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Forlì – Eventi e luoghi di interesse
lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020

sede: Varie Sedi (Forlì).
Forlì è situata nella regione storica della Romagna, di cui è, come dice Dante nel De Vulgari eloquentia, “meditullium”, cioè l’area centrale. La città, fondata secondo la tradizione nel 188 a.C., nel 2012-2013 ha festeggiato i suoi 22 secoli di vita. Lo storico Sigismondo Marchesi, comunque, retrodata la fondazione al 208 a.C.
La città è nota anche con il soprannome dialettale di “Zitadon”, il “Cittadone”, per essere a lungo stata la città più popolosa della Romagna, poi superata sia da Ravenna sia da Rimini. Nella storia è stata anche chiamata con il nome di Livia.
Sito istituzionale
http://www.comune.forli.fc.it/
Eventi a Forlì
http://www.myforli.it/
Eventi
Crisalide: è un festival di teatro contemporaneo nato nel 1994 ad opera di Masque Teatro.
Fieravicola: mostra internazionale di avicoltura e cunicoltura che si svolge annualmente dal 1963.
Sedicicorto – International film festival Forlì
Campus Festival: evento musicale che coinvolge gli studenti universitari e non solo, all’inizio ed alla fine di ogni anno accademico.
Musei
Musei di San Domenico
I musei di San Domenico si trovano a Forlì, nel complesso ristrutturato dove un tempo vi si trovava un convento domenicano risalente al XIII secolo.
All’interno del complesso si trova il refettorio del convento con affreschi cinquecenteschi attribuiti a Girolamo Ugolini. Sulla parete nord-est l’affresco è ripartito in tre parti suddivise da elementi architettonici con al centro la Crocifissione, a sinistra l’apparizione dei santi Pietro e Paolo a San Domenico e a destra sempre San Domenico che resuscita il giovane Napoleone Orsini caduto da cavallo. Sulla parete di sud-ovest è rappresentata la mensa di San Domenico con il miracoli dei pani. Quest’ultimo affresco risulta gravemente danneggiato dai militari nel periodo napoleonico.
Il complesso è formato da cinque edifici: Palazzo Pasquali, chiesa di San Giacomo Apostolo, Convento dei Domenicani, Convento degli Agostiniani e Sala Santa Caterina.
Al suo interno è ospitata la Pinacoteca Civica di Forlì. Inoltre è sede di esposizioni temporanee.
Pinacoteca civica di Forlì
La Pinacoteca civica di Forlì, intitolata a Melozzo degli Ambrogi, è parte dei Musei civici di Forlì ed ha attualmente sede presso i Musei di San Domenico. Comprende opere, anche di notevole rilievo, di autori quali, ad esempio Francesco Albani, Livio Agresti, Giacomo Balla, Beato Angelico, Guido Cagnacci, Antonio Canova, Baldassarre Carrari, Maceo Casadei, Domenichino, Guercino, Lorenzo di Credi, Maestro dei Baldraccani, Melozzo da Forlì, Giorgio Morandi, Francesco Menzocchi, Livio Modigliani, Giovanni Antonio Nessoli, Marco Palmezzano, Antonio Rossellino ed altri.
L’opera Fiasca con fiori, di modi caravaggeschi, attribuita a Paolo Barbieri, o a Guido Cagnacci o anche a Tommaso Salini, è stata scelta per inaugurare il ciclo Brera ospita, novità della Pinacoteca di Brera che, a partire dall’autunno-inverno del 2005, propone in mostra opere prestate da altri musei.
La Pinacoteca civica di Forlì contiene la collezione Verzocchi di pittura italiana del XX secolo sul tema del lavoro, attualmente ospitata nel Palazzo Romagnoli in Via Albicini.
Palazzo Romagnoli
Il palazzo, che sorge a breve distanza a piedi dai Musei di San Domenico, dopo la fine della gestione militare è stato destinato dal Comune ad ospitare collezioni museali. In particolare, una volta restaurato, ha accolto le collezioni civiche del Novecento, tra cui la prestigiosa Collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, esposta al piano terra.
