propria mente, con l’unica esigenza di esprimere idee, pensieri e stati d’animo. La sperimentazione diviene la forma d’arte più gettonata: dalle prove fisiche a cui i corpi vengono sottoposti nella body-art alla ricontestualizzazione di oggetti comuni svolta dagli artisti dada, tutto ciò che accomuna la corrente anti-artistica è la necessità di “pensare l’arte”, di porsi delle domande e tentare di rispondervi attraverso la decostruzione di tutto ciò che è già stato esposto, già stato detto e già stato creato.
Muovere i primi passi nel terreno inesplorato dell’arte conduce ad una spaccatura tra la cura estetica e tutto ciò che invece viene ritenuto sgraziato, privo di equilibrio ed esteticamente non conforme alle norme artistiche in vigore fino ad allora. Questa inclinazione alla sperimentazione è ciò che ha accomunato un intero secolo: il Novecento è considerato storicamente il secolo d’oro della scienza, dell’informatica e delle nuove tecnologie. La predisposizione rivoluzionaria delle menti novecentesche è ciò che ha permesso lo sviluppo di quella che oggi viene definita “Quarta rivoluzione industriale”.
La fusione tra le nuove tecnologie e le comuni abitudini umane si fa sempre più fitta. In una realtà completamente automatizzata – quale quella contemporanea – in cui l’utopia delle macchine volanti lascia posto alla venerazione di figure che fanno della scienza tecnologica un vero e proprio culto, sorge un’unica domanda: fin dove può spingersi la sperimentazione artistica per essere ancora considerata tale?
Science Art Visions – terza mostra realizzata da Arte.Go e curata da Ennio Bianco – è un invito all’esplorazione di spazi interdisciplinari, alla scoperta del labile confine che separa l’arte dalla scienza.
I progetti esposti sono inseriti in quel filone di “anti-arte” che definisce il progresso, ciò che non si etichetta esclusivamente come prodotto artistico o come ricerca scientifica. Tutto ciò che occupa la terra di mezzo della sperimentazione, ciò che si plasma partendo dagli strumenti tecnologici a servizio dell’arte e viceversa.
La mostra offre allo spettatore un percorso inedito tra le nuove frontiere dell’arte: una “visione” di ciò che l’artista è capace di creare all’interno di un territorio che è sempre stato considerato lontano anni luce dal suo campo e di ciò che l’arte può divenire servendosi degli stessi strumenti che sembrano determinarne la fine.
Tutti i contenuti del catalogo e della mostra sono fruibili gratuitamente sul sito Arte.go.it. Il catalogo è sfogliabile integralmente in versione PDF gratuita.
Francesca Piperis
15 settembre 2024 – 15 gennaio 2025
SCIENCE ART VISIONS
mostra virtuale interattiva 3d
a cura di Ennio Bianco
nell’ambito della rassegna dedicata al 30° di arte.go.it
Gli artisti e le opere
Susan Aldworth – Brainscape / Transience / Modern Alchemy
Suzanne Anker – After Eden
June Balthazard & Pierre Pauze – MASS
Heather Barnett – Ripple Rift
Daniela de Paulis – A Sign in Space / Mare Incognito
Marco Donnarumma – I Am Your Body: Ex Silens e Niranthea
Andy Lomas – Synchrony / Twitchy Cells
Helen Pynor – 93% Human
Tina Salvadori Paz – Quantum Flickers of Time
Maja Smrekar & Jonas Jørgensen – !brute_force: Soft Resilience
Stelarc – Possessed And Performing Body
Emilio Vavarella – Animal Cinema
Immagine guida: © Helen Pynor – “93% Human”, 2023 (video still image)
Catalogo: a cura di Francesca Piperis
Locandina, banner e materiali social: Ian De Novellis
Realizzazione mostra virtuale: Giorgio De Novellis
Tutti i contenuti: © dei rispettivi Autori

30 anni di arte in movimento
Questo articolo è parte della rassegna “Science Art Visions“
a cura di Ennio Bianco