Tokyo Revisited. Un viaggio lungo quanto una vita: Moriyama e Tomatsu al MAXXI

di Paola Milicia.

Tokyo Revisited. Un viaggio lungo quanto una vita: Moriyama e Tomatsu al MAXXI

Prima di ogni altra cosa, re-visited traduce ri-visitato, di rimando a un ri-torno verso un luogo, alla fisionomia di un viaggio introspettivo e all’intrinseco contenuto filosofico che lo caratterizza, a cominciare dalla propensione dell’uomo moderno e romantico verso la conoscenza e la melancolia della distanza e del sempre tornare. Tuttavia, non si può ignorare il fatto che revisited è anche quanto rimane di un processo di revisione che, come tale, ha in sé l’obiettivo di alterare l’oggetto, attribuendone una diversa interpretazione e destinazione.

Gli scatti di Daidō Moriyama (1938) e Shomei Tomatsu (1930 -2012) portano alla scoperta di una città assieme ricordata e reinterpretata come rito di fondazione, perduta e ritrovata, in cui si compie e si ripete quel ricongiungimento che adombra i distacchi frapposti. I due artisti tracciano prima, e ricompongono poi, un cammino fotografico ramingo che si dipana tra il senso di ideale (di casa, di natura, di bellezza, di cosmo vivibile) e il senso di realtà custodito in una città superstite e sopravvissuta al ricordo: tutto ne fa parte, portandosi dietro un fascino antico che si salda a una seduzione moderna violenta e deturpante.

Il senso che pervade la visione è quella della vecchia e della nuova alleanza con l’universo urbano colto in istantanei momenti di autenticità e di azione, privati da falsità, ideologie, dogmi, illusioni e inutili speranze. La relazione storica tra natura e cultura, mondo contemplativo e società moderna, uomo e architettura sociale, costituisce il dialogo fondante e irrinunciabile del lavoro dei due artisti nipponici. La predilezione allo scatto di denuncia sociale e politica di Tomatsu si salda all’idea di fotografia di Moriyama che intrappola gli umori e i costumi della nuova società consumistica: entrambi danno vita a un genere fotografico che è prima di tutto modus vivendi, ovvero, un “randagismo” umano e artistico per le vie di una città che costruisce un’architettura di sentimenti e di contraddizioni che ha dentro l’energia impaziente del cambiamento e l’orgoglio di resistervi.

Tokyo, città cosmopolita per eccellenza, dove tutto è intimamente collegato e connesso (da cavi telefonici pendenti, da linee della metro futuriste, da iper-tecnologia), si mostra nelle un agglomerato di luoghi e di costumi fantasmagorici, in cui si muovono corpi vitali, corpi relitti e dormienti della civiltà post bellica.

E mentre, gli scatti irradiano una senso generale di mutamento che è anche perdita, per l’osservatore occidentale, la galleria fotografica è anche ricca di citazioni e suggestioni a cui.si assegna inevitabilmente una valore più leggendario e mitico che non sociale e politico: cosplayer, cavi elettrici appesi, arti figurative, linee della metro affollate di gente in ordinate file, costume, decorazioni di ambienti, toilette futuristiche, manga e molto altro con cui pensare il confronto.

Paola Milicia

fino a domenica 16 Ottobre 2022
Daido Moriyama e Shomei Tomatsu. Tokyo revisited
cura: Hou Hanru, Elena Motisi
MAXXI ROMA
via Guido Reni, 4 A, 00196 Roma
06 39967350; maxxi.art

Immagine in evidenza: Shomei Tomatsu. Blood & Roses (1969). Credit: © Shomei Tomatsu – Interface