Al primo piano, invece, sono in mostra opere di vario genere, tra cui olii e incisioni di Giorgio Morandi (facenti parte della Donazione Righini), sculture di Adolfo Wildt provenienti dalle collezioni di Raniero Paulucci de Calboli e La grande Romagna.
Palazzo del Merenda (ospita il Museo della ceramica, l’Armeria Albicini e l’Archivio Piancastelli)
Palazzo del Merenda ospita nei suoi locali l’«Armeria Albicini», dal nome della nobile famiglia forlivese che donò la raccolta al comune.
La collezione, frutto in gran parte di ricerche effettuate nelle antiche rocche forlivesi condotte dall’erudito marchese Raffaello Albicini e dal figlio Livio, fu costituita nel 1905.
Essa consta di 410 pezzi che vanno dal XV secolo in poi in gran parte trovate nel territorio forlivese. È costituita da falcioni, picche, alabarde, partigiane, ronconi, mazze ferrate, balestre, corazze, maglie di ferro, celate, borgognotte, bacinetti, morioni, frontali da cavallo, spadoni, spade, coltellacci, pugnali e sciabole.
Museo archeologico Antonio Santarelli
La collezione offre un quadro abbastanza completo del popolamento del territorio forlivese dal paleolitico inferiore al VI secolo VII secolo e conserva esemplari archeologici provenienti dal giacimento di Ca’ Belvedere di Monte Poggiolo.
È ben rappresentata e documentata anche la fase finale del paleolitico inferiore. Sono infatti conservati esemplari di tecnica Levallois con bifacciali.
Sono anche conservati esemplari archeologici estratti da strutture insediative del neolitico medio (presenza di frammenti fittili decorati nello stile meandro-spiralico evoluto della cultura dei vasi a bocca quadrata, appartenente alla seconda metà del IV millennio a.C.) e del neolitico finale.
Sono conservati anche esemplari e reperti ceramici riferibili al periodo Chassey-Lagozza.
Museo del Risorgimento
La collezione è composta da documenti, manoscritti, vestiario e foto d’epoca. Il materiale conservato è databile dall’epoca napoleonica alla seconda guerra mondiale, passando al Risorgimento nazionale, che è ampiamente rappresentato, alla prima guerra mondiale, con molti reperti relativi ai soldati forlivesi al fronte, al colonialismo italiano (in particolar modo la guerra d’Etiopia), e alla seconda guerra mondiale, che è raccontata da cimeli relativi ai soldati al fronte e da materiale collegato alla Resistenza italiana. In riferimento al Risorgimento, degni di nota sono i reperti legati ai garibaldini forlivesi.
Museo romagnolo del Teatro
La collezione comprende materiali, strumenti e cimeli relativi alla vita musicale e teatrale forlivese tra Ottocento e Novecento ed ai suoi protagonisti. Il nucleo originario è costituito da oggetti di varia natura, come fotografie, costumi di scena, lettere, provenienti dalle donazioni degli eredi del tenore forlivese Angelo Masini e del soprano Maria Farneti. Sono esposti inoltre cimeli del Teatro Comunale di Forlì, costruito dall’architetto Cosimo Morelli, inaugurato nel 1776 e distrutto nel 1944 a seguito di un bombardamento. Infatti alle pareti dell’androne principale d’ingresso sono incastonati due medaglioni in bronzo recanti i ritratti dei celebri cantanti forlivesi Giuseppe Siboni ed Eugenia Tadolini, originariamente ubicati all’interno del perduto teatro.
Altri Musei:
Museo Etnografico
Museo Storico “Dante Foschi” (Via Piero Maroncelli, 3 Presso il Palazzo del Mutilato)
Casa Museo “Villa Saffi” (Via Firenze, 164 – frazione San Varano)
Museo Ornitologico “Ferrante Foschi” (Palazzo Numai, Via Pedriali, 12)
Museo della Ginnastica, che avrà sede presso la Casa del Balilla dopo le ristrutturazioni iniziate nel 2009.
