sede: Blu Gallery (Bologna).
cura: Chiara Mascardi .
Cosa succederebbe se alzassimo il velo? Se rivelassimo l’intimo, liberato dalle imposizioni e dalle maschere sociali che lo imprigionano?
Le opere di Mattia Barbalaco, esposte alla Blu Gallery di Bologna, ritraggono proprio questo luogo misterioso e oscuro, a cui raramente abbiamo accesso.
“L’abito fa la monaca” è una mostra che rivolge queste domande ad un contesto ben preciso: i conventi in cui monache, suore e badesse decidono di svestire la propria vita per diventare strumenti di un potere superiore.
Ogni quadro coglie un momento sospeso dietro altari e chiostri, dove prende forma un’umanità densa, improvvisamente spogliata dei propri doveri.
Sono donne, combattute tra la loro spontaneità incensurata e la veste che detta la loro esistenza, abito e habitus sociologico del mondo a cui hanno deciso di appartenere.
Figure che l’abitudine del velo ha reso schive, incerte se sono in possesso di un’anima o se questa è già stata sacrificata a Dio.
Talune hanno paura di mostrarla e nascondono il volto e gli occhi che dovrebbero esserne specchio.
Altre rivelano con sfrontatezza il loro esserci.
La mera tonaca, non più palco ma sipario, spalanca l’enigma dietro l’oscurità del convento: corpi vivaci, corpi stanchi, piaceri, paure e perversioni sfilano davanti agli spettatori.
L’iniziale attitudine voyeuristica sfuma, pian piano, nel perturbante e nel surreale, fino ad arrivare all’opera centrale dove un bambino viene accolto da suore levatrici, quasi sostitute madri che sono al contempo impossibilitate ad avere figli.
Chiara Mascardi