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Salvatore Emblema – Andrea Francolino – Alberto Scodro

martedì 13 Ottobre 2020 - martedì 1 Dicembre 2020

Salvatore Emblema - Andrea Francolino - Alberto Scodro

sede: Glenda Cinquegrana (Milano).

L’esposizione propone un confronto fra i tre artisti di generazioni diverse – Emblema quella degli anni Sessanta-Settanta, Francolino e Scodro quella contemporanea – di cui in primo luogo vuole mettere evidenza il dialogo intergenerazionale, sulla base di ricerche che sono accomunate da una visione simile degli elementi fondamentali del fare artistico quali lo spazio – spazio quadro, spazio scultura – il colore, la materia e la luce.
In secondo luogo, il comune legame che i tre artisti hanno con il territorio visto in una prospettiva sostenibile, costituisce il retroterra culturale capace di proiettare un certo tipo di sensibilità ecologica in una prospettiva di lungo periodo, che dal dopoguerra arriva ad oggi.

La mostra è accompagnata da un testo di Denis Isaia. Nel confronto tra i tre artisti il critico osserva nel fare moderno di Emblema, Francolino e Scodro il sostanziarsi progressivo della figura, quale emersione di una linea di continuità tra le esplorazioni astratte del modernismo e l’emergere insistente della realtà in chiave figurale.
Assecondando la rilettura in trasparenza dello spazio da parte Salvatore Emblema, il testo si sofferma in particolare sull’emersione delle energie paesaggistiche e naturalistiche che indicano già a partire dagli anni Sessanta la convivenza dell’ortodossia oggettuale e tautologica con l’affermarsi, suo malgrado, della poesia e della gestualità del quotidiano.

Salvatore Emblema è il primo in senso cronologico ad aver dato corpo pittorico alla sensibilità per la natura, proiettando il profilo del paesaggio vesuviano sulla superficie del quadro, che con la pratica della detessitura, è visto come spazio – luce. La materia è una chiave di lettura importante, che si riflette nell’uso della juta grezza e nel colore realizzato con le terre vesuviane. In mostra, vi è un nucleo di opere degli anni Ottanta e Novanta, che testimoniano un percorso a ritroso dal minimalismo verso l’emergere di una figurazione pregna di materia, e mista al segno. Al centro della pratica artistica di Andrea Francolino è la crepa, che è frattura, ferita, crollo, in una riflessione a trecentosessanta gradi su un tema che è indagato sotto il profilo estetico, etico ed ecologico. In mostra presenti anche una serie di opere in vetro, (Caso x Caos x Infinite Variabili) in cui alla spaccatura si possono attribuire opposte polarità: ordine disordine, il vuoto e il pieno. Dei tre artisti è quello il cui lavoro pittorico assume le caratteristiche di spazio di riflessione concettuale, che si risolve nella o materia assoluta o trasparenza assoluta.

Salvatore Emblema, nasce a Terzigno nel 1929 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Frequenta l’Accademia di Belle Arti Napoli. Si stabilisce a Roma agli inizi degli anni Cinquanta. Nel 1957 si trasferisce negli USA su invito del magnate David Rockefeller, che collezione una sua opera. Quell’occasione segna la conoscenza della ricerca di Mark Rothko e l’incontro con Giulio Carlo Argan, con il quale intreccia un rapporto fondamentale per la sua carriera. Gli anni fra il 1971 e il 1979 vedono le esposizioni alla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma con Palma Bucarelli, e quelle di Rotterdam Torino, Milano, Roma, Napoli, Ferrara. Nel 1982 partecipa alla Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia curato da Luciano Caramel. Muore a Terzigno nel 2006. La sua opera è stata recentemente riscoperta anche all’estero con la mostra Italics, curata da Francesco Bonami al MCa di Chicago.

Andrea Francolino (Bari, 1979) studia come scultore all’Accademia di Belle Arti di Bari. Attualmente vive e lavora a Milano. Vincitore dello storico Premio San Fedele 2013/2014, è tra i fondatori di The Open Box Milano, spazio non profit per L’arte. Mostre personali selezionate: Museo del Novecento Firenze, a cura di Sergio Risaliti e L. Puri, 2020; Intra materia Natura infinita, Spazio aperto San Fedele, a cura di B. della Casa, 2018; Caos x caso x Infinite Variabili, The Open box, a cura di G. Fasol, 2018; Ciments, nm>contemporary, Monte Carlo, 2017; From – to, Kristin Hjellegjerde Gallery, testo di N. Mazzoleni, Londra, 2016.

Alberto Scodro (Nove, Vicenza, 1984), studia Arti visive e dello spettacolo allo IUAV di Venezia. Nel 2010 è in residenza alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Mostre selezionate: Senza Nuvole, Museo Civico, Bassano del Grappa (2020); Verre Banden Kristof de Clercq, Gent (2020); Paths forced into the palm of your hand Caves Gallery, Melbourne (2019); Just For a Drop, L’Escaut, Bruxelles (2018); Norma, Maison Pelgrims, Bruxelles (2018); Eocene, Car Drde, Bologna (2017); Cime et Terre Istituto Italiano di Cultura, Bruxelles (2017); Bronze is now, Fonderia Battaglia, Milano (2017); Signori prego si accomodino #2, Venezia (2016); Flow, Basilica Palladiana, Vicenza (2015); Won’t you don’t see, Maison Grégoire, Bruxelles (2015); The sight couldn’t be any better, Gallery Augusta, Helsinky (2014); Spannung, Viafarini DOCVA, Milano (2013); Person in Less Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2010). Premi: Contemporary Young, Giovani Imprenditori Emilia-Romagna (2019) e Museo Ettore Fico, Torino (2017).

Dettagli

Inizio:
martedì 13 Ottobre 2020
Fine:
martedì 1 Dicembre 2020
Categoria Evento:
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Luogo

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