Siti Archeogici
La località dove Forlì sorge fu abitata sin dal Paleolitico, come dimostrano i copiosi ritrovamenti di Monte Poggiolo, con migliaia di reperti datati a circa 800.000 anni fa. Nel 2010, durante i lavori per la costruzione del nuovo carcere cittadino, è stata trovata la più grande necropoli preistorica dell’Emilia-Romagna, risalente a 4.000 anni fa, il che dimostra che l’area era già stabilmente abitata a tale epoca.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
Abbazia di San Mercuriale: basilica situata in piazza Aurelio Saffi, per via della sua posizione centrale e dell’alto campanile è considerata il simbolo della città.
Cattedrale di Santa Croce: è il duomo di Forlì e sede del vescovo della diocesi di Forlì-Bertinoro.
San Domenico: soppressa per volere di Napoleone nel 1797, la grande chiesa di San Giacomo Apostolo era il fulcro dei domenicani della città, che, già a partire dal Trecento, eressero un convento che, dopo secoli di abbandono, di recente è stato restaurato e ora accoglie mostre ed esposizioni di livello internazionale. È anche sede della Pinacoteca e dei Musei civici.
San Tommaso di Canterbury: chiesa scomparsa in tempi antichi, già nei pressi dell’attuale corso Garibaldi. La parrocchia del Duomo prende il nome di San Tommaso Cantauriense benché la cattedrale sia dedicata alla Santa Croce.
Basilica di San Pellegrino Laziosi, o Chiesa dell’Ordine dei Servi di Maria: santuario celebre perché ospita le spoglie mortali di San Pellegrino Laziosi, santo patrono dei malati di tumore, di AIDS e di malattie incurabili in genere. È stata insignita del titolo di basilica da Paolo VI.
Chiesa della Santissima Trinità
Chiesa del Carmine: a metà strada di corso Mazzini, fulcro del Rione San Pietro, è nota per il bel portale in marmo (secolo XV), opera di Marino Cedrini. Di origine trecentesca, è stata completamente ristrutturata tra il 1735 e il 1746 su progetto di Giuseppe Merenda.
Altre chiese:
Chiesa e Monastero del Corpus Domini
Chiesa di San Biagio
Chiesa di S. Antonio Abate in Ravaldino
Chiesa di Sant’Antonio Vecchio
Chiesa di Santa Lucia
Chiesa di Santa Maria della Visitazione
Chiesa di San Filippo Neri
Chiesa del Miracolo o della Madonna del Fuoco
Chiesa di San Michele Arcangelo
Chiesa di San Salvatore in Vico
Chiesina di San Giuseppe dei Falegnami
Chiesa di San Sebastiano
Chiesa di San Francesco Regis
Chiesa dell’Addolorata
Chiesa di San Giorgio in Trentola
Chiesa francescana di Santa Maria del Fiore
Chiesa di Santa Maria Assunta della Pianta
Chiesa di San Giuseppe Artigiano
Pieve di Santa Maria in Acquedotto
Chiesa di Santa Maria del Voto
Chiesa di San Giovanni Battista in Vico detta “dei Cappuccinini”
Architetture civili
Casa Palmeggiani
Casa Palmeggiani è un palazzo quattrocentesco di Forlì, ubicato in corso Garibaldi.
La casa venne eretta nel Quattrocento su strutture preesistenti, probabilmente su abitazioni precedentemente crollate. L’edificio costituisce uno degli esempi più suggestivi di architettura quattrocentesca del forlivese[senza fonte]. Era proprietà del pittore ed architetto forlivese Marco Palmezzano, che non vi abitò però mai, e successivamente appartenne ai suoi eredi, i Palmeggiani.
Case Maldenti
Case Maldenti è un complesso architettonico situato nel centro storico di Forlì: comprende un intero isolato composto da vari edifici costruiti in epoche diverse, il cui nucleo principale è costituito dal Palazzo Seganti-Gioppi, in nome delle antiche famiglie proprietarie.
Palazzo dell’ex collegio aeronautico
Il palazzo dell’ex collegio aeronautico è un edificio in stile razionalista sito a Forlì, in piazzale della Vittoria. Attualmente è adibito ad uso scolastico.
Palazzo delle Poste
Il Palazzo delle Poste e dei Telegrafi di Forlì è ubicato in Piazza Aurelio Saffi, sulla quale risulta prospiciente il prospetto principale, lateralmente confina con il Corso Giuseppe Mazzini e con la Piazzetta Don Pippo (già Piazzetta della Posta), mentre il prospetto posteriore si affaccia sulla Via Guido Bonatti. La Carta della Tutela Monumentale del Comune di Forlì classifica il fabbricato in questione con tutela monumentale di tipo “ipso jure”.
