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Nino Migliori. Oltre il sipario

giovedì 27 Maggio 2021 - martedì 31 Agosto 2021

Nino Migliori. Oltre il sipario

sede: Archiginnasio, Teatro Comunale di Bologna (Bologna).
cura: Denis Curti.

60 le immagini in bianco e nero in mostra, suddivise in due percorsi che dialogano tra di loro e che rappresentano le due prospettive opposte, che ha utilizzato Nino Migliori 1 nel suo racconto fotografico: dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto.
Un efficace gioco di luci restituisce allo spettatore le sensazioni dell’autore: in particolare, l’allestimento dell’Archiginnasio, che ha come soggetto le strutture architettoniche, riporta lo stesso senso di vertigine che Migliori deve aver provato dopo essersi arrampicato nei luoghi più inaccessibili del teatro; mentre quello al Comunale, che vede come protagonisti i suoi abitanti, ovvero cantanti, musicisti, truccatori, parrucchieri, attrezzisti, corpo di danza…, immerge lo spettatore nella sconosciuta e sorprendente vita del dietro-le-quinte.

Ancora una volta sembra che la fotografia dell’autore sia il risultato di una messa in scena. È come se la realtà non gli bastasse mai e da qui la necessità di costruire altri mondi da percorrere nella massima libertà. Del resto Migliori ci ha insegnato che le sue immagini possono restituire idee, sentimenti e precisi punti di vista che poco hanno a che fare con la realtà. Il suo linguaggio è narrazione, trasfigurazione e interpretazione e il concetto di verità resta un’utopia lontana che, da tempo, ha smesso di essere il vero motivo delle sue produzioni. Migliori dunque stupisce ancora una volta con la sua inesauribile energia creativa. Il teatro diventa il pretesto per raccontare molte altre storie, opportunità per ricordare la sua esperienza artistica e la scena culturale della seconda metà del secolo scorso. Il teatro si trasforma in un contenitore di storie e di memorie, da quella più evidente, che viene messa in scena da cantanti, musicisti e ballerini fino alle più nascoste e immaginarie. Il racconto fotografico sul Teatro Comunale di Bologna si compone di una concatenazione di narrazioni personali, storiche, reali e fantastiche che rivelano un animo e un occhio artistico profondo e particolarmente sensibile alle vicende della vita, una ricchezza generata dalla stratificazione di memorie, conservate in quasi un secolo di esistenza.

La sua produzione fotografica da sempre si muove in modo trasversale rispetto ai diversi linguaggi dell’arte contemporanea. In questa nuova narrazione il fotografo emiliano condensa la storia della fotografia e più di settant’anni di carriera. Gestualità, sperimentazione, concettualismo, performance e narrazione sono solo alcune delle caratteristiche del suo linguaggio, che ben si ritrovano anche in questa nuova produzione, segno di una coerenza progettuale difficile da rintracciare nel percorso della fotografia autoriale italiana.

“Nino Migliori – come sottolinea il curatore – inserisce una precisa liturgia nella sua narrazione: attinge esperienze da rituali antichi e da tutte quelle situazioni che precedono lo spettacolo. In buona sostanza, queste fotografie ci concedono il privilegio di un backstage continuo e accendono i riflettori laddove è spesso proibito addentrarsi. Ed è così che il teatro sembra trasformarsi in un veliero, in particolar modo nelle ampie panoramiche dedicate all’antico meccanismo che muove il palcoscenico o quando Migliori decide di riprendere la scena dall’alto, come se osservasse dall’albero di maestra. In questa nuova narrazione egli condensa la storia della fotografia e più di settant’anni di carriera”.

Promosso da: Applied in collaborazione con Teatro Comunale e Fondazione Nino Migliori

SEDI

Archiginnasio
Piazza Galvani 1, Bologna

Teatro Comunale,
Largo Respighi 1, Bologna

Note

  1. La fotografia di Nino Migliori, dal 1948, svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea. Gli inizi appaiono divisi tra fotografia neorealista con una particolare idea di racconto in sequenza, e una sperimentazione sui materiali. Da una parte, quindi, in pochissimi anni, nasce un corpus segnato dalla cifra stilistica dominante dell’epoca, il cosiddetto neorealismo: una visione della realtà fondata sul primato del “popolare”, con le sue subordinate di regionalismo e di umanitarismo. Sull’altro versante Migliori produce fotografie off-camera, opere che non hanno confronti nel panorama della fotografia mondiale, sono comprensibili solo se lette all’interno del versante più avanzato dell’informale europeo con esiti spesso in anticipo sui più conosciuti episodi pittorici. La ricerca continuerà nel corso degli anni coinvolgendo altri materiali e tecniche: polaroid, bleaching. Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro assume valenze concettuali ed è questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere. Sperimentatore, sensibile esploratore e alternativo lettore, le sue produzioni visive sono sempre state caratterizzate da una grande capacità visionaria che ha saputo infondere in un’opera originale ed inedita. Nuovi scenari e seduzioni si dispongono nell’opera in cui il progetto diviene composizione, territorio di esplorazione e punto di riflessione critica. Riflessione sull’uso della fotografia, sulla sua testimonianza attraverso la scoperta di rinnovate gestualità e contaminazioni. È l’autore che meglio rappresenta la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all’arte, alla sperimentazione e al gioco. Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione. Ogni suo lavoro è frutto di un progetto preciso sul potere dell’immagine, tema che ha caratterizzato tutta la sua produzione. Sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private fra le quali Mambo – Bologna; Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Torino; CSAC – Parma; Museo d’Arte Contemporanea Pecci – Prato; Galleria d’Arte Moderna – Roma; Calcografia Nazionale – Roma; MNAC Barcellona; Museum of Modern Art – New York; Museum of Fine Arts – Houston; Bibliothèque Nationale – Parigi; Museum of Fine Arts – Boston; Musée Reattu – Arles; Maison Européenne de la Photographie- Parigi, The Metropolitan Museum- New York, SFMOMA – San Francisco ed altri.

Luogo

VARIE SEDI – BOLOGNA
Bologna, 40121 Italia + Google Maps