Palazzo degli uffici statali
Il Palazzo degli Uffici Statali è un edificio che sorge nel centro di Forlì, all’angolo tra via delle Torri e corso Mazzini.
Venne costruito tra il 1935 e il 1936 sul progetto di Cesare Bazzani con lo scopo di fornire una sede agli uffici dei ministeri delle finanze e dei lavori pubblici, dell’agricoltura e, in parte, delle foreste.
Palazzo Hercolani
Il palazzo Hercolani è una costruzione sita in centro a Forlì a pochi passi da piazza Aurelio Saffi.
Nel palazzo è custodito un dipinto del 1869 di Pompeo Randi (Beata Vergine del Fuoco con i santi Mercuriale, Pellegrino, Marcolino e Valeriano), che presenta sullo sfondo un panorama della Forlì dell’epoca.
Palazzo Paolucci de Calboli
Il Palazzo Paolucci de Calboli è un edificio nobiliare che sorge nei pressi dell’Abbazia di San Mercuriale, a Forlì.
L’edificio, che costituisce un importante esempio dell’architettura barocca, fu costruito agl’inizii del Settecento (1700-1718), all’epoca del cardinale Fabrizio Paolucci (1651-1726).
Palazzo Paulucci di Calboli dall’Aste
La facciata del palazzo è straordinariamente essenziale e presenta un incantevole equilibrio delle proporzioni.
All’interno del palazzo, sono di pregio : l’androne principale e gli ambienti situati nella parte centrale dell’edificio. Ancora oggi sono assenti tracce della ricchezza e del fasto passati: capitelli, cornici e stucchi, alcuni dei quali realizzate al tempo della costruzione dell’edificio. Una serie di soffitti a volta del piano terra e del primo piano, sono invece dipinti simili alle decorazioni del pittore Felice Giani.
Palazzo Piazza Paulucci
Palazzo Piazza Paulucci, o Palazzo Paulucci, è un edificio storico della città di Forlì che occupa tutto un lato di Piazza Ordelaffi. Il suo nome è legato a due antiche e potenti famiglie nobiliari che ne furono proprietarie: i Piazza e i Paulucci de’ Calboli.
Palazzo Sangiorgi
Palazzo Sangiorgi è un edificio sito a Forlì, costituito da due immobili distinti, separati da un cortile interno. Il primo si affaccia su Corso Garibaldi, il secondo edificio, interno, costeggia l’adiacente vicolo Gaddi. Un secondo cortile è collocato nel retro dell’edificio interno.
Palazzo Merlini
Il Palazzo Merlini è un edificio storico della città di Forlì che sorge in via Maroncelli, non lontano dal Palazzo Piazza Paulucci e dalla Cattedrale di Santa Croce. È una costruzione edificata nello stile settecentesco barocco, raffinato e grandioso, internamente decorato con numerosi stucchi ed affreschi realizzati dal quadraturista Davide Zanotti e dal figurista Giuseppe Marchetti.
Numerose sale del palazzo sono state decorate da Giacomo Zampa. Il salone principale del palazzo è oggi utilizzato per funzioni di rappresentanza, intrattenimento e spettacolo. Fu anche sede della filodrammatica Gustavo Modena.
Palazzo Morattini
L’edificio sorge sul sito di una domus romana di età imperiale, di cui nel 1885 è stato rinvenuto un pavimento a mosaico geometrico bianco e nero (risalente alla prima metà del II secolo d.C.), oggi conservato presso il Museo archeologico cittadino.
Prende il nome dalla famiglia Morattini, che entrò in possesso del palazzo sul finire del Cinquecento. Tracce della prima fase di vita dell’edificio sono attualmente visibili nelle cantine, dove si trova una galleria che conserva l’antico pozzo, e nel portico del cortile interno, dove si conservano alcuni capitelli compositi cinquecenteschi. Un secondo pozzo della fase più antica è stato riportato alla luce nei lavori di restauro nell’anno 2007 ed è ora visibile grazie alla copertura in vetro nel cortile.
Palazzo Sassi Masini
Il palazzo è costituito da un complesso di fabbricati addossati l’uno all’altro che vanno a circoscrivere una grande corte interna, dalla irregolare forma a ventaglio. Di rilevanza è la particolare facciata dalla struttura lunga e sinuosa con un andamento a paravento, espressamente progettato per seguire il corso della strada.
Palazzo dei Signori della Missione
Il Palazzo dei Signori della Missione, o Palazzo dei Padri della Missione, è un imponente edificio del XVIII secolo che sorge di fronte alla Basilica di San Pellegrino Laziosi, a Forlì.
Palazzo Benzi
La sontuosa facciata del palazzo risale al XVIII secolo.
La facciata, pur mantenendo le linee settecentesche, venne rimaneggiata e resa più sontuosa e regolare, con l’uso di pietra artificiale. Il progetto fu portato a termine su disegno dell’Ingegnere Virginio Stramigioli il quale, per l’esecuzione ornamentale esterna, ebbe come collaboratore lo scultore Giuseppe Casalini mentre gli artisti Francesco Olivucci e Gino-Gian Mandrone si occuparono delle decorazioni interne. In particolare, Olivucci affrescò lo scalone realizzando le due opere il balilla ed il lavoratore. Queste opere si affiancarono a quelle settecentesche preesistenti, opera di Giuseppe Marchetti.
Palazzo Savorelli Prati
La costruzione risale al 1700, ad opera di un architetto sconosciuto. L’edificio ha un aspetto molto severo, la facciata è semplice, e segue l’andamento della strada. È costituito da una serie di mattoni a vista e dalla base a scarpa, che si spinge in alto in un cordolo di arenaria.
All’interno del palazzo si sono salvate alcuni ornamenti ottocenteschi, in genere a carattere mitologico.
Palazzo Monsignani
Fu in origine proprietà della famiglia Lombardini (alla quale appartenne Bartolomeo Lombardini, medico degli Ordelaffi) e passò poi come dote matrimoniale alla famiglia Monsignani, e all’estinzione di questi, nel 1749, passò a un ramo della famiglia Morattini. Nella seconda metà del Settecento venne grandemente trasformato. In precedenza era lambito da un fossato proveniente dal canale di Ravaldino che alimentava un mulino.
Al piano nobile un salone doppio venne realizzato nelle trasformazioni settecentesche e fu affrescato dal pittore e architetto bolognese Angelo Zaccarini (Apoteosi di Romolo, sulla volta); vi furono inoltre collocate due tele del forlivese Antonio Belloni (Uccisione di Romolo e Ratto delle Sabine). In una sala adiacente sono custodite altre tre tele di Zaccarini, Vedute prospettiche di Roma, in origine un gruppo di quattro. Nella galleria al centro della volta è affrescato il Trionfo di Venere del forlivese Giacomo Zampa, con decorazioni intorno ancora dello Zaccarini. Al rientro di un viaggio a Roma, pagatogli dai Monsignani per perfezionare la propria tecnica, lo Zampa realizzò quattro ovali (Il pastore Faustolo e i gemelli Romolo e Remo, Saul unto re dal profeta, Davide e Saul e La morte di Saul) e insieme a Zaccarini decorò ancora un’altra sala con una allegoria del tempo, rappresentato dall’anziano Saturno circondato da putti; agli angoli della volta finte nicchie a forma di conchiglia ospitavano le stagioni, raffigurate come quattro putti.
Architetture militari
Mura
Come in numerose altre città italiane, a Forlì le mura cittadine furono quasi totalmente rase al suolo all’inizio del ‘900 per poter liberare nuovi spazi da dedicare all’edilizia e permettere lo sviluppo della città al di fuori dell’antico nucleo cittadino. La demolizione delle mura fu quasi totale, e solo alcuni tratti dell’antica cinta muraria tuttora sopravvivono. Lo spazio liberato ha fornito la superficie per l’edificazione di tratti stradali che oggi costituiscono i viali di circonvallazione.
Forlì. (8 gennaio 2019). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 18 gennaio 2019, 10:15 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Forl%C3%AC&oldid=101971116.